Anche per quest’anno il torneo di Miami si avvia ai capitoli conclusivi, neppure il tempo di accorgersene che l’enorme carrozzone del circuito è già pronto per ripartire, per gli azzurri il tempo del campo è ormai finito, quello che è stato è stato, direbbe qualcuno “chi avut avut avut, chi ha rat ha rat ha rat, scurdammc o passat”.
Ma prima di dimenticare questo passato, ormai lo sapete, manca un ultimo step, la maestrina dalla penna rossa che è in noi e che in questi giorni ha perso preziose ore di sonno pur di attendere la loro discesa in campo, ora pretende vendetta, non ha alcuna intenzione di censurarsi, vuole dire la sua a tutti i costi e allora giù di voti. Ci teniamo a questo punto a chiarire che mai pagella fu più breve, non per mancanza di volontà o perché il troppo cibo ingurgitato in questi giorni ci ha resi pigri, bensì perché buona parte dei nostri aitanti guerrieri ha deciso di trasformarsi in moderni “Fantozzi subisce ancora” e a quel punto converrete con noi che c’è davvero poco da scrivere. Ma di questo poi ne parliamo, ora concentriamoci piuttosto sulle già poche note positive.
Flavia Pennetta voto 7,5: è lei la migliore della spedizione. Non c’è dubbio, età, né nuove leve che tengano, sul veloce, soprattutto se è made in Usa, la migliore delle nostre resta sempre e comunque lei. Lo ammettiamo candidamente, alla vigilia del torneo abbiamo inveito contro la mala sorte, tra tutti, il suo tabellone ci sembrava uno dei più proibitivi, già a partire dal secondo turno contro l’ostica Pironkova temevamo il peggio, ed invece ancora una volta Flavia ha saputo stupirci piacevolmente. Grinta, cuore, concentrazione e attributi durante tutto il torneo come sempre non le sono mancate, nella partita contro l’ex numero uno del mondo Vika Azarenka, poi, ha fatto un vero e proprio capolavoro di tattica e tenuta psicofisica. Ai cospetti della bielorussa la brindisina ha sfoggiato tutto il meglio del suo repertorio, dimostrando ancora una volta di non aver alcun timore reverenziale nei confronti di nessuno e di essere in grado, su questa superficie, di giocarsela davvero con tutte. Certezza.
Sara Errani voto 7: i soliti espertoni di tennis sin dal secondo turno l’avevano data per spacciata, dimenticando come sempre un piccolo dettaglio, l’enorme cuore e la grinta della bolognese. Quando una è abituata a lottare così non c’è “pallettara” che tenga, che si chiami Pavlyuchenkova o Muguruza, il risultato non cambia. Più che buono dunque è stato il suo torneo, ad eccezione della partita contro una Lisicky decisamente on fire (ricordiamo che anche Serena Williams contro di lei se l’è vista decisamente brutta) in cui oggettivamente non è proprio riuscita ad entrare in partita, Sarita ha dimostrato un buon tennis e un buon momento di forma che decisamente ci fanno ben sperare in vista della sua stagione, quella sulla tanto amata terra rossa. Lottatrice.
Camila Giorgi voto 6: buon terzo turno quello conquistato da Camila a Miami, peccato solo per un sorteggio non proprio benevolo, trovarsi di fronte già dal terzo turno Simona Halep, la giocatrice più in forma del momento, decisamente ce lo saremmo risparmiati più che volentieri. Contrariamente a quanto pronostici e classifiche lasciavano presagire, la partita è stata più che lottata, a tratti la romena se l’è decisamente vista brutta, peccato solo per quei tanti, troppi, doppi falli che la maceratese continua ad inanellare. In crescita.
E poi c’è il gruppone dei rimandati, capitanati dal numero uno d’Italia Fabio Fognini, quelli del non classificato, quelli del primo turno o al massimo il secondo (sempre che il sorteggio o un bye li aiuta) e poi tutti a casa. Ci hanno insegnato che a pasqua si deve essere più buoni, dunque per questa volta eccezionalmente, eviteremo singole riflessioni, diciamo soltanto un generico “ci aspettavamo di più” (anche perché di meno oggettivamente è difficile). Rimandati.