Forse si sono create troppe aspettative dopo la vittoria alle NextGen Finals o forse è solo la fretta di vedere un nostro ragazzo arrivare ai vertici giovanissimo. O forse è semplicemente la forma mentis e la cultura sportiva italiana che se vinci sei un fenomeno e se perdi non vali nulla, fatto sta che questo inizio di stagione del 18enne prodigio Jannik Sinner è stato accolto con parecchia delusione.
Un primo mese assai complicato. Quattro tornei disputati ed una sola vittoria. Riassumendo: Challenger di Bendigo sconfitta al primo turno dal numero 121 Emil Ruusuvuori, 6-3 6-4. Atp 250 di Auckland sconfitta al terzo contro Benoit Paire, numero 24 del mondo, giocando bene. Vittoria al primo turno all’Australian Open tre set a zero contro una wild card australiana di nome Max Purcell e poi sconfitta molto netta 6-4 6-4 6-3 contro il numero 67 Márton Fucsovics. Torneo 250 di Montpellier e sconfitta 6-3 6-4 contro Mikael Ymer davanti a lui due posizioni.
Una partita vinta e quattro perse. Era lecito aspettarsi di più. Bisogna anche dire che quando si parla di un ragazzo di 18 anni più che i risultati bisogna guardare le prestazioni ed i miglioramenti. Difatti il campannello d’allarme, se possiamo definirilo tale è proprio riguardo alle prestazioni molto al di sotto degli ultimi mesi del 2019. Jannik in queste partite sta servendo male e sta sbagliando tanto, troppo, da fondo.
Il servizio in particolare non incide. Finora le statistiche recitano 17 ace in 5 partite (13 set giocati) e 14 doppi falli. Una percentuale di prime abbastanza bassa sotto il 60% e un rendimento con la seconda molto negativo. Solo il 39% di punti vinti e se togliessimo il match contro Purcell, avversario di caratura troppo inferiore, dove è rimasto sopra il 50% di punti vinti, nelle altre quattro partite siamo al 35%. Grosso modo un punto su tre.
Tutto questo su campi rapidi e contro avversari non di vertice assoluto. Sicuramente urge un miglioramento quanto prima sotto questi aspetti. Di certo Jannik e il suo team sono consci di questo e già mesi fa lo stesso Sinner dichiarava: “Ci stiamo concentrando prevalentemente sul servizio. È il fondamentale su cui devo migliorare in assoluto di più. Ovviamente, come tutti i giovani, devo migliorare un po’ ogni aspetto del mio gioco, inclusi dritto e rovescio, ma nel mio caso il colpo su cui lavorare di più è il servizio. Sono alto, perciò penso di poter servire meglio. Ci sono partite in cui servo meglio, altre in cui servo peggio, ma questo fa parte del tennis”. Tutto giusto. Si tratterà di trovare la giusta meccanica e fluidità in un colpo che è stato ristrutturato rispetto a qualche tempo fa.
Insomma ci vorrà del tempo e non bisogna preoccuparsi troppo. Probabile anche che questo inizio di stagione complicato sia dovuto ad un lavoro fisico effetuato nella off season che potrebbe aver un po’ imballato Jannik nei movimenti; poi non dimentichiamoci che il ragazzo si sta ancora formando fisicamente e, a quanto detto da Riccardo Piatti, è addirittura cresciuto in altezza: «A gennaio 2019 era 1,87, ha chiuso 1,91. Le cartilagini dei polsi e delle ginocchia sono ancora in formazione. Crescerà ancora almeno 3 cm».
Il prossimo appuntamento di Sinner sarà la prossima settimana a Rotterdam. Un Atp 500 di ottimo livello con Medvedev, Tsitsipas e tanti altri. Gli organizzatori hanno concesso gentilmente una wild card. Speriamo che Jannik riesca ad offrire delle prestazioni migliori di quelle viste finora. Forse si potrebbe obiettare che tutte queste wild card in tornei ATP non sono la cosa migliore per un 18enne agli esordi nel tennis che conta. Probabilmente passare attraverso le qualificazioni o giocando ancora qualche Challenger potrebbe essere più corretto per la crescita, ma Riccardo Piatti è stato chiaro: “Io ragiono sul biennio: deve giocare 150 match importanti, 70 circa a stagione, passando da sconfitte cocenti e momenti brutti, che saranno più importanti di quelli belli. Se perderà al primo turno resterà lì ad allenarsi, guardando gli altri vincere. Solo soffrendo si migliora”.
Quindi ben vengano le partite nei grandi tornei, nella speranza che queste sconfitte non tolgano fiducia a Jannik. Ci vuole pazienza e ci vuole tempo. Il processo di crescita è ancora lungo.
Forza Jannik.