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Andy Murray, campione affermato o eterno incomodo dei ‘Fab Four’?

Il coraggioso tentativo di Andy Murray di di conquistare il secondo set nella finale degli Australian Open, contro Novak Djokovic, è indicativo della sua determinazione di emergere e sfondare nell’epoca dei Fab Four. Più rilevante del “quinto Beatle” ma non abbastanza prominente come Method Man, Murray è l’altro ragazzo del gruppo. 

Djokovic lo ha sconfitto con il punteggio di 6-1 7-5 7-6(3). E’ il secondo anno consecutivo, e la quarta volta in totale, in cui il serbo lo ha battuto in finale a Melbourne. Dopo un’altra sconfitta in finale Slam, è legittimo chiedersi se lo scozzese riuscirà mai a scrollarsi di dosso il il suo status di anello debole dei Fab Four.

Nella sua conferenza post-match, Murray ha dichiarato al sito ufficiale degli Australian Open: ” Credo che avrei potuto giocare un po’ meglio. Voglio dire, credo che nella maggior parte dei match che abbiamo giocato negli Slam sono stato competitivo. Anche se da fuori potrebbe non sembrare così”.

E queste parole non fanno che confermare e ribadire la posizione dello scozzese nei “Fab Four”: misurare i progressi in base a quanto appaia competitivo nelle sconfitte. Ora il numero 2 del mondo ha un parziale di 2-7 nelle finali Slam, e non trionfa in un Major da Wimbledon 2013, ormai 3 anni fa. Eppure, sta giocando decisamente meglio di Rafael Nadal, ed è meglio classificato di Roger Federer. Quello che gli manca, però, sono i successi negli Slam: lui è l’unico dei quattro fuoriclasse a non essere in doppia cifra.

Attualmente, stiamo vivendo un vero e proprio “Djokovic-show”. Dopo la finale del Qatar Open di Doha, Nadal ha detto ai giornalisti: ” Non conosco nessuno che gioca a tennis così. Da quando conosco e pratico questo sport, non ho mai visto nessuno giocare a questo livello”. Se questa è davvero l’era di Nole, per Murray potrebbe essere troppo tardi per sfondare e imporsi tra i Fab Four.

Il campione di Dunblane è l’unico dei quattro a non avere ancora raggiunto la vetta del ranking, al numero 1 del mondo. Considerando i punti di vantaggio che il serbo ha in classifica (16.970 punti contro 8.945), possiamo affermare senza dubbio che ciò non accadrà a breve. Lui è inoltre l’unico ad essere in svantaggio negli scontri diretti contro tutti e tre. Al contrario, Djokovic è l’unico ad avere un record positivo sia con Federer, sia con Nadal, e anche contro lo scozzese.

Il posto di Murray tra i quattro dominatori del tennis è messo costantemente in discussione, in particolare negli ultimi due anni. Nel 2014, Carl Bialik e Nate Silver, di ESPN’s FiveThirtyEight, hanno scritto un articolo dal titolo: “Il tennis ha ‘i big three e una metà'”. Ecco il contenuto:

“I risultati complessivi di Murray nei grandi tornei lo rendono assolutamente degno del suo ruolo di Fab Four, ma allo stesso tempo indicano quanto sia lontano del livello degli altri tre. Nonostante li abbia affrontati più e più volte, e nonostante abbia racimolato contro questi giocatori lo scozzese numerose sconfitte, loro sono gli unici di questa epoca che gli sono superiori”.

Dopo la sconfitta di Andy contro Djokovic, Bialik ha scritto in un tweet che Murray è vittima della sfortuna, per essersi trovato in un’epoca con tre tennisti così forti. L’anno scorso, durante gli Us Open, il giornalista di “Usa Today” Chris Chase ha appoggiato la tesi secondo cui lo scozzese non può essere considerato alla pari degli altri tre Fab. Chase ha scritto: “E’ uno dei più grandi talenti della sua epoca, e forse il tennista britannico più forte di sempre. Credo solo che non possa essere inserito in un gruppo in cui sono presenti tre giocatori con un curriculum negli Slam nettamente superiore al suo“. 

Per rafforzare la sua posizione nei “Big Four”, Murray ha bisogno di conquistare altri titoli Slam. In questo momento, il numero 2 del mondo è alla pari in quanto a successi nei Major con Stan Wawrinka, che come lui ha trionfato in due Slam. Wawrinka, il “quinto Beatle”, è imbattuto nelle finali Major. Ed è stato anche meglio classificato di Murray per buona parte del 2015.

Vincere i Master 1000 non lo renderà superiore ai suoi diretti rivali. Lo scozzese deve togliere gli Slam agli altri membri dei Fab Four. E potrebbe essere utile anche vincere qualche scontro diretto in più: ha infatti un record decisamente negativo (6-16 contro Nadal, 9-22 contro Djokovic, 11-14 contro Federer).

Considerando che Murray è della stessa età di Djokovic, è improbabile, se non impossibile, che possa raggiungere gli altri nel totale dei trionfi. Ma se davvero vuole essere ricordato come qualcosa in più del quarto incomodo, ha bisogno di aggiungere almeno tre Slam nella sua bacheca.

Riuscirci non lo renderebbe pari agli altri tre. Tuttavia, lo metterebbe in compagnia dei più grandi della storia del tennis. Molti tra i più importanti campioni del nostro sport non hanno raggiunto la doppia cifra nei Major- come Jimmy Connors (8), van Lendl (8), John McEnroe (7), Stefan Edberg (6) e Boris Becker (6). “Solo” 2 Slam potrebbero sembrare pochi per entrare nella Hall of Fame. 5 ti portano tra i più grandi. Se vuole dimostrarsi meritevole di far parte dei Fab Four, Murray deve vincerne più di 2.

In caso contrario, verrà ricordato come il più forte britannico di sempre, con 2 Major, una Coppa Davis, una medaglia olimpica, e come “l’altro ragazzo” dei Fab Four.

Giacomo Marchetti

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