Non si risveglierà tanto facilmente da questo sogno Lorenzo Musetti, il neo vincitore degli Open d’Australia per la categoria juniores che in mattinata ha sconfitto l’americano Nava dopo due ore e sedici minuti di dura battaglia.
Alla Rod Laver Arena di Melbourne l’atmosfera era quella delle grandi occasioni, con un pubblico gremito che ha potuto assistere ad un match giocato da campioni veri, i quali hanno saputo onorare l’intero tennis mondiale nel migliore dei modi e nella più totale sportività agonistica.
Nell’infinito tie-break al cardiopalma del terzo set, l’azzurrino ha avuto la meglio del suo degno sfidante mantenendo la calma nel momento più cruciale, durante il quale è stato costretto ad annullare anche un match-point, l’unico della partita in favore dell’avversario.
“Mi sono scaldato stamane una ventina di minuti nella Rod Laver Arena; – ha dichiarato uno sciolto e spigliato Musetti al termine dell’incontro di fronte ai giornalisti – è uno stadio molto grande, ti porta a stare molto lontano dalle righe. E la strategia studiata prima della partita era di non allontanarsi troppo dalle righe perché Nava gioca in maniera molto aggressiva. Fortunatamente sono riuscito ad adattarmi e a fare quello che mi ero preposto di fare“.
“In risposta sono stato costretto spesso a colpire in chop – prosegue l’azzurro – più che altro perché ci sono stati dei momenti nei quali non si vedeva bene, c’erano parecchie ombre, quindi la scelta è stata quasi obbligata. Spesso lui faceva punto, ma alla fine ha poi commesso anche qualche errore come poi nei due punti finali. Al servizio invece lui era molto più a suo agio su una palla tesa e forte: anche se servivo ai 200 all’ora lui riusciva a rispondere bene, per cui ho provato a servire con più rotazione e più angolo, tenendo una percentuale alta di prime, senza dargli punti di riferimento ed è stata una strategia vincente, perché da quel game in poi ho visto che le percentuali sono aumentate e poi nel tie-break finale ho servito quasi solo prime”.
Il sedicenne di Carrara a partita conclusa ha avuto modo di confrontarsi anche con il Numero Uno del mondo Novak Djokovic, il quale si è immediatamente complimentato per il successo e sottolineando come stesse seguendo animatamente l’evolversi del match negli spogliatoi: “Sapere che Djokovic guardasse la mia partita non è una cosa che capita tutti i giorni. L’ho incrociato negli spogliatoi e mi ha fatto i complimenti. Sapeva che avevo perso a New York e mi ha detto che ho un buon mental trainer. ‘Ho cercato di imparare da te’, ho risposto, facendogli l’in bocca al lupo per la finale di domani“.
Archiviata la sconfitta agli US Open Junior dello scorso anno, al talento italiano non rimane che godersi serenamente il meritato successo nel cemento australiano, con un ringraziamento particolare alla famiglia e gli occhi prontamente rivolti all’imminente futuro, nella speranza definitiva che possa essere lui, finalmente, la nuova promessa del tennis italiano: “Ora ci si gode questo momento di gloria, un sogno nel cassetto che si è avverato. Sono contento del lavoro che abbiamo fatto, l’anno non poteva iniziare nel migliore dei modi. Dedico la vittoria al mio team, a tutti quelli che hanno lavorato con me, alla Federazione, che mi sta dando tanti contributi, sia a livello economico, sia a livello tecnico con la disponibilità al centro di Tirrenia. E il ringraziamento più speciale naturalmente va anche alla mia famiglia e a tutti i miei amici che erano qui e hanno guardato la partita facendo il tifo per me.
Questa vittoria significa anche poter giocare le qualificazioni Slam il prossimo anno, ma a livello pro. Per ora il trofeo vinto oggi è sicuramente il più importante, poi vedremo in futuro“.