Oggi Thomas Fabbiano ha messo su un bel mattoncino nella costruzione della sua carriera, di quelli che restano tetragoni nella carriera di un tennista professionista. Ha battuto un top50 ATP, un giocatore d’esperienza, sulla superficie che predilige: Leonardo Mayer infatti è un giocatore di straordinaria solidità, ben messo in campo su tutti e tre i fondamentali, dotato di una buona capacità di movimento e di lungo corso nel circuito. Insomma, uno di quelli che, se battuti, ti fanno capire che sei arrivato al loro livello.
Eh già, perché la vittoria di oggi è accaduta nel primo turno di un torneo importante, non nel challanger dove il vecchio buon giocatore si dibatte nella coda di una più gloriosa carriera. Avviene, per Thomas, dopo due vittorie molto importanti ottenute nelle qualificazioni, trafila coraggiosa che un giocatore con la sua classifica (144 atp questa settimana) affronta con l’unico obiettivo di bussare alla porta del tennis che conta, invece di puntare su un più certo approdo in un tabellone challanger, cercando di avvicinare la top100 in modo magari più lento ma più sicuro, senza però fare quell’operazione di cui Fabbiano parlava a fine 2015, ovvero salire di livello di gioco e contemporaneamente di consapevolezza.
La chiave del match sta nel break al sesto gioco del primo set: un break deciso, cercato, senza sbagliare, con la profondità giusta e un grande timing sulla palla. Qui Thomas ha fatto sentire la sua presenza di personalità in campo, abbandonando timori reverenziali e complessi di sorta. Ce lo conferma Fabbiano stesso: “Tutto è riuscito come pianificato. Ed è stato vincente“. Si tratta proprio di quella capacità di vincere i match intanto nella tua testa, e poi sul campo. Ma la prima condizione è indispensabile per essere un tennista da top100, sentirsi tale.
Dal punto di vista tecnico si confermano quelle attitudini che avevamo rilevato sul finire del 2015: un servizio che ha guadagnato qualche km\h di velocità media, ma soprattutto raggiunge percentuali di sicurezza, consentendo di non essere attaccato troppo spesso sulla seconda, che propone qualche variazione in più. Il dritto è diventato decisamente affidabile, anche se per chi vi scrive il colpo migliore resta il rovescio bimane, che passa con grande facilità dall’incrociato al lungo riga e risulta spesso vincente.
Dice ancora Thomas: “Una buona vittoria contro un giocatore nei primi 50 del mondo. Ma Domani sara’ durissima. I primi 10 hanno sicuramente una marcia in più. Ma è un buon periodo per me e farò il possibile per metterlo in difficoltà“. Thomas Berdych non scherza infatti. Parliamo di un giocatore che non ha punti deboli sul piano tecnico su una superficie come il cemento di Dubai. Può essere attaccato solo sulla capacità di variazione del ritmo e affrontando il match con una bassa percentuale di errore. Sarà fondamentale per Thomas provare a giocarsela senza pensare a nulla, col braccio totalmente sciolto, ma con la consapevolezza che è questo il tennis che conta. Non è per lui infatti la prima volta a questi livelli di gioco: ha dimostrato contro Milos Raonic due anni fa nella sua (per ora) unica qualificazione Slam di poter tenere questo livello di gioco, l’ha confermato contro Richard Gasquet a Roma nel 2015. Si tratta quindi di una conferma, e in questi casi, tre indizi fanno una prova: Thomas Fabbiano è diventato un giocatore vero.
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Speriamo che prosegua in un campo cosi’ difficile in cui ci vuole preparazione fisica,tattica,intelligenza e capacita’ di soffrire e lottare.