Berrettini: una carriera giovane e in ascesa

Il giovane romano dopo aver intascato il primo torneo challenger della carriera non è molto lontano dai primi 150 giocatori al mondo. Il prossimo obiettivo sarà il raggiungimento dei primi cento giocatori al mondo, ma Matteo ha lavorato tanto per giungere a questi risultati.

La carriera del giovane romano Matteo Berrettini sta procedendo con una velocità che quasi nessuno si sarebbe aspettato. Abnegazione, versatilità e tanta fame stanno facendo bruciare le tappe a questo ventunenne che, all’indomani del successo nel challenger di San Benedetto, è numero 173 nel ranking ATP. Contestualmente è anche il 17esimo posto nella Race dei Nextgen; decisamente molto difficile pensare che Matteo possa riuscirsi a qualificare per le Finals di Milano, ma vederlo non così distante dalle promesse del circuito è un segnale forte, dopo neanche tre stagioni nel circuito.

2015 – Berrettini approda leggermente in ritardo ai professionisti (almeno rispetto ai suoi coetanei), poco prima del compimento dei 19 anni. L’esordio è datato febbraio 2015 in un torneo Future, con sconfitta al termine di un match equilibrato contro il connazionale Riccardo Bellotti. Per vedere i primi risultati di livello non si è dovuto neanche aspettare molto: nel challenger di Roma, giocato consuetudinariamente poco prima degli Internazionali BNL, Matteo dà un primo assaggio delle sue qualità qualificandosi contro giocatori avanti in classifica di oltre 700 posizioni, sbattendo contro Kyle Edmund al secondo turno. Dopo qualche mese di fisiologici alti e bassi, in cui il romano si è abituato al livello dei challenger, giunge la prima finale nel Future di Antalya nel settembre, mentre il primo successo arriva appena un mese dopo in Sardegna, a Santa Margherita di Pula, dopo un tabellone interamente azzurro. Il primo anno nel circuito termina alla posizione numero 530 con tanta fiducia.

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2016 – Il secondo anno di carriera inizia male per il giovane Berrettini: un grave infortunio al ginocchio ne limita la condizione fisica e, conseguentemente, anche il rendimento dei primi mesi stagionali: neanche una vittoria nei tre challenger giocati e poi uno stop lungo che lo costringe ai box sino ad estate inoltrata. Matteo riassaggia le emozioni che solo il campo sa dare soltanto a fine agosto, ritornando a frequentare il circuito Future dopo l’inevitabile crollo verticale in classifica di oltre 300 posizioni. I risultati sono comunque buoni fino a giungere al primo exploit nel challenger di Andria: il romano supera Jankovitz, Chiudinelli, si prende lo scalpo del (fu) grande Tommy Robredo, e in semifinale elimina il bielorusso Gerasimov. Tutti giocatori ben più avanti in classifica. In finale si arrende solo all’esperienza del connazionale Luca Vanni dopo un match combattuto e terminato in tre set, ma oltre alla fiducia ora ci sono anche i risultati ed un posto intorno al 430.

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2017 – Ci si avvicina ai giorni recenti. I progressi di Berrettini, sempre seguito da Vincenzo Santopadre al circolo Aniene di Roma, sono evidenti: un’altra vittoria in un challenger svizzero regala punti classifica e qualche soldo. Poi nuovamente Challenger: il miglior risultato è la finale sul cemento di Quanzhou a marzo (di cui avevamo parlato qui). Anche stavolta non si passa, c’è un altro azzurro, di nome Thomas Fabbiano, che impedisce Matteo il primo titolo challenger. La finale frutta comunque l’ingresso nei primi 300. Berrettini però continua a giocare e si prende anche lo sfizio di debuttare nei tornei del circuito maggiore con una breve comparsata a Roma, a seguito di una wild card, dove perde da Fognini. La stagione prosegue poi più altalenante nei challenger fino alla meritata vittoria a San Benedetto. Nel torneo delle Marche quello che ha realmente colpito è stata l’autorità con cui il romano ha messo in riga giocatori più esperti e meglio posizionati in classifica. Un dato statistico può aiutarci: Berrettini ha concesso un solo break in tutto il torneo in semifinale contro Federico Coria (partita vinta 6-2 6-4). Da oggi il best ranking recita 173, le cambiali di punteggio sono pesanti solo a novembre e l’obiettivo dell’ingresso nei top 100 è possibile. Fondamentale per Berrettini sarà la continuazione dell’intelligente programmazione che alterna Challenger – circuito ATP: i primi garantiscono i punti per la classifica, i secondi potranno far assaggiare il sapore del circuito principali, ma senza esagerare perdendo posizioni in classifica. D’altronde l’Italia offre per tutto l’anno challenger di alto livello (cosa di cui si parla poco), che permettono ai nostri giocatori giovani di farsi le ossa usufruendo di inviti senza avere spese eccessive.
Insomma, Berrettini si sta candidando ad essere il vero prospetto del futuro del nostro tennis. Sarà necessario non carichiamolo ancora di pressioni.

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