Dopo 7 anni, Ana Ivanovic ha raggiunto una semifinale a livello Slam al French Open 2015. Concretamente da quando ha sollevato al cielo il titolo più importante della sua carriera nella capitale francese nel lontano 2008. Da quella magica stagione, in cui si spinse anche in finale agli Australian Open, diventando numero 1 del mondo, Ana ha fatto fatica restare al top incappando in annate decisamente al di sotto delle aspettative.
Sorge spontaneo chiedersi se la tennista di Belgrado riuscirà a trovare continuità nel suo gioco e di conseguenza a vincere trofei importanti. L’inizio del 2016 per la balcanica è stato piuttosto scoraggiante: due sconfitte al primo turno e dubbi enormi sul suo gioco. Primo torneo dell’anno ad Auckland e prima sconfitta contro la sorprendente e sconosciuta britannica numero 122 del mondo Naomi Broady. Ana dopo la sconfitta così prematura riceve la Wild Card a Sydney per mettere sulle spalle più match possibili in preparazione agli Australian Open. Il sorteggio la mette di fronte a Karolina Pliskova che si sbarazza della serba con più facilità di quello che ci si aspettava. Quindi si recherà a Melbourne, dove lo scorso anno si fece sorprendere all’esordio dalla qualificata ceca Lucie Hradecka, con 0 vittorie in 2 incontri disputati.
In difesa della bella tennista balcanica c’è da dire che ha trovato dall’altra parte della rete due avversarie con un tennis molto spumeggiante che non danno il tempo di organizzare il gioco da fondo. Con la Pliskova infatti Ana aveva perso 2 incontri su altrettanti giocati.
A preoccupare sono i grandi dubbi che traspaiono dalle sue espressioni e dal suo gioco, specialmente al servizio nell’ultima partita. A partire dal lancio di palla che da sempre ha condizionato il suo rendimento del fondamentale d’inizio gioco durante la sua carriera. Ciò comporta ovviamente un ingente numero di doppi falli che certamente nel complesso la penalizzano e neanche poco. Nei sui tempi migliori il servizio costituiva un importante alleato, oggi invece ad eccezione di qualche partita, rappresenta un peso.
Del resto l’instabilità della Ivanovic è nota a tutti visti i continui cambi di allenatore; 13 da quando è diventata professionista. Ora a seguirla è il padre della moglie di Andy Murray, Nigel Sears. Da quella semifinale al Roland Garros, la serba ha alternato buoni tornei a sconfitte piuttosto sorprendenti contro tenniste nettamente inferiori.
Nonostante abbia chiuso il 2015 al n.16 del mondo, un’ottima posizione per molte, la sensazione è che non riesca a trovare il modo per guidare il carro. Tenendo conto dei cambi repentini nel circuito femminile vista l’instabilità delle donzelle, non è irragionevole pensare che la giocatrice di Belgrado possa rivivere i vecchi fasti, anche se l’inizio di stagione non sembra promettere nulla di buono.
“Le giocatrici di oggi cambiano gli allenatori come le camicie sporche”, sentenziava Eric Van Arpen, ex coach della bella Ana. Nel circuito maschile é un fenomeno piú raro e di conseguenza si puó notare come ci sia maggiore staticitá nelle prime posizioni del ranking. Tutto il contrario rispetto alla Wta.
É complicato sapere dove si dirigerá il tennis di Ana Ivanovic, anche se forse é piú facile dire dove non arriverá: alle prime posizioni del ranking e alle vittorie negli Slam. A meno che a 28 anni inizi a percepire una certa stabilitá e regolaritá come le prime tenniste in classifica e di conseguenza tornare a sorridere per la gloria. Il fisico e i colpi di certo non le mancano… Se é vero che una rondine non fa primavera vedremo cosa saprá regalarci la bella Ana nel 2016 con la speranza che finalmente riesca a tirare fuori tutto il potenziale inespresso in queste utime stagioni di alti e bassi. L’inizio non é stato dei migliori ma siamo felici di sbagliarci.
Fonte: PuntoDeBreak