-È stato un Roger Federer scintillante quello presentatosi di fronte a Kyrgios nella sfida di terzo turno alla quale l’intero pubblico bramava di assistere. Sia chiaro, nel corso del primo set l’inerzia pareva essere tutta dalla parte dell’australiano, intoccabile al servizio e maggiormente preciso nel corso dei pochi scambi lunghi riusciti a fuggire dalla supremazia dello schema servizio e dritto. Tante occasioni avute e sprecate da Nick, come le tre palle break consecutive non concretizzate nel settimo game, fino a quando, nel momento chiave del primo parziale, un paio di errori eccessivi ed una risposta in back dello svizzero che passa l’insensato tentativo avversario di serve and volley su una seconda palla, non consentono a Federer di incamerare il primo set e librarsi in volo verso la vittoria. Da quell’istante, la psiche di Kyrgios è attraversata da una nube nera di pessimismo e negatività, talmente densa da trasformarlo, nuovamente, nel giocatore svogliato precedentemente ammonito da Mo Lhayani. In contemporanea, acquistato il vantaggio, Roger si incarna in ciò che più lo rappresenta, l’entità suprema all’interno della quale muovere a proprio piacimento le sorti di una sfida all’apparenza tesa. Innalzando all’empireo il proprio livello di gioco, Federer diventa il demiurgo del tennis, inattaccabile e superbo.
Vincenti a profusione prodotti ad un ritmo insostenibile, iconiche bellezze plasmate da una racchetta venuta ad essere parte integrante del braccio che accarezza la palla lusingata. Il tocco con il quale, recuperando una smorzata, l’elvetico aggira il paletto, è già stato eletto il migliore del torneo. Un’ottima prova, dunque, nonostante per larghi tratti dell’incontro Kyrgios sia stato gravemente insufficiente.
Al prossimo turno Millman, in un incontro che sarà esclusivo recupero di energie.
-Novak Djokovic elimina agevolmente, come da pronostico, il capostipite della dinastia dei cigni bianchi di Francia, Richard Gasquet, che da prassi, se opposto ad uno dei grandi, conquista soltanto una manciata di game. Finora, il serbo, si è trovato di fronte ad un tabellone agevole, e nemmeno il prossimo turno, nel quale troverà Sousa, sembrerebbe capace di offrirci una visione completa dello stato di forma attraversato da Nole. Stampa e pubblico pensano già all’ipotetico quarto di finale che lo vedrebbe opposto a Roger Federer, apoteosi del tennis insolita in queste fasi del torneo. Ovviamente lo speriamo tutti. Tutti, tranne il sopracitato Sousa, bravo nell’estromettere il candido Pouille che pur nella sconfitta è meritevole di lodi.
-Maria Sharapova ha giocato una partita splendida, estromettendo la boria autoreferenziale di Jelena Ostapenko, ancora convinta, avendo con tale ideologia vinto uno Slam, che la tattica monocorde da lei interpretata possa renderla un nome di spicco nella storia del tennis. Le due si somigliano a tratti, con la differenza che, la ben più esperta Maria, eccelle in ogni frangente. Così la sfida, dove la palla percossa e livida maledice l’arbitro che l’ha portata sul campo, si traduce in violente bordate da fondo campo, seguite da rantoli di sofferenza da ambo i lati del rettangolo di gioco. Anche sotto questo aspetto, è giusto sottolinearlo, la russa non conosce rivali. Grande prestazione, dunque, che fa ben sperare in un possibile ritorno di Maria ai vertici del tennis, perché se è vero che, storicamente, non spicchi in simpatia, il magnetismo da lei provocato è un bene per un circuito assetato di fama.
-Angelique Kerber cede a Dominika Cibulkova, rappresentante diretta della proporzionalità inversa tra imponenza fisica e feroce foga agonistica. A nulla sono serviti i continui recuperi del terzino tedesco, accasciato al suolo in una sorta di esasperato esercizio atletico. La slovacca si prende un nuovo scalpo importante, prenotando gli ottavi con Madison Keys.
-Agli stessi ottavi prenderanno parte anche due ragazze alle quali concedo un occhio di riguardo. La prima è Naomi Osaka, da me eletta, tempo fa, la ragazza più simpatica del circuito, sensazionale nel rifilare un doppio 6-0 ad Aliaksandra Sasnovich. La seconda è Marketa Vondrousova, giovanissima ceca classe 1999 alla quale dedicai un articolo nell’aprile del 2017, che per la prima volta in carriera raggiunge la seconda settimana di uno Slam.
Brave ragazze, sono fiero di voi.
-La sfida tra Cilic e De Minaur è terminata alle 8.22, ora italiana. Cinque set di puro agonismo, un successo mancato dal giovane australiano che avrei speratocon tutto il cuore. Due set di vantaggio sprecati, complice anche un Cilic che, trovatosi spalle al muro, ha saputo far valere il peso di una carriera importante. I due terminano l’incontro privi di forze.
Cilic è già un campione, De Minaur, magari, lo diventerà.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.