Proviamo a vedere cosa ci aspetta in questa edizione 2021 di Wimbledon.
Siamo nel regno di Federer, ma Djokovic non ha intenzione di mollare il colpo, dopo aver messo tutti alle corde: il ventesimo slam è lì, dietro l’angolo, il Golden Slam è partita aperta, la motivazione è alle stelle.
E’ già tutto scritto?
Scopriamolo.
Prima scrematura dei 128: dividiamo a gruppi di 16 per trovare gli otto nomi caldi che si giocheranno le fasi finali.
Nel primo gruppo c’è Djokovic, e onestamente non c’è nemmeno l’ombra di qualcuno che potrebbe, FORSE, MAGARI, metterlo lontanamente in difficoltà.
E vabbè, questo è facile.
Secondo blocco: gli italiani Sinner e Fogna non convincono, per la forma fisica e il momento attuale; Schwartzman è pesce fuor d’acqua sulla superficie verde, quindi ecco che il nome caldo diventa quello di Rublev, che almeno dalla sua ha una potenza e una tigna fuori dal comune.
Il prossimo blocco è simpatico, perché c’è Tsitsipas, che però non è che mi ispiri tutta sta fiducia; c’è Khachanov, che potrebbe anche resuscitare dopo un periodo buio; c’è Evans che alla fine è cliente ostico, e c’è De Minaur, fresco di titolo a Eastbourne.
E se fosse lui la prima sorpresa?
Nel quarto blocco, mi si consenta, mi prendo una licenza poetica e scelgo Sir Andy Murray, anche perché Bautista è un metronomo ma non sul terreno di caccia preferito; Shapo è un grosso interrogativo, e Opelka, che potrebbe fare il ruolo di Isner 2, dovrebbe superare proprio Bautista, e non credo ce la possa fare.
Il quinto blocco si colora di verde, bianco e rosso: è Berrettini il nome caldo, anche se le insidie Isner e Karatsev andranno gestite con grande attenzione.
Berretto ha però dimostrato di trovarsi veramente bene sul verde, ha sensibilità, è rapido, è in forma, ha trovato il suo gioco sull’erba. Questa edizione Matteo lo portiamo avanti.
Il blocco successivo è quello degli artisti: c’è subito un Kyrgios vs Humbert al primo turno che ci dirà se Nick è venuto a farsi una gita a Londra o no; c’è FAA che sembra abbia fatto abbonamento a Telepass, perché mi sembra di vedere davanti a lui sbarre alzate, e c’è Zverev, che volendo, potrebbe ricordarsi di essere uno forte.
Prendo Zverev, ma il cuore dice Kyrgios, sappiatelo.
Il blocco successivo è invece interessante perch… scherzo. Federer.
L’ultimo blocco promuove Medvedev, che sembra aver trovato una sua particolare quadratura del cerchio sulla superficie e ha fatto molto bene a Maiorca, contro uno Zio Sam che sa il fatto suo sull’erba.
Cilic non mi ispira più di tanto, ma sarebbe la seconda scelta.
Dura per Musetti, dura per Dimitrov, comparse gli altri.
Ricapitolando: Djokovic, Rublev, De Minaur, Murray, Berrettini, Zverev, Federer, Medvedev.
L’indecisione è sui secondi quattro, perché nel primo gruppo, salvo cose impensabili, Nole ha già il pass per la finale.
Di qua, il cuore è diviso: Berrettini per patriottismo, Roger per amore sconfinato.
Djokovic rimane il favorito numero uno, e dopo averlo scritto, andrò a confessarmi.
Berrettini rimane il sogno proibito, che se proprio non deve esserci Roger, meglio ci sia lui.
Roger rappresenterebbe l’estasi suprema.
Rimango coi piedi per terra, ma guardo in cielo, perché è lecito sognare.