-Se dieci giorni fa, prima del sorteggio del tabellone maschile di questa edizione del Roland Garros, mi avessero detto che Marco Cecchinato sarebbe entrato tra i migliori otto battendo, tra l’altro, due signori giocatori quali Pablo Carreno Busta e David Goffin, sarei stato colto da sincopi divertite e avrei fatto sberleffo del folle reo di avermi inquinato l’udito con tale previsione scellerata. Invece, vivendo una settimana di totale trance agonistica, il palermitano raggiunge il risultato di maggior prestigio in carriera. Lui, che fino allo scorso lunedì non aveva mai vinto, in un torneo dello Slam, una partita ufficiale. Lo vedo opposto al belga, uno tra i migliori tattici che il circuito porti in dote, mescolare le carte in tavola plasmando soluzioni inaudite. Smorzate precedute da argute finte, rovesci lungolinea che schioccano all’impatto del grazioso colpo monomane, combinazioni di tagli, pallonetti e volee stoppate che, agli occhi inesperti di uno spettatore giunto ad ammirarlo per la prima volta, lo fanno così verosimilmente somigliare ad un giocatore stabilmente tra i primi 15 del mondo. Con quale astuzia ricama un dropshot che costringe Goffin a scendere verso la rete. Simula un passante lungolinea, iniziando presto la preparazione del colpo in modo che David sia costretto ad anticipare la chiusura verso il net, per poi spezzare all’ultimo il polso e scavalcarlo con un pallonetto che atterra ben prima della linea di fondo. Il Legnlen lo applaude come fosse proprio figlio, fomentandone un’estasi contenuta che, rivelando un temperamento glaciale, non erutta nemmeno nei momenti di maggior tensione emotiva. Quella di Cecchinato è una vittoria splendida, perché imprevedibile e maturata non per masochismo avversario, ma per meriti di gioco ben precisi. Senza che ci si possa girare intorno, oggi Marco è stato più forte del numero nove del mondo, sotto ogni punto di vista.
-L’avversario di Cecchinato sarà Novak Djokovic, vincitore su Fernando Verdasco in tre set. La partita tra i due, potenzialmente la migliore di giornata, si è rivelata essere (sottintendendo, per evitare polemiche sterili, quanto un giocatore di tale calibro sia pur sempre un fenomeno e dando quindi per scontato che mai io, come nessuno di voi, sarebbe in grado di strappare un quindici né all’uno né all’altro) una sfida da circolo dell’amicizia. Errori su errori da ambo i lati, braccio di ferro serrato su chi fosse in grado, nel minor tempo possibile, di raggiungere la tripla cifra nel saldo degli errori gratuiti. I due continuano imperturbabili a commettere atrocità dilettantistiche, sotto lo sguardo basito di un pubblico che non ha nemmeno più il coraggio di applaudire, fino al fatidico “game, set and match” che mette fine allo strazio rubro. È evidente come, il pronostico del quarto di finale che vedrà il serbo affrontare Cecchinato, sia chiuso in partenza. L’odierna versione di Nole, però, è insufficiente. Se non vittoria, che sarebbe apoteosi di gioia incontrollabile, almeno il gusto di una partita combattuta.
-Zverev il miracolato vince il terzo incontro consecutivo al quinto set lasciando che siano gli avversari, mentalmente impotenti ed incapaci di superare l’ultimo gradino necessario al fine di ottenere una vittoria di prestigio, a regalargli il risultato. Come nelle scorse due partite, anche Kachanov, oggi, avrebbe meritato il successo, avendo espresso per larga parte dell’incontro un tennis migliore rispetto a quello del tedesco. Giunto sul più bello, però, si scompone, lasciando che l’ingombrante personalità dell’altro, dall’innata stigmate del campione, prenda il sopravvento. Sasha raggiunge per la prima volta in carriera i quarti di uno Slam (come Cecchinato, che ironia) aggrappandosi ad un rovescio bimane di precisione ed accuratezza disarmante, non potendo contare, in questa settimana, sull’appoggio di servizio, dritto e gioco a rete, pecca universalmente riconosciuta difficile da correggere. La fortuna lo assiste, lui è eccezionale a sfruttarla. Come solo un predestinato dittatore è in grado di fare.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.