Finalmente si riparte. E lo diciamo con convinzione, finalmente. L’altro ieri, il Governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo ha dato il via libera per lo svolgimento dello Us Open. Ieri senza tardare è arrivato quindi il calendario ufficiale di Atp e Wta. Parleremo certamente degli Internazionali BNL d’Italia, cercando di evidenziare però tutti gli interrogativi di una ripartenza sacrosanta.
Le donne saranno le prime a ripartire, il 3 agosto. Si ripartirà, e in parte dobbiamo andarne orgogliosi, dall’Italia e da Palermo. C’è da essere contenti, anche se, obiettivamente, lo slot in calendario del torneo siciliano non sembra molto comodo. Si tratta di un torneo su terra rossa che però precede tornei su cemento quali Cincinnati e lo Us Open. Come già anticipato da tempo grazie a diverse fonti, il Premier Five dell’Ohio si svolgerà eccezionalmente a Flushing Meadows. Scelta forse drastica, ma anche abbastanza obbligata se si vuole ripartire col presupposto di diminuire al minimo il rischio di contagio. La decisione va proprio in quella direzione, limitando al minimo gli spostamenti.
Lo slot di Palermo rimane complicato da gestire proprio per l’importanza dei tornei da cui è seguito, che si giocheranno in un continente e su una superficie differenti. Per Palermo, l’incertezza non riguarda solo il campo di partecipazione, ma anche la presenza del pubblico o meno. Mentre negli Stati Uniti sono quasi sicure le porte chiuse, infatti, in Europa si spinge per la presenza di pubblico, seppur ridotta rispetto alla capienza massima. Ma se per il Roland Garros, che si svolgerà dal 28 settembre, la cosa sembra quasi certa, in Italia gli organizzatori dei tornei di Palermo e Roma (confermato in versione combined) dovranno confrontarsi col Governo. Tra Palermo e gli States, il calendario Wta segnala inoltre un altro spot libero, per un torneo che potrebbe iniziare dal 10 agosto.
Il Western & Southern Open inizierà tra il 21 e il 22 agosto. La seconda è la data segnata per gli uomini, che da lì si ritroveranno con le colleghe, nella Grande Mela per i primi due tornei pesanti dalla stagione. Da questo punto di vista, il calendario Atp sembra strutturato meglio. Il circuito ripartirà il 14 agosto, ben più tardi della Wta, ma subito dagli Stati Uniti. A Washington andrà infatti in scena il consueto Atp 500.
Se ne son dette anche troppe, sulla scelta di far ripartire lo sport che tanto amiamo dagli Stati Uniti. Perché è anche il paese più colpito al mondo dal coronavirus. Ma la verità è che una posizione troppo estrema, della serie “han vinto i soldi”, sembra come sempre inappropriata. Nel 2020, i soldi possono vincere in svariate maniere. Eppure si continua ad identificarli come un nemico invisibile, quasi come il Covid-19, che in realtà non intacca in alcun modo né noi, né l’integrità del nostro sport. Anzi, proprio questa sarebbe venuta meno, insieme alla credibilità internazionale, se non si fosse ripartiti. A tirare in ballo un possibile nuovo focolaio, non ci si guadagna nulla. D’altronde a New York hanno già stilato dello norme molto stringenti, forse anche troppo, a sentire Novak Djokovic e altri.
L’Atp non si è sbilanciata affatto, e anzi ha stilato un calendario parziale, che si ferma al Roland Garros. La Wta invece ha piazzato già 20 tornei, compreso (per ora) lo swing asiatico che dovrebbe partire proprio in concomitanza con la seconda settimana dello Slam parigino, a Seoul. Se si fosse scelto di non giocare neanche lo Us Open, per riprendere solamente dalla metà di settembre, l’immagine del tennis ne avrebbe risentito fin troppo. Restando così inspiegabilmente fermo mentre il calcio mondiale e anche il basket NBA si sarebbero rimessi in moto già da moltissimo tempo. E bisogna inoltre ricordare che i rischi di contagio sono quasi minimi nelle fasi di gioco a tennis. In fondo, Atp e Wta non chiedono neanche di ripartire domani, ma coscienziosamente si prendono un altro mese e mezzo di tempo. Il tutto per valutare anche le curve epidemiologiche, lavorando sul calendario di conseguenza.
C’è chi avrebbe preferito che si giocasse solamente in Europa, sulla terra rossa. Ma spesso la stagione tennistica va presa nel suo insieme. Se si fosse solo giocato il Roland Garros, per poi giocare comunque le Atp Finals più avanti, oltre ad allungare eccessivamente la pausa, non si sarebbe potuto contare su un numero di tornei importanti tale da rendere credibile la corsa al torneo di fine stagione, che sarebbe diventato quasi inutile.
I problemi sussistono, ma con la ripartenza ciascun atleta dovrà ragionare privatamente e scegliere ciò che ritiene più giusto. Con regole stringenti, sistemazioni differenti, prassi inusuali e staff ridotti, Simona Halep ha già annunciato che quasi sicuramente non si presenterà Oltreoceano. Novak Djokovic e Rafael Nadal hanno più volte espresso perplessità, e con loro soprattutto Alexander Zverev e Dominic Thiem.
In effetti i tempi sono ridotti, e tra la stagione sul cemento e quella su terra non potranno esserci pause. I dubbi più grandi sorgono proprio su questo fronte. La stagione sulla terra partirà con tutta probabilità già durante la seconda settimana dello Us Open. Al 7 settembre sono segnati infatti i tornei Atp di Kitzbuhel e Wta di Istanbul. Soprattutto, però, il giorno dopo la finale di New York, in data 13 settembre, dovrebbe prendere il via il Mutua Madrid Open. Seguito, come siamo abituati, dal torneo di Roma.
Se prendiamo le tre settimane di New York e le sommiamo alle quattro europee terminanti con il Roland Garros, il gioco è fatto. Otteniamo sette settimane di fuoco che difficilmente potranno vedere protagonisti tutti quanti (maschi e femmine), senza fare delle scelte. E non esiste propriamente un vincitore tra Madrid e Roma. Perché nel primo mancheranno quasi sicuramente i finalisti dello Us Open (sia Atp che Wta), mentre Roma potrebbe solo stancare diversi tennisti che puntano in alto a Parigi.
Qui la questione denaro pesa invece molto di più, perché Roma e Roland Garros sono i tornei che più puntano ad ospitare per la prima volta il pubblico in una partita di tennis. La Federazione Francese ha già rimborsato i biglietti del torneo che doveva disputarsi a giugno, e ne metterà a disposizione di altri. La Fit invece ha sempre sperato in una ricollocazione, mai rimborsando quanto venduto per il torneo di maggio. Oggi la battaglia sembra definitivamente vinta, a patto di concedere il rimborso però a chi non potesse presentarsi al Foro a settembre.
In ultimo, viene invece il problema ranking, che è tuttavia risolvibile prestando attenzione. Non si conoscono dettagli, ma è possibile che si ripensi al criterio per le classifiche Atp e Wta, proprio per far fronte a questo tour de force ai limiti dell’impossibile. La chiave sono soprattutto i punti da difendere. Un giocatore come Nadal, che lo scorso anno ha vinto lo Us Open, oltre che Roma e il Roland Garros, dovrà difendere nelle sette settimane ben 5360 punti dei 9850 che oggi detiene. La programmazione di giocatori come lui, potrebbe dipendere anche da eventuali decisioni dall’alto, per rendere più realistico il ritorno alle competizioni.