-L’inizio di partita di Federer, come più volte successo in carriera, è stato lento e falloso.
Un Berdych conscio del fatto che, ogni minima possibilità, vada sfruttata a dovere, è bravo ad affondare i potenti fondamentali conquistando subito un break di vantaggio, per poi tenere tranquillamente i propri turni di servizio fino al 5-2. La sensazione che lo svizzero non sia concentrato a dovere trova conferma sul 30-30 pari del quinto game quando, venendo per un istante impossessato dallo spirito di Renzo Olivo, sbaglia una volee di dritto a campo aperto solitamente appoggiata ad occhi chiusi fischiando un motivetto di Chopin con virtuosismi improvvisati.
Il momento, per il ceco, di chiudere il set, si presenta in più occasioni, sia in risposta che sul proprio servizio, ma il solito irremovibile terrore da lui provato nei confronti della vittoria gli irrigidisce simultaneamente gli arti, rendendolo preda di spasmi che provocano errori grossolani da ambo i fondamentali. Roger ne approfitta e, con superba prorompenza, libera un rovescio in contropiede con il quale recupera lo svantaggio.
Un’altra occasione, per Berdych, arriva sul 6-5 e servizio Federer, ma nuovamente un errore a scambio in corso gli nega la gioia del parziale. Nel tiebreak è celestiale danza di Federer, che chiude con una smorzata millimetrica.
Risorgendo dal baratro iniziale, il Vate prende fiducia incitandosi in ogni lingua e, nonostante al ceco si presentino nuove circostanze favorevoli, la splendida dittatura del demiurgo infuocato accresce in modo progressivo all’aumentare del vantaggio.
Palle corte a profusione che irridono l’impotente Berdych, rovesci schioccati che incendiano la platea ormai in estasi catartica dalla prolungata visione dell’entità che si presenta sotto il falso nome di Federer.
Tre set a zero, come da prassi, ed una semifinale prenotata con Chung nella quale i favori del pronostico non potranno far altro che mettersi in secondo piano nei confronti della novità che finalmente una sfida può proporre.
Certo, i grandi classici della letteratura sportiva, Federer-Nadal in primis, piacciono a tutti. Ma l’emozione di uno scontro inedito, giocato a questo punto di un torneo di tale livello, non farà altro che aumentare il pathos sempre più ridotto dall’appiattimento delle scene.
Da una parte Lui, dall’altra il mutamento.
Era ora.
-La novità, appunto, è Hyeon Chung, che vince la partita più difficile del torneo. Siamo infatti abituati a giocatori che, indovinando la giornata di divina ispirazione, estromettono campioni di spessore, salvo poi sciogliersi il turno successivo cedendo il passo ad interpreti di ben diversa caratura. Opposto a Sandgren, giocatore del quale ho parlato poco non avendo trovato nulla di particolare sul quale concentrarmi se non una spiccata somiglianza con Sock nella fase finale del dritto, disputa un match solido e tatticamente ben preparato, sfruttando le migliori qualità che da fondo possiede per incidere sul rovescio dell’americano. Prova anche, di tanto in tanto, ad imbroccare la via della rete, dimostrando però una mano di pietra che lo accomuna a diversi giovani. Nonostante la qualità di tocco, nella nuova generazione, generalmente manchi, noto sempre di più, da parte di questi ragazzi, l’intenzione di avventurarsi nei pressi del net, dando il via a quella che credo verrà ad essere la nuova evoluzione del tennis, all’interno del quale, molto più che negli ultimi quindici anni, il gioco di volo diventerà un’aspetto chiave nel disegno tattico dei match futuri.
Comunque, tre set a zero e semifinale prenotata, il più grande risultato nella carriera di Chung, che diventa anche il primo coreano a raggiunge un tale risultato.
La sfida con Federer, per contrasto di stile, si prospetta interessante. Vedremo, opposto ad un campione di tale calibro in piena forma, con quale spirito e con quali idee farà il suo ingresso sul terreno di gioco.
-Angelique Kerber procede come rullo compressore e, dopo lo spavento patito nel match tragicomico con la Hsieh, lascia soltanto tre game a Madison Keys. Sempre orridamente avvolta su se stessa, impatta la palla con un timing splendido trovando angoli impressionanti con entrambi i fondamentali, prodigandosi anche in passanti stretti che muoiono subito dopo aver scavalcato la rete.
La tedesca ha completato una completa rivoluzione ed impatta vincenti sentendosi forse una Kvitova ispirata. Sembra che nessuna possa stare al suo livello e la semifinale con la Halep, più ancora che un’ipotetica finale con la Wozniacki, verrebbe ad essere la sfida dal maggior livello dell’intero torneo.
Simona Halep batte quello statico cartonato che oggi, dopo un avvio scintillante, rispondeva al nome di Karolina Pliskova.
Semifinale che si prospetta una maratona di accelerazioni e difese.
Anche il tennis in gonnella regala qualità.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.