E arriva, quando meno te lo aspetti. In un giorno di gennaio, sul far della sera nella Rod Laver Arena di Melbourne, Australia, mentre tutta l’Italia, a parte alcuni – fortunatissimi – appassionati, era a dormire. Ma d’altronde, chi se lo poteva aspettare? Solo un pazzo, tra cui noi, in un certo senso, avrebbe potuto pensare che, dall’altra parte del mondo, nella terra dei canguri, Andreas Seppi avrebbe vinto la partita della vita contro Roger Federer. E sarebbe volato agli ottavi di finale degli Australian Open, per la seconda volta in carriera.
Andreas Seppi, poi. Per molti il placido giocatore senza mai scossoni, sorprese o colpi di scena. Un tennis preciso e completo, unito a una determinazione indefessa, ma troppo quieto e impersonale per allontare la barca dal molo ed entrare in mare aperto, lì dove si giocano le più epiche sfide. Un exploit così ce lo saremmo aspettati dal prestigiatore tormentato Fabio Fognini. Abbiamo già la scena davanti agli occhi, pronta per essere tramandata ai nipoti davanti al focolare (virtuale, su iPad): il gladiatore ligure, sporco di sudore e stremato dall’emozione, batte al quarto Sua maestà Roger, dopo una prestazione perfetta, alzando le mani al cielo (e, magari, facendo le corna a Mirka, urlando un ‘porcodiaz’ che risuona oltre l’enorme stadio e avanza oltre, fino all’oceano.
Eh, no, invece. A realizzare il capolavoro azzurro degli ultimi anni, almeno, non sono le mani da prestigiatore di Fogna, ma quelle sapienti e più composte del tennista di Caldaro. Il secondo d’Italia, spesso ingiustamente troppo trascurato, scrive definitivamente il suo nome in un nuovo capitolo della storia del tennis italiano. Stamattina il caffé non è stato necessario per gli appassionati di tennis dello Stivale tutto: ci è bastato uno sguardo al livescore a svegliarci di colpo, facendoci balzare dal letto, emettere un rantolo di sorpresa con la bocca spalancata e chiedendoci se quelli di Atp/Wta live avessero bevuto un bicchiere di troppo. E invece no: è tutto maledettamente vero.
A trent’anni Andreas Seppi, da n. 46 del mondo, batte Roger Federer con il punteggio di 6-4 7-6(5) 4-6 7-6(5), chiudendo, sul 6-5 al tie-break del quarto set, con un magnifico passante in recupero, di dritto lungolinea. Uno di quei momenti in cui, comunque appeso a un filo, bisogna avere il coraggio di rischiare tutto e affidarsi ai propri istinti. Questo:
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Seppi estromette Roger, uno dei favoriti del torneo, senza averlo mai battuto nei 10 precedenti incontri. E, cosa ancor più straordinaria, il nostro Andreas aveva sempre perso contro negli ultimi 23 incontri contro un top-ten.
“Ho solo cercato di fare del mio meglio. E’ sicuramente uno dei match migliori della mia vita“, ha detto Seppi, visibilmente emozionato, ma con la modestia e la compostezza che mai abbandona. Perchè di ragioni ce ne sarebbero, a perdere un po’ la testa; è la prima volta dal lontano 2003 – quindici anni, signori, una vita – che l’elvetico non raggiunge almeno la semifinale degli Australian Open.
“Ho cercato di divertirmi a giocare in uno stadio come la Rod Laver Arena, perchè non ho spesso questa opportunità. Volevo stare concentrato sui miei turni di servizio e non dare possibilità all’avversario”, ha spiegato l’italiano, che era uscito indenne dall’ennesima maratona al quinto contro Denis Istomi. Roger ha avuto la possibilità di riaprire il match nel secondo tie-break del match, nel quarto parziale, dove era stato avanti 5 a 4 con due servizi per portare tutto al quinto, ma li ha persi entrambi, offrendo il match-point all’altoatesino. “Il tie-break è stato straordinario, soprattutto l’ultimo punto. Non pensavo di riuscire a prendere quella palla, nel match-point. Ancora non so come ho fatto quel vincente. Sì, è stato uno dei colpi più importanti della mia vita“.
Seppi ha raggiunto così gli ottavi, dove sfiderà l’australiano Nick Kyrgios, che oggi ha battuto Malek Jaziri. L’emozione è sconfinata. Il suo coach, Massimo Sartori, con il petto gonfio di orgoglio e la voce tremante, dice più o meno che “Andreas, una gioia così come gli ha dato lui oggi, nemmeno una donna c’è mai riuscita”:
Dall’altra parte, è tanta l’amarezza del 17 volte campione Slam. “E’ stato semplicemente un brutto giorno. Volevo giocare meglio e tentare di recuperare la partita, ma è chiaro che è molto difficile se hai perso i primi due set”, ha spiegato il n. 2 del mondo. “Ho avuto alcune possibilità per rimontare , ma non le ho sfruttate. Oggi credo di aver vinto i punti sbagliati”.
Pochi, pochissimi segnali lasciavano presagire la sconfitta di oggi: durante la pausa invernale si era preparato bene e aveva iniziato l’anno alla grande, vincendo il torneo di Brisbane. Agli Australian Open aveva lasciato presagire segnali negativi già nel turno precedente, contro il connazionale Simone Bolelli. Ma nessuno si immaginava che un Roger, ok – non al 100% -, avrebbe incontrato l’Andreas Seppi di oggi. Finalmente eroe, finalmente protagonista vero e lottatore mai domo.