Spesso avere un’altra possibilità è come una manna dal cielo. Non sempre il mondo te la concede. Ma Daniel Evans ha avuto quest’opportunità, e non la sta gettando al vento. Squalificato nel 2017 dopo il test fallito a Barcellona il 24 aprile, è tornato lo scorso anno, ma soltanto negli ultimi mesi si stanno riscontrando i miglioramenti. Dare una seconda chance è lecito, sfruttarla è un dovere: Dan Evans e l’arte del saper ripartire.
IL FATTACCIO- Il 26 giugno 2017 è arrivata la sentenza che Evans non aveva superato un test al torneo di Barcellona dell’aprile appena trascorso. Il nativo di Birmingham pagò la violazione dell’articolo 2.1 del Tennis Anti-Doping Programme (“presenza di sostanza proibita o di un qualsiasi suo metabolita o marker nella provetta dell’atleta“). Così facendo, il ribelle britannico perse punti e montepremi accumulato in pochi mesi. Quindi, dopo un anno esatto, è giunto il ritorno, dopo critiche, essere abbandonato dopo quel match contro Kyle Edmund a Montecarlo.
IL RITORNO- In carriera, il classe ’90 ha giocato appena una finale in quel di Sydney proprio nel fatidico 2017, contro Gilles Muller: 5 invece i successi Challenger. Sono state varie le sfide con Roger Federer, soprattutto in quel di Wimbledon, dove il miglior risultato casalingo è un terzo turno. Il ritorno in campo si è registrato al Challenger di Glasgow, mentre il primo risultato di rilievo è stata la semifinale a Surbiton perdendo da Jeremy Chardy. Il processo continua, con la finale di Nottingham perdendo dal giovane Alex de Minaur, quindi, torna a calcare per poco l’erba londinese.
Dopo un periodo di transizione, arriva il primo successo Challenger dopo mesi: a Vancouver torna la vittoria contro Kubler in finale. All’Academy di Nadal arriva la finale di doppio che corrisponde alle ultime gioie dell’anno del ritorno.
2019: L’ARTE DI RINASCERE- Daniel Evans comincia il 2019 in Australia. DownUnder la tradizione è buona, considerando il quarto turno dell’anno del doping che ad inizio anno gli permise di raggiungere la posizione #41. L’inglese domina le qualificazione contro Dutra Silva, quindi il giovane Rodionov e il veterano Lorenzi. Al primo turno del tabellone principale è arrivata una vittoria in tre set secchi contro Tatsuma Ito per poi perdere nel grande classico contro Roger Federer, che non ha entusiasmato nel torneo apripista in quel di Melbourne. Un inizio di 2019 alla grande per il britannico, che ha raggiunto la finale del Challenger di Quimper contro Barrère, dopo aver battuto il novello francese Ugo Humbert.
Il percorso nei tornei minori è stato più che positivo, ma la vera sorpresa è stata quello del torneo in corso a Delray Beach: la vittoria in rimonta su Francis Tiafoe, con i parziali di 7-6 7-5 hanno strabiliato tutti. Dunque, su Llyod Harris prima di strapazzare anche Andreas Seppi. Ora Big Long John Isner in uno scontro proibitivo: arriverà un’altra sorpresa? Che l’anno in castigo l’abbia formato?