Quinzi cambia ancora: un nuovo coach per ripartire

Quinzi cambia ancora allenatore, vittima di un'eccessiva pressione mediatica?

Il 2014 per la giovane promessa del tennis italico, Gianluigi Quinzi,  è stato un anno a dir poco “difficile”, condizionato da tanti (forse troppi per un giovane di 18 anni) elementi di disturbo: si va dall’operazione chirurgica al polso sinistro (per sistemare una lesione di secondo grado al piramidale dorsale), all’incalzare della pressione mediatica, passando per la preparazione dell’esame di maturità, sino ad arrivare al cambio di ben 4 coach nel giro di pochi mesi. Cerchiamo a questo punto di capire, cosa c’è alla base di questi continui cambi di allenatore, cosa dobbiamo aspettarci da Quinzi per le prossime stagioni e soprattutto se si trasformerà da “promessa” a realtà del tennis mondiale.
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Gianluigi Quinzi nato a Cittadella il 1 febbraio 1996, cresciuto a Porto San Giorgio, è inutile negarlo, è colui a cui sono affidate la maggiori aspettative per il futuro del tennis italiano. Già all’età di 7 anni, sono in molti ad indicarlo come un vero e proprio talento in erba, spingendo i genitori a trasferirsi a Bradenton, in Florida , iscrivendo il figlio alla Nick Bolettieri Academy, una delle scuole di tennis più note ed importanti al mondo (qui, tra gli altri, si sono formati: Agassi; Sampras, Seles, Sharapova). ”Bollettieri a 8 anni lo nota a 5 campi di distanza”. A questo punto, la leggenda vuole, che Nick Bollettieri noti Gianluigi a distanza di 5 campi, ordini ai suoi di portarglielo di fronte, per poi offrirgli una borsa di studio per l’Academy. Da questo momento in poi, a livello giovanile, ha vinto praticamente di tutto: dal torneo di Little Mo, giocato in Florida e riservato agli Under-10 ( nell’albo d’oro di questo torneo ci sono: Serena Williams e Andy Roddick); al titolo europeo under 14; la Baby Davis; a tredici anni è stato il più giovane tennista nelle classifiche Itf Junior.

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Il picco di questa parabola, il marchigiano, lo raggiunge nel 2013, quando a 17 anni, conquista il prestigioso titolo a Wimbledon juniores (è il secondo italiano della storia a firmare i Championships di categoria, dopo Diego Nargiso nel 1987) e arriva al numero 1 di categoria. Nel 2014 sembrava pronto per sbarcare nei pro, inizialmente ottiene buoni risultati vincendo il titolo nei tornei futures, in Romania e nelle due tappe in Marocco, e salendo al numero 302 del mondo. Le cose vanno talmente bene, che s’inizia a parlare della possibilità di una  wild card per le qualificazioni del Masters 1000 di Miami. Ma ad un certo punto, il giochino sembra rompersi, le cose cominciano a cambiare, i risultati non arrivano, l’insoddisfazione sale e come spesso accade a pagarne le conseguenze è l’allenatore. Nel mese di marzo Quinzi, dopo 4 anni di collaborazione dice addio all’argentino Eduardo Medica, affidandosi prima a Tomas Tenconi e dopo poche settimane allo spagnolo Marc Gorriz, ex n°88 del mondo e in passato già tecnico di: Giraldo; Tommy Haas e Alejandro Falla. Ma le cose continuano a non cambiare, l’intesa con lo spagnolo non funziona, di conseguenza dopo meno di un mese Gianluigi cambia ancora, questa volta sceglie Federico Torresi, ex buon giocatore a livello challenger.
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I risultati iniziano a migliorare, va bene a livello Challenger, in Croazia centra il primo successo da professionista, meno buone sono le prime apparizioni nei tornei Atp (esce nelle qualificazioni sia a Zagabria che a Kitzbuhel), comunque tutto sommato ci può stare. Quando tutto sembra ripartire nel modo giusto, arriva però la notizia più preoccupante della stagione, il polso del marchigiano fa crac, si parla di almeno 4 mesi di stop e di conseguenza di stagione conclusa. A questo punto, arriva provvidenziale come non mai, l’ala protettrice del dottor Costa (per anni al capo della clinica mobile della MotoGP) che, unita alla fisioterapia e agli ottimi allenamenti in quel di Foligno, riescono a ridurre notevolmente i tempi di recupero. Arriviamo a questo punto al 17 novembre scorso, quando Quinzi si è rivisto in campo, nel  Challenger di Montevideo (fermato nei quarti da Pedro Cachin con lo score di 7-6; 6-4), ma la vera notizia, non è questa, è un’altra: al suo fianco c’è l’ennesimo nuovo allenatore: Mariano Monachesi. Monachesi, argentino di nascita, in passato ha già allenato: Guillermo Coria; Tommy Robredo; Leonardo Mayer. A nostro avviso questi continui cambi di allenatore, sono dovuti anche alla pressione mediatica che il 18enne ha dovuto subire nel corso della stagione, pressione che andrebbe allentata, per non correre il rischio di aggiungere il nome di Gianluigi, alla già corposa lista, di coloro che per eccesso di irruenza hanno finito per bruciarsi. Lasciamogli piuttosto prendere il tempo che gli serve, lasciamolo lavorare con maggiore tranquillità, ridimensionando le nostre aspettative per il breve periodo. Archiviati i problemi al polso e il ciclo di studi (quest’anno Gianluigi ha dovuto sostenere anche l’esame di maturità), in questa stagione lo rivedremo in campo per i due Futures a Mendoza, mentre per il futuro non ci resta che augurargli, serenità e buoni risultati. In bocca al lupo campione.

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