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Denis Shapovalov all’età degli altri fenomeni degli ultimi 18 anni

[tps_title]PRECOCE[/tps_title] Denis Shapovalov, autentica rivelazione del 2017, è stato oggetto di un interessante confronto con i grandi del tennis alla sua età, partendo proprio dal suo anno di nascita. Il classe ’99, attualmente #51 al mondo, è salito alla ribalta grazie al “mille”di casa, a Montreal, diventando il più giovane semifinalista della storia in un torneo ATP di questo prestigio, collezionando vari record, come quello di semifinalista con classifica più bassa dal 2003Negli ultimi anni, era stato difficile vedere qualcuno che già a 18 anni potesse spingersi così avanti in un torneo, mostrando una certa maturità, e solo Alexander Zverev aveva avuto il coraggio di battere diversi record di precocità, i cui ultimi giocatori a realizzarli erano stati Djokovic, Del Potro o Nadal, anni fa. Denis Shapovalov è stato il giovane talento che è esploso nel 2017 e ha ricevuto il premio Tomorrow’s Star dall’ATP, oltre a Most Improved Player of 2017, e che si è scontrato proprio con Sascha in un match che vedremo spesso in futuro, tra due stelline pronte a sbocciare. In Canada il tedesco la spuntò in due set, ma in un prossimo avvenire, i due saranno protagonisti del circuito, bisognoso di un ricambio e di certezze per il bene dell’ATP. Il tennis del mancino di Tel Aviv, è indubbiamente spettacolare, ancora non potente come quello dei suoi coetanei, ma con una buona quantità di contenuto speciale nel diritto, punto di forza, e nel particolare rovescio ad una mano con saltello.  Ma Shapo è ben determinato, consapevole della propria forza, ma anche dei suoi limiti, motivo per il quale desidera migliorare ancora, cosa già fatta quest’anno, convertendosi da giocato sconosciuto a punto cardine e ragione d’interesse nel circuito ATP, dopo essere stato già una sorpresa sempre in Canada, nel torneo di casa preferito, quando batté Nick Kyrgios nel 2016Il record del primo anno tra i professionisti è di 12-13, con due titoli Challenge conquistati, entrambi in Canada, più la finale persa in Messico,  dopo i 3 Future in singolare dell’anno passato, in aggiunta ai due in doppio. Un’ascesa continua, dopo che in estate era appena 143 al mondo, in due mesi, a 18 anni, ecco la Top-50, ma non ha ancora voglia di fermarsi, soprattutto dopo il piazzamento al quarto turno degli US Open, diventando il giocatore più giovane a raggiungere questo risultato a Flushing Meadows da Michael Chang nel 1989 e un quarto turno di un Grand Slam da Marat Safin nel 1998 al Roland Garros. Un miglioramento continuo, che gli ha valso l’attenzione dei media, la qualificazione alle Next Gen Finals di Milano, la partecipazione alla Laver C up e i paragoni con gli idoli Rafael Nadal e Roger Federer. A Milano è stato sfortunato, dato che il match decisivo, l’ultimo del girone, vedeva contro il canadese e Andrey Rublev, che ha portato a casa lo spareggio per la seconda piazza per 4-1 (8)3-4 4-3(2) 0-4 4-3(3), in uno dei match più belli e tirati del torneo. Una beffa sul più bello per Denis, che al termine di un torneo poco brillante, non è riuscito a concludere l’ultimo tassello: quello della vittoria. L’appuntamento è per il 2018 per il salto di qualità: tempo al tempo insomma, in attesa del decollo. Per comprendere le potenzialità e le aspettative del talento ’99, è interessante un confronto con i grandi del tennis, all’età del canadese (18 anni e 8 mesi)…

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Mattia Esposito

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