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Federer può scalzare Djokovic e tornare numero uno del mondo?

I giorni migliori di Roger sembrano ormai alle spalle ma ciò non significa che lo svizzero non sia in grado di dominare chiunque al mondo.

Una perfetta conferma è stata la prestazione di Federer contro Novak Djokovic nella semifinale dello Shanghai Rolex Masters di sabato e, in misura minore, alla finale odierna contro Gilles Simon. Nella loro prima partita dopo l’epica finale di Wimbledon, lo svizzero ha battuto il numero uno al mondo in due set 6-4 6-4. La cosa incoraggiante è infatti il modo in cui Federer ha vinto; ha portato a casa due break e ha giocato una serie di punti stratosferici, come quello, splendido, in apertura di secondo set.

Dopo l’incontro il serbo ha parlato molto bene di Roger ai giornalisti, lodando la sua partita perfetta, ritenendola “la sua migliore partita di sempre” contro di lui.

Le testate più autorevoli del mondo hanno annunciato a gran voce il ritorno dello svizzero paragonandolo quasi a una resurrezione. “Federer non ha mai avuto paura di attaccare a rete durante la partita e ha costretto Djokovic a fare errori che di solito non vediamo da lui” ha scritto la Bbc.

Teniamo a mente che Federer ha giocato questa partita 10 mesi dopo l’inizio della stagione: per un trentatrenne con sedici anni di esperienza alle spalle, la fatica non sembra essere un grande problema. Federer lo ha dimostrato venendo a capo di una finale complicata contro Simon, vincendo in due set, entrambi conclusi dopo un tie break, sebbene risentisse dell’affaticamento fisico ed emozionale che si faceva sentire dopo la sua vittoria più bella dell’anno. Federer oggi non ha giocato al top, a tratti in modo deludente, ma è riuscito comunque a tenersi sempre avanti nel punteggio: proprio questo dimostra il momento di solidità del suo gioco, di enorme fiducia mentale e di condizioni fisiche ottimali.

Nonostante ciò, continuiamo a vederlo ancora in partite deludenti, momenti in cui è inevitabile nutrire dubbi su quanto lui possa ancora essere grande. Un esempio è la partita disputata contro l’argentino Leonardo Mayer, che lo ha portato al tie-break nel terzo set. La gloriosa carriera di Roger Federer è stata caratterizzata, del resto come l’anno appena trascorso, da alti e bassi. La sua grande capacità, però, è stata quella di limitare i fallimenti.

L’aspetto più sbalorditivo è il fatto che all’inizio dell’anno lo svizzero era ottavo nella classifica ATP e adesso si trova a lottare per una prestigiosissima prima posizione che aggiungerebbe ulteriore lustro alla sua eccezionale carriera.

Quella contro Djokovic è stata una vittoria tattica, la prova che Federer è stato capace di una trasformazione, prima di tutto mentale, che nessuno dei grandi giocatori è mai riuscito a fare. Una volta era un tipico giocatore sicuro di sé un campione arrogante. Ultimamente è diventato più simile a un veterano esperto e saggio, disposto a fare aggiustamenti nel suo gioco in base al tipo di avversario che si trova a fronteggiare.

Lo svizzero ha infatti dichiarato: “Sono incredibilmente contento di come sia andata. Non c’era nulla nel mio gioco di oggi che non abbia funzionato”.

Va bene, ma non ci accontentiamo. La domanda sorge spontanea: Federer può finire davvero l’anno al numero uno? Sarebbe una prodezza che farebbe passare in secondo piano il fatto che non ha vinto nemmeno un evento del Grande Slam dall’estate del 2012?

Federer ha di solito goduto di ottimi risultati quando il tour si sposta di nuovo verso l’Europa dall’Asia, e lui ha ancora altri tre eventi in programma: Basilea, Parigi e le ATP World Tour Finals,  prima di guidare la Svizzera nella finale di Coppa Davis contro la Francia.

Riuscirà il venerabile maestro a concludere la sua carriera riaffermandosi il migliore di tutti?

Tommaso Fondi

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