Caro Babbo Natale…

Le umilissime richieste di un critico. C'è spazio per Federer, Nadal, Serena Williams e tanti altri. Buon Natale a tutti.

Caro Babbo Natale, non posso far altro, nell’inaugurare questa lettera, che ringraziarti per la stagione che a tutti noi hai donato quest’anno.
Credo però, in tutta sincerità, che da parte tua, nella lettera che ti inviai dodici mesi fa, vi sia stato un piccolo errore di comprensione. Alla settima riga scrivevo “ti chiedo anche, o gentilissimo, di riavere i due fedeli compagni ai quali, nel tempo, mi sono affezionato, smarriti a Giugno e mai più ritrovati”.
Hai fatto in modo che ritrovassi Federer e Nadal, ma, dei cardellini ai quali mi riferivo, nemmeno l’ombra.
Detto ciò, ti appunto qualche altro umilissimo desiderio per l’annata 2018, fiducioso della tua estrema magnanimità.
Gradirei:
-Uno Slam per Agnieszka Radwanska. Lo so, come ogni anno è una richiesta che arriva puntuale, e dopo dodici dovrei forse aver capito che nel destino della polacca non compare questo tipo di successo, ma io, cocciuto, non voglio smettere di sognare. Troppa è l’estasi che provo nel vedere i delicati tocchi della polacca, che si accascia al suolo e stormisce, contrastando con grazia e silenzio la belluina foga delle altre. C’è chi squarcia, dilania, sbrana e lacera e c’è chi, come lei, dà un senso al tutto, tagliando, fendendo e scindendo con garbo.

-L’ascesa di un giovane francese che riesca a fondere in sé il candido gioco transalpino e la capacità di ottenere vittorie. Visti gli ormai caduchi Gasquet e Mahut, le mie speranze si basano su Lucas Pouille, al quale auguro la gloria eterna. Nel caso in cui, anche per te, questa richiesta sia eccessivamente impegnativa, fai solo in modo di non creare, anche tra i giovani, un solo dittatore come per anni siamo stati costretti a subire. Genera pathos, adrenalina e attesa.
Fai in modo che il tennis, quello che verrà, riesca a coinvolgere i milioni di appassionati che minacciano di abbandonarlo una volta ritirati i grandi, perché le qualità ci saranno anche un domani, ed è sbagliato rimanere ancorati al passato.

-L’emissione di un editto sigillato dal Papa che impedisca a Johanna Konta di creare simultanei e ripetuti malori agli appassionati di tennis, provocati con sadismo dal servizio che ad ogni quindici la britannica ripete compulsivamente. In caso di mancata osservazione della norma, la Konta dovrà essere isolata fino a data da destinarsi in un campo da tennis rumeno, costretta a giocare un match infinito contro Monica Niculesu in quello che verrebbe ad essere il più tremendo girone infernale presente sulla terra.

-Un’ultima e raggiante annata per Nadal e Federer, che conquistano Roland Garros e Wimbledon prima di ritirarsi e lasciare le scene ad una generazione che scalpita. Gli imperatori hanno dominato una stagione impronosticabile, irripetibile ed irreale, ed è a malincuore che, da amante del gioco più che dei personaggi, non posso far altro che augurarmi un cambio di guardia al vertice del circuito.
Per gli ultimi quindici anni i due (a cui aggiungo Djokovic, non dimentichiamolo) si sono resi protagonisti di vicende che hanno segnato la storia e impresso immagini nelle nostre memorie, ma come tutto, anche loro sono destinati a finire.
Un grazie infinito agli dei della racchetta, chiedo per loro l’ultima titanica stagione ad alti livelli.

-Una memorabile sconfitta per Jelena Ostapenko, che al primo turno degli Australian Open pesca la wild card Serena Williams e racimola tre game. Il gioco della lettone non mi entusiasma, rutilanti pallate scagliate sulle righe, ma è impossibile non ammetterne il talento (un’altra signorina tentò di scalare le classifiche con la medesima tattica, ma finì per mirare immaginari fagiani volanti e si perse per strada sfiorando più volte l’empireo, lascio a voi indovinare il nome della donzella alla quale mi riferisco).
Ciò che però, dell’Ostapenko, proprio non mi va giù, è il carattere, borioso ed autoreferenziale come pochi ne ricordo.
Si fa strada tra le padellatrici sfidandole a braccio di ferro. Il confronto con chi, il braccio, lo ha più grosso di tutte, si prospetterebbe allettante.

Avrei altre richieste, partendo da Dimitrov per poi passare a Wawrinka, Paire e Wozniazki, ma, per questa volta, mi fermo.
Approfitto per augurare un sereno natale a te, al mondo del tennis ed a tutti i lettori di Tennis Circus.
Un saluto, al 2018.

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