La decisione di Roger Federer di giocare a tempo pieno almeno fino ai giochi Olimpici di Rio 2016 sembra essere una combinazione perfetta: ragionamento preciso e sensibile con un ambizione abbagliante e ottimismo mozzafiato. Dopo tutto, il campione svizzero doveva compiere ancora 30 anni quando disse che sperava di essere uno dei protagonisti a Rio. Aveva appena vinto il settimo Wimbledon in carriera, il 17esimo Slam. Da molti era considerato il crepuscolo della carriera, l’ultima gloria prima del finale tramonto.
Quando dichiarò le sue intenzioni, alcuni storsero la bocca: “Cosa? Questo ragazzo vuole giocare ininterrottamente per 4 anni?”. Anche alcuni dei suoi devoti fan erano scettici che potesse durare. Federer però ha continuato per la sua strada, dopo 16 anni passati nel tour, 17 nel 2016, quando si disputeranno in Brasile le Olimpiadi. Roger è stabilmente n.2 del mondo e recente finalista di Wimbledon, torneo nel quale in semifinale senza pietà ha rifilato una sonora sconfitta ad Andy Murray. Il tennista di Basilea è sano e felice e sta giocando il miglior tennis della sua vita.
Poi c’è anche questo da non sottovalutare: la soddisfazione di vincere l’oro olimpico, l’unica perla che manca nel suo palmares. Quale occasione migliore per vendicare la bruciante sconfitta a Londra contro Murray? Anche la superficie di certo gli può dare una bella mano: l’evento infatti non si disputerà sulla terra, superficie onnipresente in Brasile, bensì sul cemento. Come prevedibile non l’ha presa bene Rafa Nadal, che durante il torneo di Rio ha dichiarato: “Sono sorpreso che in un paese che possiede giocatori che si esprimono al meglio sul rosso, le Olimpiadi andranno in scena sul cemento”. Del resto, i giochi Olimpici si disputeranno due settimane prima degli Us Open, quindi in ottica Flushing Meadows si tratta di una scelta più che ragionevole.
Come detto, il terreno di gioco può rappresentare una manna per Federer, anche se la propria storia nel singolare del torneo Olimpico non potrà dargli necessariamente tanta fiducia. Roger aveva da poco compiuto 19 anni, quando fece la sua prima apparizione alle Olimpiadi di Sydney, ma era già n.32 delle classifiche. Tuttavia perse la medaglia di bronzo contro un giocatore sulla carta più debole di lui, il n.62 del ranking Arnaud Di Pasquale. Federer non portò a casa quell’alloro, ma potrà raccontare ai suoi nipotini di aver partecipato.
Ad Atene 2004, il tennista di Basilea si presentava come n.1 del mondo. Superato il primo ostacolo Davydenko, a sorpresa Federer venne eliminato da un giovane emergente, quel Tomas Berdych che ora è stabilmente nei piani alti della classifica.
Quattro anni più tardi a Pechino, sempre da dominatore della classifica, lo svizzero dovette arrendersi nei quarti di finale contro James Blake. Il premio di consolazione per tutte queste delusioni olimpiche fu l’oro nella disciplina di doppio, in coppia con il connazionale Wawrinka. Probabilmente però la pillola più difficile da mandar giù è quella di Londra 2012, a cominciare dal fatto che si giocava su erba, di gran lunga la sua superficie preferita. Lo svizzero pagò a caro prezzo la maratona contro Del Potro in semifinale (19-17 al terzo), cedendo in 3 set netti ad Andy Murray nella finale per l’oro.
Il dolore per la sconfitta è stato alleviato solo dal fatto che proprio su quei campi, due settimane prima era arrivato il settimo Wimbledon della carriera.
Quando manca ormai un anno a Rio, è difficile immaginare che Federer avrà grandi opportunità per l’oro. La pressione sarà molta rispetto a quella di tanti avversari, anche se siamo sicuri che il campione svizzero si giocherà al meglio l’ultima carta. Le olimpiadi, ancora di più della Coppa Davis, permettono ai giocatori di diventare veri e propri eroi nazionali. Ma una cosa è evidente: entrambe sono impronosticabili. Basta chiedere a Nicolas Massu, il cileno, che è stato si al massimo n.9 del mondo, ma ha vinto la medaglia più importante ad Atene 2004.
Una cosa è certa, però : la decisione di Federer di riprovarci ancora a Rio non è solo dettata dall’ambizione. Come disse nella conferenza di apertura dei giochi di Londra: ” L’occasione di giocare ancora per l’oro olimpico è un sogno che si avvera, perchè sicuramente prendo ispirazione dalla vittoria di Rosset nel 1992. Lui vinse le Olimpiadi. Fu una notizia fantastica in Svizzera”.
“Così quando ho partecipato alla manifestazione olimpica di Sydney 12 anni fa, sono stato nel villaggio per più di due settimane. Sono stato benissimo, ho seguito gli sport, ho trascorso del tempo con gli atleti, giocando così bene. Federer tornò a casa a mani vuote, ma proprio lì conobbe la donna che poi sarebbe diventata sua moglie, Mirka Vavrinec. Lo svizzero può ancora vivere quel sogno. Una medaglia d’oro in doppio e una d’argento in singolare potrebbe essere abbastanza per un atleta, ma non per Roger, che punta in grande per regalarsi e regalare ai tanti fan la ciliegina sulla torta a coronamento di una straordinaria carriera.
Fonte: ESPN