Nello sport, quando si supera una certa età, è inevitabile cominciare a chiedersi quando è arrivata l’ora di smettere. Anche se ti chiami Roger Federer. Anche se in quel momento stai giocando forse il miglior tennis in carriera. La recente decisione di Flavia Pennetta ha portato una certa ansia nei tifosi di uno dei più grandi sportivi della storia. Lo svizzero ex numero 1 del mondo, attuale n. 3, a 34 anni suonati ha così pensato di tranquillizzare tutti sul suo futuro. Almeno, da qui a un anno. Al recente Masters Mille di Shanghai, Federer ha dichiarato ai giornalisti che sicuramente sui nostri schermi ci sarà una nuova stagione della serie RF, la 18esima per il campione di Basilea in Atp: “Giocherò senza dubbio fino alla fine del 2016 poi vedremo. Cambierà qualcosa, ma ho le idee abbastanza chiare sul mio programma del prossimo anno”.
Il riferimento è chiaramente alle Olimpiadi di Rio, uno degli obiettivi, anzi il primo vero obiettivo di Federer nel 2016. L’unico trofeo che manca nella bacheca del tennista di Basilea è proprio la medaglia d’oro olimpica nel singolare: “Rio è certamente una delle priorità del prossimo anno, ma non l’unica. Quando c’è un evento di questo genere è chiaro che bisogna adeguare i propri programmi al nuovo calendario”.
Insomma, per il momento possiamo stare tranquilli, Re Roger continuerà a calcare i campi del circuito. E non lo frena nemmeno una famiglia sempre più numerosa. Una moglie e due coppie di gemelli che ormai hanno imparato la vita da nomadi.
L’obiettivo olimpico è troppo ghiotto, così come quello di aggiornare la casella di Slam conquistati ferma a quota 17 ormai dal 2012. Ma saranno tutte imprese durissime considerato l’ “incomodo” Djokovic.
“Vedremo il prossimo anno se ce la farò – ha detto Federer – Novak è sicuramente l’uomo da battere in questo momento. Ha avuto di nuovo una stagione irreale. Ha avuto una costanza non solo negli Slam, ma in tutta la stagione, di settimana in settimana, senza nessun calo. Quando è così è difficile rompere la sua egemonia, per qualsiasi giocatore”.
Il livello di gioco di Federer in questa stagione ha dimostrato però che lo svizzero è ancora in grado di vincere titoli del Grande Slam, dopo aver raggiunto la finale di Wimbledon e degli US Open. In entrambi i casi, ha perso dal numero 1 serbo in quattro set. Ma non sono mancate le occasioni in cui Roger è riuscito a battere Nole: lo ha fatto due volte, nelle finali di Dubai e Cincinnati.
Nel 1969, quando aveva appena superato i 30 anni, la leggenda Rod Laver vinse il suo secondo Grande Slam a distanza di ben 9 anni dal primo. Nessuno meglio di lui, dunque, può comprendere l’attuale momento di Federer con la vecchiaia (sportiva) che incombe. Anche lui ospite al Masters di Shanghai ha detto il suo parere sulla faccenda: “Credo che se ami questo sport e ti diverti allora non devi smettere. Federer attualmente sta giocando un grande tennis. Forse un tennis migliore di quello di un paio di anni fa”.
Roger ha avuto finora grande intelligenza nel gestire il suo fisico, adeguando il suo gioco all’inevitabile calo di condizione dovuto all’età. Ora lo svizzero gioca molto più aggressivo, scende più spesso a rete, cercando sempre di accorciare gli scambi per conservare le energie. Ha addirittura aggiunto al suo novero di colpi la demi-volée in risposta al servizio. Una nuova e originale giocata nata più per scherzo ma che poi si è rivelata anche efficace in campo e che ha fatto storcere il naso ad alcuni addetti ai lavori tra cui l’allenatore di Djokovic, Boris Becker, che l’ha definito un “colpo antisportivo”.
“Solo lui può sapere quando dovrà smettere – ha detto ancora Laver riguardo al nativo di Basilea – E lo capirà quando non sarà più in grado di dare il massimo ogni volta che scende in campo. Ma per il momento non credo si stia ponendo il problema, sinceramente non so come sia capace di mantenersi ancora così in forma. Comunque, la cosa più importante è che ancora si diverta a giocare a tennis”.
Per il momento, dunque, l’ipotesi ritiro è rimandata. Ma tra un anno, puntualmente, tutti torneranno a porsi la domanda, con la speranza comune che quel giorno non arrivi mai.