-Per un attimo ho creduto nell’impresa sportiva di Fabio Fognini, che sarebbe divenuta, dopo la rimonta con Nadal portata a termine agli US Open del 2015, la seconda prestazione dal maggior peso specifico nell’altalenante carriera del ligure. Un match che è stata pura apoteosi di candore tecnico. Marin, nonostante un cuor di leone non troppo convinto, è in grado di esprimere, se in giornata, un tennis devastante, fatto di potenza ed angoli, prodotti con estremo agio dal lato sinistro del campo, dove il fluido rovescio bimane impatta la palla con timing perfetto non lasciandole il tempo di alzarsi dopo il rimbalzo. Abbina, a questo colpo plastico, un servizio prorompente ed un dritto, soprattuto inside-out, dalla pesantezza disarmante. Contrastarlo, quando non capita che la vena gli si occluda, rendendolo un compulsivo produttore di gratuiti, risulta estremamente complesso. Fabio, racchiudendo in un match l’interezza di se stesso, inizia l’incontro con l’estro di chi, dirigendosi verso il patibolo, abbia perso appieno la propria voglia di vivere. Cumuli di break subiti gli schiacciano le spalle, martoriate dalle bordate del croato che sadicamente abbatte sul terreno tutto il peso del corpo. Pare finita, quando il tabellone segna il 6-1 del secondo set in favore del croato, giunto dopo un’ora di totale supremazia. È lì, però, che Fognini cambia faccia, liberando la foga e l’intelligenza tennistica avidamente tenute rinchiuse nei primi due parziali, iniziando a fare gioco e prodigandosi in scambi possibili solo grazie ad una mano ed una velocità di braccio difficilmente eguagliabili. Il livello si innalza, tocca picchi estremi, acme di un scontro brutale tra due interpreti dall’ideologia così distante. Da un lato la forza, al cospetto del lampo italico. Quando il punto concede a Fognini la vittoria del quarto set, la sfida sembra ancora volgere al termine. È chiaro come, emotivamente parlando, sia ora Fabio a condurre le trame, in completa trance agonistica per più di un quindici nel quale è il virtuosismo improvvisato che si assurge a protagonista. La qualità di Cilic, ovvero il motivo per il quale è stabilmente da anni tra i primi cinque giocatori al mondo, viene fuori nel momento più opportuno, quando, ad inizio quinto, imposta il suo tennis su marce diverse rispetto a quelle precedentemente utilizzate. Marin genera una pressione continua, bombarda al servizio e risponde lungolinea piantando i piedi sulla linea di fondo. Gli errori si riducono al minimo, aumenta il numero dei vincenti. Nonostante il tentativo di una strenua resistenza, non c’è nulla da fare.Il croato conquista la partita e i quarti di finale. Fognini ci lascia, oltre ad un ottimo risultato, la partita più bella dell’intero torneo.
-Quella tra Maria Sharapova e Serena Williams rappresentava la sfida più attesa, in campo femminile, da due anni a questa parte. Le due, che dal 2004 portano avanti una rivalità fatta più di personalità che di numeri, parevano attendere lo scontro con bramosia, stuzzicandosi nelle rispettive interviste con discorsi sul successo che ad entrambe sarebbe giunto. Televisioni e giornali impallati dalla presentazione della battaglia, riesumando impietosi precedenti, aneddoti e curiosità da redazione scandalistica mirate più all’intrattenimento commerciale che al tennis vero e proprio. D’un tratto la notizia: Serena non scenderà in campo. Il motivo pare essere un infortunio al muscolo pettorale destro, come confermerà in seguito la stessa Williams durante la conferenza stampa. Segnali del problema si erano avuti anche ieri, quando nel doppio giocato in coppia con Venus aveva ceduto il terzo set con un iconico 6-0, rendendo quindi privi di fondamento i discorsi secondo i quali, l’americana, non avrebbe preso parte alla sfida per paura nei confronti di un’ipotetica sconfitta. Attendiamo i risultati degli accertamenti medici, con la speranza che Serena possa tornare in campo in vista di Wimbledon.
-Rafa Nadal affronta Marterer nell’ennesimo match dal pathos nullo. Nessuna emozione nel corso della prima settimana. Nessuna nemmeno ad inizio seconda. Lo spagnolo vince per manifesta superiorità trattando gli impotenti avversari come degni sparring partner utili alla preparazione di match più impegnativi, dei quali però, è giusto sottolinearlo, non esiste certezza di esistenza.
Dal vostro cronista è tutto, a domani.
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Grande Rafa
Nadal anche se vi dà fastidio è il campione della terra rossa
E non mi sembra che 10 Roland siano noccioline, la noia è altra cose
No ma sai se vince Roger cosi sull’erba non è noia… è solo superiorità.
Grande Valerio, è la qualità del gioco la differenza, se ti diverte veder giocare a 24 metri dalla riga, diagonale diagonale diagonale diagonale, e il colpo più spettacolare un lungoloinea a 3 metri sopra la rete, correre correre correre correre a dx e sx, e il magico gioco al volo, ci mancherebbe ognuno ha i suoi gusti. Questo è il punto, poi è un’atleta formidabile, ma ricorda: anche a Nadal piacerebbe giocare come il RE
Può essere ma il punto è che conta vincere. Se annoia è perché gli avversari non sanno contrastarlo.
Roger gioca meglio (è indubbio) ma sulla terra non ha mai reso contro Rafa.
Quindi Rafa fa solo bene,non deve divertire,deve vincere.
Ineccepibile il tuo concetto ma opinabile, ognuno ovviamente utilizza i propri mezzi. Per fortuna esiste ancora, e aime’ per poco, chi vince e con la la grande qualità. A quei livelli io voglio vedere la MANO, non solo correre, ma ripeto è solo un mio parere personale, guai fossimo tutti uguali, buone vacanze Maestro
Esatto,ognuno usa i suoi mezzi .
Se tutti potessero giocare alla Roger sarebbe più bello x il pubblico ma ovviamente e umanamente non è cosi.
Noooooooo Valerio, nessuna opinione qua scatta l’omicidio
Alberto Ollari non credo che Rafa corre solamente….
Chi pensa che rafa sia solo corsa e muscoli di tennis non ha capito proprio niente…poi che Roger sia il più forte di tutti mai messo in dubbio…
Chi corre solamente fa atletica, non sarebbe quello che è, ma è la sua qualità migliore e dominante. Non credo di dire nulla di atroce nel dire che vederlo giocare mi piace tanto come niente, preferisco veder giocare un Brown qualsiasi, amo vedere la MANO, diversamente vado a vedere altri sport, ma è solo un mio parere personale ci mancherebbe !!
Non credo proprio, sono due giocatori completamente diversi, dubito che Rafa abbia mai fatto un pensiero del genere, il primo tutta potenza, il secondo rutta tecnica…..
Tutta