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Diario di Wimbledon: giorno 4

-Thomas Fabbiano riesce a portare a termine l’impresa battendo Stan Wawrinka tre set a zero. Lo svizzero, come già sottolineato nel diario di ieri, è tornato ad essere il giocatore spento, falloso e rinunciatario che passeggia per i tornei in perenne villeggiatura da gennaio ad oggi, lontanissimo parente dell’uomo focoso e ostinato capace di estromettere Dimitrov al primo turno. Bravo Thomas, un successo meritato e ottenuto in maniera per nulla scontata, nonostante un avversario a lunghi tratti incapace di gestire con controllo più di quattro colpi consecutivi. Al prossimo turno avrà Tsitsipas, giovane greco in rapida ascesa contro il quale, salvo replica della prestazione straordinaria offerta in questi due giorni, è probabile esca sconfitto. 

-Il temerario Cilic, favoritissimo dal plotone di sudditi del Vate che vedevano nel croato un muro insormontabile, dimostra una volta di più il proprio innato coraggio, già ampiamente messo in mostra nelle ultime due finali Slam giocate, perdendo al secondo turno da Guido Pella dopo essere stato in vantaggio di due set. Il croato, presentatosi ai nastri di partenza come principale favorito per il raggiungimento della semifinale nella propria parte di tabellone, si rende protagonista del più grande colpo di scena di giornata, lasciando uno Slam in modo talmente inaspettato da risultare, ai miei e agli occhi di molti, semplicemente sconvolgente. 

-Nadal gioca una partita sottotono, ma questo basta per consentirgli di imporsi in tre set su Kukushkin. Come dopo il primo match dello spagnolo, che rispetto a quello odierno ha visto un Rafa decisamente più propositivo, non esiste alcun commento da fare che possa conferire brio alla cronaca di una disputa scontata e per larghi tratti noiosa. Passiamo dunque al prossimo turno, che vedrà lo spagnolo impegnato contro il giovane De Minaur. L’australiano, rivelatosi al grande pubblico nel mese di gennaio, esprime sui prati un buon gioco, ma pare ancora acerbo per pensare di tentare l’exploit. Ha le caratteristiche per provare a mettere in difficoltà Nadal, soprattutto ad inizio partita, ma dopo una prima fase di carburazione è facile ipotizzare che il livello maiorchino si innalzi a tal punto da consentire a Rafa di chiudere il tutto senza troppi affanni. 

-Il derby azzurro tra Fognini e Bolelli si rivela essere infinitamente più monocorde di quando l’igneo preambolo della sfida non facesse presagire. Al concreto dei fatti, Fabio ha espresso un gioco che Simone non è mai stato grado di controllare, cedendo di schianto un set dopo l’altro. È astuto, il ligure, nel mettere a nudo le carenze che l’avversario, conosciuto alla perfezione, palesa dal lato sinistro e le numerose risposte profonde messe in campo non fanno altro che garantirgli la possibilità di comandare gli scambi a proprio piacimento. Fabio attende ora Vesely, un cliente mai semplice sul verde. Nuovamente, la chiave del match sarà data dalla percentuale di risposte che saprà rimettere in campo. 

-Del Potro gioca una partita impressionante ed umilia Feliciano Lopez, all’ultimo match sui prati londinesi. Il tennis messo in mostra dall’argentino oggi è il migliore, a livello assoluto, visto fino ad ora all’interno del torneo e lo candida prepotentemente come rivale più accreditato per poter fermare Nadal nel quarto di tabellone dove risiede. 

-Con tre rapidi parziali, Djokovic si prenota Edmund. Il serbo appare in buona condizione psicofisica, ma il britannico attraversa una fase di totale fiducia. Quello tra i due sarà, a mio avviso, uno tra i terzi turni dal miglior livello qualitativo della parte bassa del tabellone, che vedrà inoltre, tra i suoi protagonisti, l’eclettismo salvifico di Paire e Gulbis, entrambi vincenti oggi. A loro due, folli inventori della racchetta, non si aggiungerà Bernard Tomic, talento e genio autoreferenziale, lodato da cabina di commento per un atteggiamento propositivo e incoraggiante. Nonostante questo, l’incompreso australiano, dopo un primo parziale vinto, cede i restanti tre all’infermo Nishikori. Se anche nelle giornate buone la sconfitta è la sua naturale e fedelissima compagna, un motivo, forse, ci sarà. 

Dal vostro cronista è tutto, a domani. 

Nicola Corradi

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