Quella di oggi è una data storica per il tennis italiano, che verrà più volte rievocata nei decenni a venire. Simone Bolelli e Fabio Fognini hanno vinto il titolo di doppio agli Australian Open, per giunta contro i nostri cugini francesi. Il veterano Nicolas Mahut e il ventitreenne Pierre-Hugues Herbert non hanno avuto molte chance grazie alla superba prestazione dei “Chicchi”, i “Fichis”, o come li volete chiamare: insomma, le nuovi superstar del tennis italico.
E’ dal 1959 che una coppia azzurra non vince uno Slam. Era il lontano 1959 quando, sul Philippe Chatrier del Roland Garros, Parigi, Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola sconfissero gli australiani Roy Emerson e Neale Fraser (6-3 6-2 14-12). Una vita fa, insomma. Vedere Fabio Fognini e Simone Bolelli come i legittimi eredi di questo pezzo di storia fa un certo effetto, dobbiamo ammetterlo. Questi due tennisti sempre sorridenti e un po’ scapestrati, questi ragazzi di vita pasoliniani poco hanno della solennità che si addice ai campioni passati di cui abbiamo letto fiumi di parole, eternamente incise nella storia del tennis.
Ma, forse, è stata proprio la leggerezza il vero segreto del successo di Fogna e Bole; quel prendersi poco sul serio, sempre, anche dopo quell’agognata vittoria, durante la cerimonia di premiazione sulla Rod Laver Arena. “Abbiamo vinto uno Slam, cazzo!”, ha detto Fognini all’amico e compagno d’impresa, poco dopo aver ricevuto il trofeo. E giù le risate.Certo, la frase del ligure rientra nella perfetta immagine dell’italiano stereotipato che il mondo ci ha cucito per troppo tempo addosso: ridanciano, caciarone, un po’ cafone. Ma pazienza, ci sta, ci sta tutto anche questo. Perchè, al di là delle parole, i nostri due prodi oggi hanno dimostrato il loro valore con i fatti, con il loro tennis, finalmente espresso nel migliore dei modi.
“E’ una grandissima vittoria, uno dei momenti più belli della mia carriera“, ha esordito Simone Bolelli in conferenza stampa. “Conquistare il titolo con Fabio è incredibile, abbiamo fatto davvero qualcosa di straordinario. Non ci siamo resi ancora conto del nostro risultato, forse domani. Siamo felici di aver vinto, per il nostro Paese, per la Federazione, la gente che ci tifa e ci segue, insomma, tutti gli italiani”.
“Io e Fabio abbiamo raggiunto una forte complicità in campo. E’ stata probabilmente questa la chiave del nostro successo: in doppio è molto importante, perchè non si è da soli, ma bisogna combattere insieme. Negli ultimi mesi abbiamo giocato molto spesso in doppio, nei tornei e in Coppa Davis. Il nostro prossimo obiettivo? Raggiungere le Atp Finals”.
Il tennista bolognese ha ammesso di essere sorpreso di questo exploit, anche perché i due hanno sempre messo in “secondo piano” il doppio rispetto al singolare.
“Se ci alleniamo con Sara Errani e Roberta Vinci? No, il tennis femminile è diverso. Ci siamo sfidati solo una volta, per scherzo”, ha esordito Fabio Fognini, rispondendo a una domanda di un giornalista australiano.
“Siamo molto felici di aver vinto uno Slam”, ammette il tennista di Sanremo. “Non è una cosa che succede ogni giorno o ogni anno. Vogliamo goderci questa vittoria fino in fondo, anche se già domani bisognerà pensare alle prossime sfide. Gli obiettivi per il futuro? Fare il meglio nel singolare, che rimane la priorità. E poi anche il doppio. Abbiamo conquistato 2.000 punti, ora è tutto nelle nostre mani. Riconosco che abbiamo delle chance di accedere alle Atp Finals”. “Stasera festeggeremo”, aggiunge Fabio, che ha vinto il titolo a Melbourne quattro anni dopo la fidanzata Flavia Pennetta, in coppia con l’argentina Gisela Dulko. “E’ la prima volta che posso dire di aver vinto un titolo come lei”, ammette. “Lei ha vinto 10 tornei, io solo 3. Lei è stata top 10, mentre il mio best-ranking è il n. 13. Insomma, almeno in questo siamo pari“.