Il 2019 è stato l’anno migliore del tennis italiano da molto tempo a questa parte e il merito non è “solamente” del veterano Fognini, ma soprattutto di giovani come Berrettini, Sinner e Sonego. A causa della pandemia da Covid-19 e non solo, purtroppo nel 2020 non tutti hanno potuto confermare i propri progressi in campo, ma l’impressione è che non appena arriverà l’occasione non tarderanno a farlo. Il futuro tricolore di questo sport, però, non passa solamente da giocatori affermati quali i sopracitati o da altri in rampa di lancio come il campione dell’Australian Open Junior Lorenzo Musetti e il talentuoso Giulio Zeppieri.
Proprio in queste settimane, in Umbria, si stanno infatti facendo largo tanti altri giovani, che per vari motivi tra cui la giovane età non hanno ancora avuto modo di confrontarsi a certi livelli nel panorama internazionale. Tuttavia, hanno dimostrato di potersela giocare alla pari con connazionali e non solo che li precedono in classifica di migliaia di posizioni, stupendo i tanti spettatori che li hanno visti in azione. Tra i Campionati Italiani Assoluti di Todi e lo ZZZQuil Tennis Tour 2020 a Perugia, tanti giovani come Passaro, Cobolli o Arnaldi hanno espresso il loro talento e si sono messi in mostra, ma i due che hanno particolarmente attirato le luci dei riflettori sono Luca Nardi e Matteo Gigante.
Classe 2003, Luca Nardi ha perso al primo turno a Todi contro il qualificato Federico Arnaboldi, riscattandosi però sette giorni dopo a Perugia. Nel capoluogo umbro ha vinto un gran match contro Capecchi, che ha messo in luce la sua forza mentale oltre ai suoi colpi fulminanti, ma soprattutto ha tenuto testa a Pablo Andujar, seconda testa di serie del torneo. Lo spagnolo, attualmente numero 53 del ranking Atp ma con un passato in Top 35, ha dovuto faticare molto più del previsto per portare a casa il match, restando in campo fino a notte fonda e spuntandola al terzo set dopo quasi tre ore di gioco. Nonostante la sconfitta, Nardi non può che essere soddisfatto della prestazione. E pensare che il giorno prima, in un’intervista rilasciata ai canali di MEF Tennis Events, società che si occupa della realizzazione dell’evento, si augurava di conquistare almeno un paio di games. Diciassette anni ad agosto, il tennista pesarese è l’esempio di duro lavoro e umiltà unito a talento e innate capacità. Difficile ipotizzare il futuro del tennis italiano senza il suo nome protagonista.
A livello di risultati ha fatto persino meglio Matteo Gigante, tennista capitolino classe 2002 che a Todi ha superato le qualificazioni prima di arrendersi all’esordio a Thomas Fabbiano nonostante un match di alto livello. La settimana dopo, sempre in Umbria, Gigante ha però trovato le giuste contromisure ed è riuscito a vendicarsi di Fabbiano, imponendosi in tre set ed estromettendolo dal torneo già al secondo turno. Come se non bastasse, Matteo ha sconfitto anche Bonadio ed ha conquistato una prestigiosa semifinale. L’esperienza ed altri fattori hanno giocato a favore di Galovic, che come da pronostico è uscito vincitore dalla sfida, ma come testimonia il 6-1 del secondo set ed altri frangenti di gioco in cui ha regnato l’equilibrio, la sfida è stata tutt’altro che a senso unico. Anche in questo caso il talento non manca, così come i margini di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda il servizio ed un po’ di muscoli da mettere su. Tuttavia, sarebbe ingiusto non elogiare il suo rovescio, incredibilmente preciso e potente, e che farà paura a tanti avversari negli anni a venire.
Il futuro è sempre un’incognita e non è detto che la quantità, seppur abbinata alla qualità, alla fine sia sufficiente per portare ai vertici del tennis la bandiera italiana. Tuttavia, in ambito tennistico il futuro del nostro Paese sembra essere davvero in buone mani e le opportunità di togliersi grandi soddisfazioni appaiono piuttosto alte.