THOUGHTS

Diario degli Australian Open: giorno 9

-Sui 7 match point non ci credeva nemmeno lui.
Eppure lo sport è pieno zeppo di belle storie, rimonte indimenticabili e prestazioni magistrali.
Questa mattina, sulla Rod Laver Arena, Roger Federer ha giocato una di quelle partite che gli appassionati, ed in particolar modo i suoi tifosi, ricorderanno per sempre.
Tutti, per un momento, abbiamo creduto si sarebbero ritirato. Era logico pensarlo, nonostante in carriera lo svizzero sia l’unico dei Fab 4 a non aver mai abbandonato il campo prima della fine di un match.
Faticava, però, faticava tanto. Nel movimento del servizio, negli spostamenti laterali e negli scatti in avanti. Il problema agli adduttori presente da inizio torneo sembrava poter compromettere tutto. Ad inizio quarto set c’era un solo risultato ipotizzabile.
Federer gioca allora d’astuzia. Decide di abbassare il ritmo dello scambio. Sandgren, che ha 28 anni ma di esperienza ad alto livello ne ha ancora poca, cade nella trappola.
Abbassa l’intensità dei suoi fondamentali, smette di spingere ed evita il colpo del ko.
Forse per paura, stupore o pietà. Roger capisce di aver mosso la pedina giusta. Piano piano il dolore inizia a venire meno. I movimenti tornano fluidi, i colpi acquistano potenza e pesantezza.
Si arriva al tiebreak.
Quattro match point per Sandgren, tutti annullati. Lo smash sbagliato dall’americano nell’ultimo punto è l’emblema di una resa mentale, ancor prima che tattica. Questa notte Tennys non dormirà. Tante sono state le occasioni e su 5 di queste ha commesso un gratuito. Probabilmente, una simile opportunità non gli capiterà più.
Oggi parliamo di un’impresa, titanica e inaspettata.
I campioni sono così, li riconosci perché hanno qualcosa di diverso dagli altri.
Non capisci cosa fino a quando non li vedi. Non capisci cosa fino a che credi che i match point annullati siano frutto della fortuna. Non capisci cosa fino a quando ti accorgi che quel punto così delicato lo vincono sempre loro.
Ed è così che le bacheche si riempiono di allori e trofei. Ed è così, che viene scritta ogni giorno la storia dello sport. Un corpo svizzero, usurato e un po’ acciaccato, muove il braccio baciato dal talento.
Federer raggiunge la semifinale senza mai averla meritata.

https://youtu.be/ODfsKabCScE

Djokovic surclassa Raonic. Tutto secondo pronostico. Tre set a zero, una partita mai iniziata e finita negli applausi meccanici del pubblico pagante.
È l’assoluto favorito per la conquista del titolo, questi campi lo esaltano rendendolo quasi imbattibile.
Lo ricordo l’anno scorso, nella finale con Nadal. Fece scintille, si mostrò nella migliore delle condizioni possibili in qualità di numero 1 al mondo. Tenendo questo livello di tennis, non c’è avversario che possa impensierirlo.
Il sadico dominio serbo si abbatte ancora sull’igneo feudo australiano.

-Termina qui lo splendido percorso di Ons Jabeur. Lo interrompe Sofia Kenin, onesta lavoratrice protagonista, sino ad ora, di un ottimo torneo. Eliminata anche Kvitova, ahimè, estromesso dalla padrona di casa Barty. La sconfitta mi genera meno dolore del solito, perché Ashley gode della mia simpatia.
Con la tunisina fuori dai giochi, è oggi lei la mia favorita.
Chiaramente, come tutte le mie predilette, subirà una stesa memorabile in semifinale.
E la Halep trionferà tra infiniti gemiti di sofferenza.

Nicola Corradi

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Nicola Corradi

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