Caso Giorgi, Binaghi irremovibile

Tathiana Garbin, neo capitana di Fed Cup aveva dichiarato di voler tentare di ricucire lo strappo fra Camila e la Federazione, ma il presidente Binaghi non sembra disposto a tornare sui suoi passi: "Il capitolo è chiuso".

Sembra destinata a restare irrisolta, la querelle fra Camila Giorgi e Angelo Binaghi, iniziata con il rifiuto della convocazione per l’ incontro di Fed Cup fra Spagna e Italia, da parte della marchigiana, e conclusasi con l’ esclusione della stessa Camila dalle convocate per le Olimpiadi di Rio, per volere del presidente della FederTennis.

IL GRANDE GELO-  Tutto incominciò con il già citato rifiuto della Giorgi, che non concesse la sua disponibilità per lo spareggio fra le azzurre e le iberiche, poi conclusosi con la retrocessione delle nostre portacolori; durissima la reazione di Binaghi, che parlò di accordi violati, da parte della bella Camila, alla quale venne anche chiesto di restituire la somma di 160 mila euro, frutto di accordi con la FIT. (“Difficile restare in buoni rapporti con chi una volta trovata si in condizioni critiche ti ha chiesto aiuto, e dopo aver vinto qualche partita, si dimentica di te”).

In una recente dichiarazione, il numero uno del tennis italiano ha rincarato la dose, dichiarando che non c è posto per chi come la Giorgi, ha dimostrato di non avere valori etici e morali, chiudendo con un “siamo due razze diverse”, che non sembra lasciare spiragli.

TATHIANA CI PROVA?- Con ogni probabilità, le dichiarazioni di Binaghi, mettono un grande freno alle intenzioni del capitano di Fed Cup Tathiana Garbin, che aveva manifestato l’ intenzione di incontrare la venticinquenne marchigiana a Melbourne, per tentare di spiegarle alcune cose, e per mettere una pietra sopra alla diatriba con la Federazione. Dopo la semifinale raggiunta da Camila nel primo impegno stagionale, che porta una ventata di ottimismo per il 2017 del tennis azzurro, una presenza della Giorgi nel delicato impegno di febbraio, contro la Slovacchia di Dominika Cibulkova, avrebbe alimentato le nostre speranze di vittoria, che restano così riposte, sulle spalle delle acciaccate Errani e Vinci, e della inossidabile Schiavone.

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