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Diario delle Finals: giorno 3

-Zverev è l’unico tra i presenti, compreso anche Nadal se fosse ancora impegnato nel torneo, a poter pensare di mettere in difficoltà Federer. La loro sfida, valevole per il primo posto nel girone due, sarà probabilmente anche la finale del torneo, e noi tutti, amanti del bel gioco, non possiamo che augurarci sia così.
La sfida è piacevole, dicotomicamente differenziata tra primo e restanti due parziali. Rende il tutto un po’ meno godibile il commento di Paolo Bertolucci che continua, inossidabile come pochi, ad elogiare ossianicamente le movenze del Vate anche quando questo, tra uno sproloquio e l’altro, si allaccia le scarpe al cambio campo.
Comunque, il primo parziale è scandito da un ritmo ferrato, ed entrambi fanno leva sul servizio per rimanere ancorati alla partita. Logico tiebreak, che vince Federer di esperienza.
Secondo set in cui lo svizzero va subito avanti di un break, illudendo pubblico ed addetti ai lavori che la sfida stia per concludersi. Vuoto totale per qualche minuto ed il permaloso demiurgo, incapace di accettare i propri errori, si trova sotto e perde il set.
Terzo e decisivo parziale, Zverev molla la presa e Federer dilaga, condendo uno strapotere assoluto con pregevoli tocchi e negromanzie varie che rendono l’atmosfera calda e concitante.
Roger vince ed accede alle semifinali, Zverev perde pur con orgoglio.
Che gran giocatore, il tedesco.
Ancora, da migliorare, la pazienza, dopo che finalmente il dritto, sul quale tanto ha lavorato, non rappresenta più un problema, nemmeno in fase di spinta.
Si potrebbe fare un appunto sulla mano, ma quella è di pietra e non si può proprio correggere.
Aspettiamo la finale tra di loro, grazie per lo spettacolo.

-Cilic è, tra i campioni Slam, il meno coraggioso o il più fifone di sempre, a vostra scelta.
Il pianto nervoso, in finale a Wimbledon, mi avrebbe potuto far cogliere qualche segnale, ma tutto è stato chiaro prima nella partita giocata contro Zverev e poi in quella, nuovamente persa, con Sock.
Sì, lo stesso Sock arrivato a Londra quasi per sbaglio, che irride l’impacciato croato con un frustrante susseguirsi di smorzate risultate tutte vincenti.
E dire che, il povero Marin, è stato davvero vicino alla vittoria, avanti di un break nel set decisivo che poteva controllare poggiando la coscienza sul portentoso servizio. Invece nulla, di nuovo l’evidente paura di vincere ed un suicidio tennistico che rimette in corsa l’americano.
Sock, dalla sua, mette in mostra una mano che poche volte avevo avuto il piacere di ammirare, tentando più volte, con una tattica corretta, la via del serve and volley.
Jack vince la prima partita della carriera alle Finals, Cilic, per il torneo, continua ad essere un ottimo sparring partner.

Nicola Corradi

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Nicola Corradi

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