“La precisa definizione di FAIR PLAY è “gioco corretto”, cioè un comportamento rispettoso delle regole, che garantisce le stesse opportunità ai diversi contendenti, nello sport, nella politica e nei rapporti umani e sociali. Ma Fair play significa molto di più che giocare nel rispetto delle regole. Esso incorpora i concetti di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Il fair play é un modo di pensare, non solo un modo di comportarsi. Esso comprende la lotta contro l’imbroglio, contro le astuzie al limite della regola, la lotta al doping, alla violenza (sia fisica che verbale)…
Soprattutto quando si è bambini, questa parola, non è molto comune, perché ancora non si sa bene di cosa si tratti e nel mondo del tennis è qualcosa che si acquisisce col tempo e con l’aiuto di chi ti segue fuori e dentro dal campo. Nel mio caso, ne sono venuta a scoprire l’esistenza e, quindi, a sentirne parlare per la prima volta, nei tornei macroarea, in particolare nel torneo di Prato, torneo supervisionato da un tecnico della federazione. Dopo aver perso la finale al terzo con ben due match point, il tecnico Giovanni Paolisso decise di assegnarmi la coppa come migliore giocatrice del torneo, ma non per doti tennistiche, ma bensì comportamentali. Da lì, conobbi quella parola e fui molto contenta di quel premio, soprattutto della buona impressione che avevo dato a coloro che mi stavano guardando, ma l’amarezza della sconfitta comunque mi perseguitava tant’è che piansi disperatamente su mia madre per più di mezz’ora.
PER TENNIS SI INTENDE ANCHE FAIR PLAY
Come ho detto prima, quando si è piccoli non è facile comprendere che nel tennis il FAIR PLAY è un pacchetto tutto completo, quindi, avere un buon comportamento in campo, portare rispetto all’avversario ed eventualmente all’arbitro sono cose che si acquisiscono col tempo, giocando partite, confrontandosi con gli altri e sono anche qualità donate da una buona educazione da parte dei genitori e maestri.
Quasi tutti coloro che giocano a livello mondiale, hanno un grande comportamento in campo che spesso i maestri ci spingono ad ammirare per imitarli. Nonostante l’alto livello di tensione e ansia, i BIG riescono a mascherare il tutto e a controllarsi nel comportamento, diventando così un grande esempio per tutti gli appassionati di questo sport. Credo, infatti, che lo sport, oltre ad essere un modo per confrontarsi e competere, sia anche un mezzo per crescere come persona, nei rapporti con gli altri, imparando a gestire le emozioni e controllare se stessi.
SOLO I VERI CAMPIONI CONOSCONO LA VERA ESSENZA DI QUESTA PAROLA
Purtroppo non sempre tutti hanno il giusto comportamento e spiccano comunque qualche episodio di pura follia e pazzia, non sempre molto gradevoli e “divertenti”, da parte di alcuni giocatori sempre di livello molto alto ( i più comuni sono il nostro Fognini o Kyrgios), ma c’è sempre la grande maggioranza che, invece, ci mostra come ci si dovrebbe comportare sempre.
Ultimamente ci sono stati vari episodi di vero FAIR PLAY come quelli di Del Potro e Nadal nei confronti di Almagro (molto emozionante è stato il conforto dato da parte di Del Potro ad Almagro, dopo essersi ritirato, mentre piangeva nella panchina), o anche la nostra Sarita Errani che dopo il match con la Mladenovic, si è scusata su Facebook per un’incomprensione avvenuta in campo che l’ha portata a “giudicarla” in conferenza stampa. Credo che durante un match ci possano essere dei fraintendimenti, soprattutto stando sotto pressione, ma comunque è apprezzabile il gesto da parte di Sara nel chiedere “scusa” dopo aver capito di aver sbagliato dimostrandosi di essere una vera campionessa soprattutto dentro di sé.
“DIETRO UN GRANDE CAMPIONE; C’E’ SEMPRE UNA GRANDE PERSONA”
I veri campioni sono anche grandi persone. Il detto “dietro una grande campione, c’è sempre una grande persona” si dimostra più che vero e lo si può vedere dentro e fuori dal campo, ad esempio nell’accettazione della sconfitta, nell’eleganza di congratularsi con l’avversario a fine partita o durante la premiazione alla fine di un torneo. E’ fondamentale comprendere ciò perché nei tornei, specialmente in quelli di alto livello tendono molto a penalizzare chi non ha un giusto comportamento con multe di denaro o squalifiche che possono, poi, andare ad influire nella classifica. Ovviamente diventarlo non è poi cosi semplice, ma c’è bisogno di tempo e maturazione, è molto utile anche prender esempio dai grandi campioni e cercare di imitarli non solo nel gioco, ma anche nel comportamento e ovviamente è necessario l’aiuto dei maestri e dei genitori e che essi insistano su questo fondamentale aspetto”.