I CCCP di Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni negli anni ’80, quando Thomas Fabbiano non era ancora nato, sostenevano che “La prima volta fa sempre male \ La prima volta ti fa tremare \Sei tu sei tu sei tu chi può darti di più?”. Niente male come profezia per la prima vittoria in un main draw ATP di Thomas Fabbiano, pugliese di San Giorgio Jonico, che ha messo a segno un bel colpo nel torneo di Chennai.
Ci eravamo lasciati nello scorso novembre con una bella chiacchierata nella quale Fabbiano ci aveva spiegato i momenti decisivi, in positivo e negativo, del 2015. Ma soprattutto, ci aveva raccontato come quest’annata terminata con un crescendo costante di risultati e ranking, aveva portato ad un miglioramento concreto e significativo per lui ed il suo team sia sul piano del gioco che della consapevolezza dei propri mezzi.
Così, ancora nel dubbio se giocare ad Happy Valley un challanger o tentare la carta delle qualificazioni ATP, Thomas ci aveva dato appuntamento al 2016, voglioso di dimostrare a se stesso che quel best ranking ATP a 156 era solo una fase di passaggio. Le qualificazioni infatti sono passate con due risultati ben chiari: un match semplice contro il russo Mikhail Elgin (che si ritira sotto di un set e un break) e la vittoria contro l’indiano Saketh Myneni, giocatore posizionato proprio dalle parti del pugliese. Quelle partite in cui hai la vittoria a portata di mano, significativa perché d’accesso ad un tabellone importante, e che sono spesso difficili da vincere. Un match chiuso con autorità, in due set ben controllati (6-4 6-2).
Si aprono così le porte del main-draw un risultato che Fabbiano aveva già raggiunto a livello Slam (Us Open 2014) e ATP (Umag 2015), senza però mai superare il primo ostacolo. E invece questa volta la sorte, che notoriamente premia gli audaci, offre a Thomas un match decisamente abbordabile contro il serbo Jozeph Kovalik classe ’92 allenato da un ottimo ex giocatore, Karol Kucera. Altro match “da vincere” e quindi ricco di insidie. E così accade: un primo set perso in meno di 25′, per 6-1, sotto di un break nel secondo. La testa però che nonostante le circostanze ci crede ancora.
“Non mi aspettavo di certo una partita facile, ma neanche una condizione cosi complicata. Il match si era messo davvero male, i colpi non funzionavano, la tensione era alta, la lucidità era annebbiata. Il mio orgoglio è venuto fuori giusto in tempo“. Questa la dichiarazione che Fabbiano ha postato sulla sua pagina fan, ma che testimonia tutta la grinta di un lottatore di quella che altrove è stata definita l’Italia di Serie B, alludendo al Team di coach Fabio Gorietti, composto anche da Lucone Vanni, altro giocatore che ha vinto un match “da vincere”, e sul quale si devono continuare a spendere parole di elogio costanti. Insomma, proprio come nella canzone dei CCCP: sofferenza e poi la gioia, perché “sei tu, chi può darti di più?”
Thomas ha masticato pane duro nei Futures e nei Challanger, a caccia di punti per giocare appena possibile le qualificazioni dei tornei ATP. Proprio come un grande pugliese del passato, Gianluca Pozzi, giramondo instancabile dal tennis elegante, un esempio che Fabbiano ha sicuramente nella sua testa di lottatore.
Ora è atteso da un match molto difficile con un vecchietto terribile, il lussemburghese Gilles Muller, ottimo battitore e volleatore, poco incline allo scambio da fondo. Se Thomas sarà capace di leggere il suo servizio e offrire risposte con buona continuità senza farsi attaccare sulla seconda di servizio, potrà giocarsi le sue chance. Nel frattempo, comunque vada il prossimo match (domani attorno alle 12.30 ora italiana), ci si può accostare alle qualificazioni dell’Australian Open con un nuovo best ranking e la consapevolezza definitiva che “le vittorie sofferte sono le più ricordate ed evidentemente per vincere la mia prima partita a livello ATP c’era bisogno di volerlo davvero. E io l’ho voluta!!!“