Mi sento parecchio a disagio sinceramente. Parlare di sport, parlare di tennis, cercare di capire cosa farà l’ATP, se verranno congelate le classifiche o se verranno recuperati tornei e tutti i vari quesiti che ci si può porre, ora sembra inopportuno.
Ha senso farlo oggi o domani o dopodomani? In un momento dove ogni giorno arrivano “bollettini di guerra” sempre più preoccupanti che stanno mettendo in ginocchio tutti dal sistema sanitario alle borse a qualsiasi azienda o impresa, per non parlare delle vite umane che si spengono.
Ogni giorno la situazione cambia e sempre in peggio, i segnali positivi al momento , e chissà per quanto tempo, non ci sono. In questo contesto è impossibile fare qualsiasi tipo di programmazione. Il coronavirus ormai riguarda tutto il mondo e lo sport non ne è immune. Il tennis ha subito le prime conseguenze. La cancellazione del Master 1000 di Indian Wells. Tommy Haas, il direttore del torneo , sostiene che sta cercando di riorganizzare il torneo altrove e in un altro periodo. Lo deve dire, il suo ruolo lo impone, ma non è credibile e lui sa per primo che oggi non si può riprogrammare nulla. Si aspetta, si spera e si naviga a vista. Indian Wells 2020 non ci sarà.
In Italia soprattutto , ma ormai anche nel resto del mondo stiamo vedendo cancellazioni di qualsiasi tipo di manifestazione sportiva.
Che ne sarà del tennis da qui ai prossimi mesi? Nessuno lo sa. Andrea Gaudenzi, neo presidente dell’ATP proprio ieri ha dichiarato che il calendario resta immutato e che si monitora la situazione giorno dopo giorno. Ragionando nell’immediato è alquanto improbabile si possa giocare a Miami. I casi di Coronavirus in Florida stanno crescendo e giorni fa, proprio lì vicino allo stadio, hanno annullato l’Ultramusic festival. Niente di meno che uno dei più grandi eventi di musica elettronica al mondo.
Subito dopo dovrebbe iniziare la stagione sulla terra rossa Europea. Montecarlo tra un mesetto, poi i vari tornei tra i quali Roma e Madrid, Roland Garros. Data la situazione in continuo peggioramento in Italia , Spagna e Francia nessuno si sentirebbe di scommettere nulla sul regolare svolgimento dei tornei.
L’ipotesi porte chiuse potrebbe essere percorribile, sempre se la volontà è quella di avere una parvenza di circuito regolare. Ma francamente è ancora troppo presto per parlarne, gli scenari cambiano rapidamente.
Siamo all’interno di un film dell’orrore, una situazione che era assolutamente imprevista e che ancora adesso ci sembra impossibile.
Si potrebbe chiudere qui sine die, come ha deciso ieri il CONI in Italia. Se ne riparla dopo il 3 aprile. Molti non saranno d’accordo ed anzi diranno che lo sport serve, anche giocato in un ambiente ovattato senza pubblico, a restituire la normalità. Una sorta di “panem et circenses”. Per carità ognuno è libero di pensarla come vuole e se uno sport giocato in queste condizioni può far felice qualcuno ben venga. Che si giochi pure, ma non è vero sport.
Parafrasando un ex allenatore potremmo dire che lo sport è la cosa più importante delle cose meno importanti. In questo momento le cose più importanti vanno molto male di conseguenza delle cose meno importanti ci interessa veramente poco.
Cosa farà il tennis lo vedremo, ma sinceramente per chi lo racconta e per chi ha un minimo di buonsenso ora conta poco.
P.S.
Mi scuso se l’articolo può risultare alquanto pessimista, ma dato il momento e le notizie sempre peggiori questo pessimismo assomiglia sempre più al realismo. Non è mia intenzione convincere nessuno anzi, ma provo molto imbarazzo ad occuparmi di tennis oggi anche per rispetto di quello che sta succedendo intorno a noi e per rispetto a chi è in prima linea (medici e personale sanitario) a combattere.