Giorgi, Quinzi e molti altri, il 2015 degli azzurrini rampanti

Una analisi sul 2015 dei giovani italiani in rampa di lancio: un nuovo orizzionte per il tennis tricolore?

Tennis. Così vicini non ci siamo mai stati, o forse ci siamo da sempre. Per il tennis italiano non c’è mai stata una vera e propria consacrazione da quella ormai lontanissima vittoria di Davis, eppure abbiamo sempre raggiunto le zone alte, più o meno, della classifica mondiale, con la nuova età dell’oro femminile e con rappresentanti di un certo livello come Andreas Seppi, Simone Bolelli e Fabio Fognini, solo per prendere in considerazione il presente del circuito ATP.

Che il mondo del tennis mondiale sia in subbuglio è facile da apprendere, visto che i FabFour così come le top ladies stanno iniziando a lasciare per strada qualcosa di troppo vista anche la carta d’identità ormai segnata dagli anni che passano e nuovi risvolti nelle vite di ciascuno (infortuni e problemini per Federer, Nadal, Murray, Serena e Azarenka, paternità per Djokovic, ritiro della Li). Che due titoli Major non finissero in una delle otto mani sopracitate era difficilissimo da predire, e tale inaspettato risvolto ha dato ufficialmente il via alle candidature ufficiali per la leadership del gotha che verrà.

Tra i vari Coric, Zverev, Kyrgios, Kozlov, Safiullin, Rublev, e ancora Konjuh, Krunic, Kumkhum, Kiick, Dodin, Chirico ecc., di papabili nuove leve per il futuro ce ne sono tante, anche se qualche anno dovremo attenderlo, e tra loro non si possono non inserire gli “azzurrini” attualmente in rampa di lancio, compresi Camila Giorgi tra le donne e Gianluigi Quinzi tra gli uomini.

Se la 22enne di Macerata ha già fatto parlare benissimo di sé, con annessi risultati importanti tra i quali le numerose vittorie su Top10 e le finali a Katowice e a Linz, Quinzi ha inaugurato la propria scalata alla classifica ATP con un infortunio che lo ha tenuto a lungo lontano dai campi, costringendolo ad un rientro molto difficile e proiettandolo verso un 2015 che lo chiamerà a risultati convincenti e soprattutto costanti, considerate anche le solite pressioni date dalla “necessità di arrivare”.

E’ vero, è sempre facile dire che l’anno che verrà sarà pieno di spettacolo e di ogni sorta di novità, di classifica e non, ma se vogliamo proprio dirla tutta, il 2015 sarà effettivamente un banco di prova di tutto rispetto per molti giovani alla ribalta, con la Giorgi che dovrà far vedere di che pasta è fatta puntando a sostituire le varie Pennetta, Errani e Vinci come top player italiana e con Quinzi che dovrà cercare di smentire chi lo vede troppo indietro rispetto alle “young guns” tutte servizio e solidità che si sono palesate nell’ultima annata.

Alla fine le aspettative sono alte, visto anche chi dovrebbe lasciare loro il posto nell’Olimpo del tennis del Belpaese, e se non si vede un ricambio generazionale numericamente imponente come può valere magari per gli U.S.A. nel femminile e per l’Australia nel maschile, speriamo almeno che si vada a puntare sulla qualità, richiamando l’attenzione di tutti verso il circus maggiore e lasciando i ragazzi crescere tranquillamente, sia nel rendimento sia nella maturità personale, così da evitare ennesimi fuochi di paglia presi e messi alla gogna prima del tempo.

A essere tragici spesso si fa bene, ma altrettanto spesso è vero che non sempre chi supporta vuole fare del bene e chi mette in difficoltà lo fa con cattiveria: di promesse ce ne sono eccome, Jennifer Paolini, Alice Matteucci, Bianca Turati, Valeria Prosperi e una rediviva Martina Trevisan tra le ladies e Matteo Donati, Gianluca Mager, Andrea Basso, Stefano Napolitano e Matteo Berrettini tra i boys, per una batteria di giovani che sembrano anche aver ritrovato un buon feeling con il fondamentale del servizio. E questo dice tutto.

Ragazzi promettenti che potrebbero camminare su di un filo se non tutelati a dovere, ma che hanno potenzialità tali da dare loro una seria e vivida possibilità di raggiungere traguardi importanti, per loro e per il nostro tennis. Per lo sport italiano che tanto avrebbe bisogno di nuove facce pulite per farsi rappresentare al meglio, cercando per una volta di non fare gli “italiani”.

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