Il 2019 del tennis italiano maschile è stato un anno straordinario: la vittoria di Fognini in un master 1000 e il suo successivo approdo in top 10, la scalata di Berretini culminata con la semifinale a New York e la qualificazione alle Atp Finals, l’esplosione di Jannik Sinner con la vittoria alle NextGen Atp Finals e gli ottimi risultati di tanti altri ragazzi che ci hanno portato a chiudere l’anno con 8 italiani nei primi 100. Un anno a dir poco trionfale soprattutto paragonato a decenni di vacche magre. In tutta questa carrellata di grandi risultati spesso ci si dimentica che già a gennaio era arrivato un gran risultato. Un italiano trionfa all’Australian Open Junior. Quinto azzuro di sempre a vincere uno Slam dei giovani dopo Barazzutti, Gaudenzi, Nargiso e Quinzi. Il suo nome è Lorenzo Musetti, 16 anni da Carrara.
L’italia ha finalmente la sua promessa, il futuro campione, il talento che tanto abbiamo aspettato. Campione Slam junior agli Australian Open. Titolo arrivato dopo che 4 mesi prima a New York, all’età di 16 anni e mezzo, gli era sfuggito in una finale combattuta contro il brasiliano Thiago Seyboth Wild, di due anni più grande, particolare di non poco conto nel tennis giovanile. Lorenzo è un gran talento, gioca un tennis meraviglioso con un rovescio ad una mano da far strabuzzare gli occhi. Una capacità rarissima di variare il gioco e dei bei solidi fondamentali da fondo. Insomma gli ingredienti ci sono tutti, chiaramente servirà un grosso lavoro dal punto di vista fisico e mentale, ma finalmente il grande talento è arrivato.
A febbraio però un ragazzo italiano come lui, più grande di sette mesi, improvvisamente vince un Challenger a Bergamo. Il suo nome è Jannik Sinner. Il ragazzo di Sesto-Moso sarà protagonista di un crescendo rossiniano culminato con la vittoria alle NextGen Atp Finals e il numero 78 del mondo. Di Lorenzo si parla meno, declassato da grande speranza del tenni italiano a giovane bravo, ma non forte come Sinner. Lorenzo però continua il suo percorso e la sua crescita sotto le cure di coach Tartarini al centro tecnico di Tirrenia. Abbandona l’attività junior, giocherà solo il Roland Garros dopo il trionfo di Melbourne e si dedichera al circuito maggiore.
L’inizio del percorso tra i pro, che coincide con la primavera, è parecchio difficoltoso, sconfitte sempre premature nei vari Futures a cui Lorenzo partecipa. Il primo bel risultato arriva al Challenger di Milano, dove a fine giugno e sotto una calura devastante il ragazzo si spinge fino in semifinale dove viene sconfitto dal Top 100 boliviano Hugo Dellien. Dopo altro apprendistato in altri Challenger italiani, arrivano ad ottobre due successi consecutivi in due futures in Turchia, oltre ai quarti nell’ultimo Challenger di Ortisei, dove trionfa Sinner. Lorenzo chiude l’anno al numero 358, miglior 2002 in classifica. Un ranking assolutamente soddisfacente e che permetterà a Musetti di giocare molti Challenger e scalare la classifica nel 2020.
Nonostante uno Slam vinto da junior, vittorie in un paio di futures e qualche buon piazzamento Challenger, a soli 17 anni di Lorenzo si parla poco, oscurato dall’ascesa dirompente di Jannik Sinner e dai grandi risultati di Berrettini e soci. In realtà questo essere un po’ meno sotto i riflettori potrebbe rivelarsi una cosa positiva. Le pressioni sono diminuite o meglio si sono spostate altrove e Lorenzo può lavorare molto serenamente per diventare un gran giocatore.
Musetti ha un gioco esteticamente splendido dove il pezzo pregiato è un rovescio ad una mano molto elegante. Sa toccare benissimo la palla e variare il gioco come pochi giovani ormai sanno fare. Il dritto è solido ed è un fondamentale che può ancora migliorare così come il servizio. Molti miglioramenti passeranno attraverso una crescita fisica adeguata, al momento è ancora leggerino come normale che sia, e una crescita di tenuta mentale all’interno dei match. Troppe volte Lorenzo si innervosisce e perde qualche game di pura frustrazione come ha sottolineato pure il suo allenatore Simone Tartarini: “Lorenzo soffre molto quando non riesce a mettere in pratica ciò che prova in allenamento. Se ciò accade può innervosirsi davvero tanto. L’emotività lo ha tradito anche in match che sembravano vinti”
Esatto. Due episodi su tutti : lo scorso Agosto al challenger di Cordenons. Secondo turno contro Moroni. Partita dura dove entrambi giocano molto bene sotto un solleone ormai tipico degli agosti italiani. Lorenzo vince il primo set al tiebreak. Va in vantaggio di un break nel secondo e serve per il match dove ha due match point e li sciupa malamente; 5 Pari, ma la partita è finita, Lorenzo perde il controllo del match e mentalmente non regge. Tra una imprecazione e l’altra si ritirerà sotto 4a1 al terzo, forse per problemi di crampi. Un match buttato dove Lorenzo non è riuscito a rimanere freddo nei momenti importanti e si è annebbiato mentalmente mostrando troppo nervosismo. Scorie da tennis giovanile direbbe il grande Roberto Lombardi.
Poco dopo simile situazione al Challenger di Como. Secondo turno contro il top 100 Stefano Travaglia. Lorenzo è avanti facile 62 41, ma si spegne la spina e Travaglia vince il secondo. Al terzo torna in controllo ed è 40, niente da fare. Travaglia inanella 6 game di fila con Lorenzo sempre più nervoso e arrendevole. Emblematici i due doppi falli di fila che mandano Travaglia a servire per il match. Questo sarà il primo punto da migliorare nel tennis dei grandi: la tenuta mentale all’interno dei match. Troppe volte è sembrato nervoso e ha staccato la spina dopo un game giocato male. In questo il suo quasi coetaneo Sinner è maestro e sembra un 30enne navigato. A Lorenzo capita di uscire dai match mentalmente, poi magari ci rientra, ma i passaggi a vuoto prolungati non sono ammessi per fare il passo decisivo verso la top 100.
L’annata 2019 è stata comunque molto buona, in altri tempi si sarebbero dedicati articoli su articoli ad un ragazzo che vince uno Slam junior e si ritira dal tennis giovanile da numero 1. Un ragazzo che ha ottenuto qualche buon piazzamento nei Challenger e vinto due Futures. Oltre ad aver chiuso al numero 358 a soli 17 anni, miglior 2002 in assoluto. Sempre coach Simone Tartarini ha sottolineato la positiva annata: “Lorenzo ha vissuto alti e bassi ma complessivamente il bilancio è molto buono. Avrebbe potuto vincere qualche match in più, ma il quarto di finale con cui ha chiuso a Ortisei è un buon viatico per il 2020”.
Parole da sottoscrivere in toto. Forse è mancato il super risultato e avrebbe potuto vincere qualche match in più, ma va bene così. Il percorso di crescita è tracciato. Non c’è da avere fretta. Nel 2020 oltre a Tartarini lo seguirà anche il tecnico federale Umberto Rianna che sta seguendo anche Berrettini e Sonego. Si partirà subito down under: Challenger di Numea in Nuova Caledonia per poi giocare le qualificazioni agli Australian Open grazie ad una wild card. Ebbene sì, avendo vinto il torneo junior avrà l’invito per le qualificazioni. Tutta esperienza molto utile.
Successivamente si vedrà, possibile che si vada in Asia a giocare qualche Challenger. Non una cattiva idea per salire nel ranking, dato che mediamente sono meno competitivi dei Challenger europei. Ora però lasciamolo in pace e lasciamolo crescere tranquillamente senza fare paragoni con Jannik Sinner o altri coetanei. Auguriamo tutto il meglio a Lorenzo e godiamoci questo momento del tennis italiano, nella speranza che il meglio debba ancora venire.