A febbraio la squadra di Fed Cup, per quattro volte vincitrice del titolo, retrocede in serie b dopo 14 anni, con il capitano Corrado Barazzutti che abdica a favore di Tatiana Garbin. Sarà solo il primo passo verso il declino di un movimento che appena un anno fa toccava il suo punto più alto, con una finale Slam tutta italiana.
Lo sapevamo forse già da allora che quello sarebbe stato un punto di non ritorno, la chiusura con il botto di un ciclo ormai finito. Le cose però sono andate peggio del previsto, perchè se l’addio di Flavia Pennetta era cosa saputa e se da i trentatrè anni di Roberta Vinci, nulla di più potevamo pretendere, i vari Fognini, Seppi, Errani e Giorgi, sembravano frecce ancora fresche nell’arco azzurro. Ed invece per diversi motivi la stagione di ognuno di loro è stata piuttosto fallimentare.
Fabio, forse anche distratto dal matrimonio con Flavia Pennetta, si è limitato al minino indispensabile, troppo poco per uno che da tempo cerca l’ingresso in top ten. L’unico sussulto lo ha avuto in chiusura di stagione con la finale persa a Mosca, che non è bastata ad evitargli l’uscita dai primi 40 del mondo.
Meglio non è andata ad Andreas Seppi, addirittura sceso intorno all’ottantesima posizione, alle prese con un fastidioso infortunio all’anca, lui che nel gennaio del 2015 ci regalava l’impresa di una vittoria Slam contro Roger Federer.
Ottima è stata invece la stagione di Paolo Lorenzi diventato il n.1 d’Italia e 36 del mondo, grazie ad una buona continuità di risultati e alla vittoria del primo ATP in carriera sulla terra rossa di Kitzbühel . Un traguardo meritatissimo per il tennista senese, migliorato tanto negli ultimi anni, frutto di una serietà ed una professionalità non a tutti comune.
Gli infortuni hanno invece frenato la stagione di Camila Giorgi, ancora eterna promessa mai pronta ad esplodere nonostante un’enorme potenziale. La lite poi tra il suo staff e la Fit, è la conferma di come Camila si stia cullando in un anbiente che stenta a farle fare quel salto di qualità che meriterebbe.
Anche Karin Knapp è incappata in un’annata sfortunata che l’ha portata ad uscire dalle prime 100 del mondo. Dopo l’infortunio al ginocchio destro che nel settembre 2015 la costrinse ad un intervento chirurgico, l’atoaltesina è rientrata solo marzo, senza ritrovare però la buona forma che lo scorso anno la portò al suo best ranking. Unico risultato di rilievo è stato il secondo turno conquistato al Roland Garros, con la vittoria contro Victoria Azarenka. Karin è stata l’unica italiana a superare due turni nello Slam parigino.
Sara Errani, invece, ha vissuto la stagione più brutta degli ultimi anni, con tre eliminazioni al primo turno nei quattro tornei dello Slam, conquistando però il Premier di Dubai, il trofeo più importante in carriera. Sara è scivolata fuori dalle trenta del mondo, lasciando lo scettro di n.1 d’Italia a Roberta Vinci, che tra i dubbi di un imminente ritiro ed il peso dell’anagrafe, zitta, zitta è stata la migliore degli azzurri, ancora n.14 WTA.
Il tennis italiano è incappato in un declino dal quale potrebbe anche parzialmente riemergere, con la consapevolezza che gli anni di gloria sono oramai finiti ma con la voglia di lavorare per tornare a riviverli al più presto.