Diario del Roland Garros: giorni 1 e 2

Nadal di nuovo sotto la pioggia, Djokovic fa il suo compitino. Ostapenko regina spodestata e una Giorgi mai così matura. Tutto il meglio, ed il peggio, delle prime due giornate a Parigi.

-Nonostante Simone Bolelli sia meritevole di tutte le lodi, per aver attuato una strategia tattica corretta cercando quanto più di togliere il tempo alle spietate curve di Nadal, la partita con lo spagnolo non è mai stata in discussione. Certo, il gioco dell’italiano, soprattutto ad inizio secondo e terzo set, ha avuto fiamme di vigore esaltante, ma troppa è la differenza di valori per poter ipotizzare, nonostante l’interruzione per pioggia sul punteggio di 3-0 nel terzo parziale a favore di Simone, che l’incontro possa concludersi con un risultato inaspettato. Un commento lo posso fare, però, sul completo dello spagnolo, veramente gradevole alla vista con quel climax verso il blu che parte dalla fascia e finisce alle scarpe. Niente male, brava Nike. 

-Ostapenko la gradassa, campionessa in carica e leader incontrastata nella classifica di tiro al piattello, cede a Katerina Kozlova con lo smorto punteggio di 7-5 6-3. Se lo scorso anno le ottuse padellate della lettone si presero lo scalpo di tante tra le pretendenti al titolo, finendo la loro corsa nei più remoti angoli del rettangolo di gioco, in questa edizione i colpi di Jelena hanno avuto più l’aspetto di proiettili sparati alla cieca, scagliati con forza brutale senza fermarsi a riflettere circa l’ipotesi di un’alternativa che non fosse la bruta esasperazione. Quarantotto errori gratuiti, sommati ad un paio di fuoricampo che ho annotato nel mio personale taccuino delle oscenità tennistiche, rendono bene l’idea del clima di terrore che il pubblico presente sugli spalti ha dovuto respirare per un’ora e mezza di gioco, terrorizzato all’idea di poter essere colpito da uno dei lapilli di matrice lettone. Kozlova si inventa un paio di smorzate, l’Ostapenko mostra fiera la propria mano di granito. Una delle possibili finaliste è già sull’aereo di ritorno. 

-Con la sconfitta patita oggi per mano di Garcia Lopez in 5 set, Stan Wawrinka esce dalla top 250. Per capirci, colui che io considero il vero fab four, a discapito di Murray, da poter accostare ai tre intoccabili, finisce, nel ranking mondiale, una cinquantina di posizioni sotto Gianluigi Quinzi. Voglio solo augurare allo svizzero, autore di alcune tra le più straordinarie dimostrazioni di forza che io abbia mai visto, di potersi rimettere presto. 

-Camila Giorgi, visibilmente migliorata dal punto di vista del raziocinio, tennistico e non (pregevole ed indubbio segno di maturità la sua decisione di mettere da parte l’astio con la Federazione ed accettare la convocazione in Fed Cup), batte la statunitense Min 6-3 6-2, portando a termine una giornata positiva nella quale, i macigni sparati, hanno sempre trovato il campo. Prossimo turno, tranquillamente alla portata, con la Duque-Marino, prova interessante per un ipotetico terzo turno con Sloane Stephens, di certo non specialista del rosso. 

-Per Novak Djokovic è normale amministrazione quella svolta con Dutra Silva, galvanizzato dai cronisti come fosse il nuovo paladino del gioco dispendioso, costante e catalettico stile Ferrer dei giorni che furono. Nulla di esaltante, emozionante, o tale da essere preso in considerazione. L’esordio del serbo è quello di un ex numero del mondo trovatosi di fronte ad un avversario troppo lontano dal suo livello di gioco. Senza fronzolo alcuno. 

-Matteo Berrettini, battendo il tedesco Otte 3-6 7-5 6-2 6-1, conquista la sua prima vittoria in un torneo del Grande Slam. Vista la stagione su terra fin qui disputata, non era difficile immaginare che il ventiduenne romano sarebbe riuscito in ciò che finora non era mai stato in grado di fare ed il successo risulta ancor più convincente pensando a come, per palesi caratteristiche di gioco, la terra sia la superficie che meno si adatta al suo tennis, più predisposto alla rapidità dell’erba ed ancor più al cemento. Prossimo avversario Ernest Gulbis, che ricordo semifinalista quattro edizioni fa battendo Federer al quarto turno, in una giornata di estasi tennistica capace a lui e a pochi altri. 

Dal vostro cronista è tutto, a domani. 

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