Liam Caruana è italiano a tutti gli effetti, essendo nato a Roma da una famiglia italiana. La cosa che però lo contraddistingue dai suoi coetanei connazionali è lo stile di gioco, estremamente americano e lontano dai nostri canoni. Il romano si è trasferito in giovane età, insieme alla famiglia, negli Stati Uniti, prima in California, poi in Texas, precisamente ad Austin. Come anticipato precedentemente, il suo gioco si distingue per lo stile americano, ovvero un gioco prevalentemente piatto e veloce, incline alle superfici rapide. Durante il periodo juniores ha rappresentato gli Stati Uniti, a causa di un errore fatto da parte della Federazione a stelle e strisce. Dopo un accordo stretto nel 2016 tra il padre Massimo e Sergio Palmieri, Liam è entrato nel gruppo Next Gen della FIT, giocando i tornei Challenger italiani e facendosi di conseguenza conoscere dal pubblico tennistico del Bel Paese.
Dopo aver giocato un grande 2017, con il conseguimento di ottimi risultati a livello Challenger (la semifinale di Todi persa contro Marco Cecchinato) e dopo aver iniziato bene il 2018 con il main draw all’ATP 250 di Auckland, nonché il gran match di primo turno disputato contro Johnson, per Caruana è arrivato un periodo complesso. Tanti infortuni infatti gli hanno compromesso la stabilità fisica, in particolare ha dovuto affrontare dei problemi agli adduttori e agli addominali. Che Caruana fosse tornato finalmente a buoni livelli l’avevamo notato già nel Challenger di Ortisei qualche settimana fa, dove Liam aveva battuto al primo turno Robert, per poi perdere al secondo contro Herbert. In queste qualificazioni NextGen di Milano ha giocato un tennis esemplare, vincendo due incontri in rimonta e sovrastando l’avversario con vincenti e soluzioni da lasciare senza fiato gli spettatori. Un gran colpo è stato sicuramente quel rovescio lungo linea realizzato sul 3 pari, sul 5-5 al tie break del quarto set, che ha tagliato le gambe a Brancaccio: “Quel colpo l‘ho giocato ad occhi chiusi, mi sono detto che se avessi dovuto vincere o perdere quel tie-break l’avrei fatto con i miei colpi” ha affermato Caruana. L’azzurro ha poi commentato i suoi avversari:“Sono giocatori che conosco, alcuni anche molto bene. Per esempio, conosco bene Tiafoe, mi sono allenato spesso insieme a Fritz ed ho affrontato molte volte Tsitsipas nei tornei junior, purtroppo perdendoci sempre (ride n.d.r.)”.
Lo scorso anno l’Italia non ha sfigurato, portando nel main draw il marchigiano Gianluigi Quinzi, che ha dato spettacolo mostrando grandi colpi contro avversari che lo precedevano di molto in classifica. Quest’anno la nostra nazione non è da meno, avendo portato un rappresentante come Caruana, maggiormente avvantaggiato di Quinzi, avendo esperienza sia per quanto riguarda il tipo di superficie che per gli avversari. Nei gruppi, sorteggiati poco dopo la finale delle qualificazioni, Liam è capitato nel Gruppo B insieme a Rublev, Fritz e De Minaur.
A noi non resta che dare a Liam un grande in bocca al lupo, per questa nuova esperienza!