Com’è il Piatti Tennis Center a 5 anni dalla nascita?

Il 2023 è stato un anno molto importante per il Piatti Tennis Center, perché il progetto nato nel 2018 a Bordighera ha spento le sue prime cinque candeline, ma non solo.

L’occasione del quinto compleanno del Piatti Tennis Center è stata celebrata con una grande festa, ma è anche stata utilizzata per tirare le somme del lavoro svolto e soprattutto per guardare al futuro con ancora più ambizioni.
Si concentra lì la maggior parte degli sforzi della parte direttiva e operativa, che da sempre punta a costruire i giocatori, ma anche gli allenatori, di domani.

“Da questo punto di vista – dice Andrea Volpini, direttore sportivo del centro – il 2023 è andato alla grande. Proprio in questo momento abbiamo un gruppetto di atleti classe 2008 e 2009 davvero promettenti, fra i primi dieci della loro categoria nelle classifiche di Tennis Europe”. Tanto talento quindi, alla stregua di Piatti & co.: la cosa davvero importante però, è farlo fruttare questo talento, come ci ricorda Volpini: “L’obiettivo è portarli tutti ad alti livelli, seguendo un percorso già tracciato con altri. Puntiamo a farli crescere nel modo giusto, facendo capire loro l’importanza del lavoro tecnico ma anche di preparazione atletica, fisioterapia e altri aspetti. E anche del nostro modello di lavoro: ogni atleta non ha un coach dedicato, ma un pool di persone a propria disposizione”.

Riccardo Piatti al lavoro con lo staff del Piatti Tennis Center. Credit: https://www.ufficiostampasport.it/

Un messaggio passato ormai da tempo, visto che sono sempre di più i giovani talenti che da ogni parte del mondo bussano alle porte del centro. A loro vanno aggiunti anche i professionisti: solo durante la preparazione invernale sono transitati da Bordighera una manciata di “pro”, fra uomini e donne, la gran parte già accolti negli anni scorsi. Uno di questi è Sascha Zverev, che si allena spesso con Dalibor Sirola, preparatore atletico del Piatti Tennis Center.

Nel corso del 2023 del Piatti Tennis Center ci sono stati anche una decina di stage in altre strutture, italiane e non, ed è proseguita la collaborazione con la FITP per i raduni dei giovani delle categorie dall’under 11 all’under 14.
“Il discorso di internazionalizzazione a noi tanto caro – dice ancora Volpini – non riguarda infatti solo i giocatori. Ma anche chi lavora al loro servizio: allargare gli orizzonti vuol dire aumentare le competenze”.

In questo senso, da poco è entrato a fare parte del team dei coach lo svedese Magnus Tideman, uno che dalla panchina ha vinto addirittura un torneo del Grande Slam, l’Australian Open 2002 da coach di Thomas Johansson. “Ma oltre a Johansson – precisa Volpini – ha seguito tanti altri giocatori di alto livello: sarà un valore aggiunto importante per le nostre attività quotidiane”.

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