Per il “relief fund“, a sostegno dei professionisti fermati dalla pandemia di Covid-19, gli enti governativi del tennis hanno raccolto circa 6 milioni di dollari. Atp e Wta hanno deciso però di muoversi diversamente, l’Itf invece dovrà occuparsi dei professionisti tra la 501esima e la 700esima posizione mondiale.
La Wta a metterà a disposizione 10.400 (in due tranche) per le tenniste fino alla 500esima posizione in singolare e fino alla 175esima in doppio. Più controverso invece il sistema studiato dalla Atp, che pur seguendo la stessa linea sul ranking, verserà cifre diverse tra singolaristi e doppisti.
Una categoria, a sentire le ultime parole Marcelo Melo, che potrebbe aver problemi grossi anche con l’attuazione dei protocolli, grazie ai quali il tennis sta provando a ripartire almeno nazione per nazione.
Per la prima complicata questione, viene in nostro soccorso l’interessante esclusiva di opencourt.ca, che arricchisce di dettagli una vicenda che sembrava evidenziare una netta discriminazione. La somma, sempre divisa in due tranche, negli uomini non sarà infatti la stessa tra singolaristi e doppisti.
Tra i primi, quelli dalla 101esima alla 500esima posizione riceveranno infatti 4.325 dollari. A rientrare nel piano di sostegno, tra i doppisti, saranno invece quelli dalla 51esima alla 175esima posizione Atp, per una somma di 2.165 dollari a testa. Gli interrogativi sono diversi, a partire dal perché l’Atp abbia scelto di operare una differenza così netta, sia rispetto al corrispettivo femminile, sia internamente. Con cifre nettamente più ridotte, resta da capire, quali possano essere altri criteri per poter ricevere l’assegno dell’Atp.
Mentre gli assegni al femminile varieranno in base al numero di tornei giocati nell’ultimo anno, o in base ai guadagni dell’ultimo anno, o degli ultimi quattro anni, la situazione tra gli uomini è poco chiara. Tra le donne, non riceveranno alcun sostegno ad esempio le tenniste che hanno guadagnato 350mila dollari nell’ultimo anno, o anche un 1 milione 400 dollari negli ultimi quattro anni.
Da ricordare è che l’Atp, da diversi anni ha messo a disposizione un fondo per aiutare i viaggi di quei giocatori impegnati soprattutto nel circuito Challenger. Per il singolare si parla di 4.000 dollari (metà a gennaio e metà a luglio) per i giocatori tra la 151esima e la 400esima posizione. Per i doppisti, la somma è della metà, e solitamente coinvolge i giocatori tra la 76esima e la 175esima posizione mondiale.
Eccezionalmente, però, almeno da questo punto di vista, la categoria dei doppisti, specialmente quelli che praticano esclusivamente tale specialità è stata aiutata maggiormente. Dei 2.000 dollari potranno usufruire così i giocatori fino alla 200esima posizione mondiale. Ciò che preoccupa, nell’ultimo comunicato dell’Atp, è che non si riesce a capire se i tennisti in un certo range di classifica possano ricevere un doppio pagamento (triplo nel caso del fondo viaggi) per il loro piazzamento in singolare ed in doppio.
“I giocatori qualificati riceveranno un solo pagamento, il cui valore predefinito è il più alto”, dice chiaramente l‘Atp, salvo poi segnalare che i pagamenti della tranche di luglio per il fondo viaggi verrà anticipato. Sembra farsi necessario un chiarimento in merito ai criteri anche in quanto, tra la posizione numero 51 e 175 del doppio, sono presenti anche giocatori come Feliciano Lopez e Guido Pella, che con criteri come quelli al femminili non riceverebbero, giustamente alcun aiuto dall’Atp.
In caso di ridefinizione delle assegnazioni, potrebbe esserci un disavanzo da distribuire in maniera più importante ai tennisti con maggiori difficoltà. L‘Atp dimostra di non essere abituata nelle vesti di una sorta di società sportiva tipica degli sport di squadra. E anche se come per questi ultimi si premiano economicamente quelli che darebbero più ritorno al mondo del tennis, le disuguaglianze sembrano un po’ troppo evidenti. Anzi, poste come lo sono oggi, andrebbero a dare un sostegno di natura eccezionale a professionisti che pure non ne avrebbero bisogno.
Tutti questi punti di domanda attinenti alla sfera economica, non sono però gli unici che tormentano il mondo dei doppi nel tennisti. Una disciplina dimenticata dai più, che spesso considera i suoi specialisti degli atleti non in grado di coprire il campo da soli e costretti quindi a ripiegare sul tennis in coppia. La parola “coppia”, però, stona nel mondo ai tempi del coronavirus. E stona anche con i protocolli che sconsigliano ogni forma di contatto per limitare il contagio.
Ma la verità è che nel doppio, limitare il contatto è difficilissimo. Ridurre la vicinanza, poi, va contro l’essenza stessa del gioco, fatto spesso di duelli a rete ravvicinati, ma anche di scambi di posizione tra gli stessi componenti della coppia. Su questi quesiti ha scherzato l’attuale numero 5 del mondo Marcelo Melo, costretto durante la quarantena lontano dallo storico partner Lukasz Kubot: “Il doppio è come un matrimonio, alle volte la lontananza può avere dei risvolti positivi”.
È difficile pensare che tutte le grandi coppie stabili del tennis stiano passando un buon momento. La maggior parte di questi, non potendosi allenare, dovrà pian piano tornare ad affinare l’intesa. Componente fondamentale della parte tattica del doppio. E una parte non indifferente di queste coppie, come anche Kubot e Melo, può incontrarsi ancora oggi solo virtualmente, con gli aeroporti ancora bloccati. Melo è restato per ora lontano dal Brasile, dove ancora infuria la pandemia e si è allenato negli Stati Uniti col grandissimo amico Alexander Zverev. Presto dovrà però rientrare in patria, senza sapere quando potrà tornare a giocare col compagno Kubot.