Luca Vanni. Questo il nome che riecheggia in questi giorni sui social, tra chi, con ammirazione, lo elogia nella sua tardiva esplosione, e chi, seguendolo da anni, vede ripagati i propri sforzi. In primis il suo team. A quasi 30 anni, il tennista aretino ha messo a segno un’impresa che lo ripaga dei sacrifici che hanno segnato la sua carriera, tra caparbietà ed ambizione.
Questi gli ingredienti che, questa settimana, gli hanno permesso di raggiungere la sua prima semifinale in un torneo del circuito maggiore, al Brazil Open, dove, in successione, ha estromesso De Bakker e Lajovic, in due battaglie giocatesi sui nervi, dopo essere entrato in tabellone al posto della testa di serie numero uno, Feliciano Lopez. “Voglio entrare tra i primi 100 del mondo”, afferma Luca in conferenza stampa. Alto 1.98, attualmente numero 149 del mondo, ma già virtualmente 133, Vanni è stato, in passato, vittima di una serie di infortuni che lo hanno attanagliato sin dalla giovane età, quando a 19 anni, dopo aver terminato gli studi, si trasferì a Perugia e, mentre era allenato da Alberto Castellani, si ruppe menisco e collaterale destro. E, come se non bastasse, circa sei mesi dopo, si infortunò anche al collaterale sinistro.
Inutile quindi far finta che la sfortuna non abbia avuto un ruolo determinante nella sua carriera. Nonostante ciò però, Luca, con umiltà ha risalito la china, passo dopo passo, vincendo, nel 2006 il Future da 10.000 euro di Avezzano, che lo riportò alla 650esima posizione del ranking. E così è continuata la sua carriera, tra alti e bassi, tra Futures e Challenger, non affacciandosi mai nel tennis che conta. Una carriera che, dopo un decollo non proprio roseo, sembrava aver ritrovato la retta via, se non fosse stato per un altro problema fisico all’inizio del 2013. Un calvario senza fine: Luca, dopo dolori continui al ginocchio decide di operarsi, e finisce oltre la 800esima posizione del ranking, in un tunnel dal quale sembra impossibile vedere la luce. Ha pensato di mollare tutto, ma ad aiutarlo sono stati la sua ragazza, il suo coach Fabio Gorietti, insieme ad Alessio Torresi ed il dottore Jacopo D’Ascola.
Ed il sostegno, familiare e non, ha poi fruttato i risultati tanto attesi. Ormai considerato quasi un giocatore “finito” ad inizio 2014, numero 833, ha, a fine stagione, lasciato tutti a bocca aperta, recuperando circa 700 posizioni. Sintomo che la sua forza d’animo non è una dote da considerare subordinata al suo tennis, ma ne è parte integrante, è ciò che, nel corso degli anni, gli ha infuso la forza per andare avanti e superare anche gli ostacoli più duri.Si trasferisce così al Tennis Training Villa Candida di Foligno, dove si allena con Coretti e Fabbiano. Ha continuato a auto-sostenersi economicamente grazie alla partecipazione al campionato di Serie A1 in Italia, con sporadiche partecipazioni anche in Germania e Francia.
La svolta arriva nel 2014: raggiunge la finale nel torneo di Kaohsiung, isola di Taiwan, dopo circa 8 anni dalla sua ultima finale in un torneo Challenger e, pur uscendo sconfitto, risale alla 200esima posizione. “Con i dolori ho imparato a conviverci. Ho avuto altri problemi, ma ho cercato di stringere i denti e tirare avanti. Sulla terra le articolazioni ne risentono meno, ma preferisco il cemento”, continua Vanni dopo i successi al torneo brasiliano.
“Qualcuno addirittura afferma che, se sono al meglio, valgo i primi 40 del mondo. Forse esagerano, mi accontento di dove sono”, aggiunge il tennista di Arezzo. Ebbene, dopo Paolino Lorenzi, abbiamo riscoperto a grandi livelli anche Luca Vanni. Il 2015 potrebbe essere finalmente un anno di consacrazione, anche se l’età non è ormai più dalla sua parte, ed una giusta ricompensa alle fatiche per quello che rappresenta per lui molto più che un lavoro, una vera passione.
L’approdo in finale ottenuto quest’oggi grazie alla vittoria sul tennista di casa Souza gli garantisce di sfiorare la Top 100, anche in caso, facciamo gli scongiuri, di sconfitta in finale. Contro il brasiliano Luca ha vinto più con il cuore, in una partita che si è rivelata molto equilibrata. Nel primo set il break decisivo c’è stato nel primo game, in cui l’italiano è riuscito subito a spezzare il ghiaccio e a tenere con solidità i suoi turni successivi di battuta, non arrivando mai a giocare i vantaggi.
L’atteggiamento visto in campo da parte del tennista di Arezzo è apparso solido, giocando con tattica ed intelligenza. Nel secondo set la voglia e il talento di Vanni vengono tutti a galla, ma quando si appresta a servire per il set il pubblico e Souza stesso lo mettono in difficoltà, allungando il set al tie-break dove il sudamericano ha la meglio.
Il terzo set ha dell’incredibile e, dopo vari rovesciamenti di fronte e tre ore di gioco, stacca il pass per la giornata di domani. Ora Luca è davvero a un passo dal sogno e da una probabile seconda carriera, che con questa vittorie e questi presupposti non può non cominciare. E pensare che fino a quaranta giorni fa il circuito ATP lo aveva visto solamente in televisione.
Grande Luca!