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Il bianco a Wimbledon, tra eleganza e tradizione

Gli anni passano, il tennis si evolve ma le tradizioni a Wimbledon rimangono sempre le stesse. Anzi, le regole si fanno sempre più rigide. L’All England Lawn Tennis Club è noto per essere uno dei circoli più antichi e storici del tennis, e gli organizzatori vogliono far sì che tutto rimanga intatto.
Lo scorso anno il torneo ha celebrato i 140 anni della regola dell’«all-white» con un video che riassume l’intera storia di Wimbledon. Molte cose sono cambiate: i campi, il tetto sul Campo Centrale, la lunghezza degli abiti delle donne, ma ciò che rimane sempre uguale è il bianco.

Negli ultimi anni gli outfit sono diventati sempre più colorati, ed il torneo di Wimbledon, anziché rivoluzionarsi, ha introdotto regole sempre più rigide. Se prima fasce, polsini, calze o biancheria intima potevano essere di un colore diverso dal bianco, adesso tutte le altre colorazioni sono proibite. Tutto deve essere rigidamente bianco. Negli ultimi anni sono stati numerosi i casi di violazione del dress-cose: nel 2013 Roger Federer scese in campo con la suola delle scarpe di colore rosso. Il fatto non venne gradito e lo svizzero fu costretto a cambiare scarpe. Avvenimenti simili per Eugenie Bouchard, che ha indossato un reggiseno nero che si intravedeva dalla spalla, ed Ekaterina Makarova, che ha utilizzato dei calzini neri piuttosto evidenti.
Solamente i loghi possono essere colorati, ma non in maniera esagerata. Ne sa qualcosa Nick Kyrgios, che nel 2015 fu costretto a indossare la fascia al contrario per nascondere dei colori troppo accesi.

Nonostante le regole siano sempre uguali a Wimbledon, anche per giocatori e sponsor non deve essere facile adattarsi. Soprattutto per i giocatori con uno stile unico e particolare, sottostare al regolamento severo del torneo è complicato. Ma c’è chi, in qualche modo, riesce a bypassare le regole.
Bethanie Mattek-Sands è famosa per lo stile unico nel suo genere: dalle calze alte fino al ginocchio ai capelli colorati, l’americana ha trovato un modo per esprimere tutta la sua personalità attraverso la sua nuova tinta.

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Molti giocatori probabilmente non apprezzano queste regole, ma lo slam londinese è amato per questo. Mentre il circuito si evolve, tornare a Wimbledon sembra fare un tuffo nel passato. L’atmosfera, l’eleganza ed il fair play del pubblico, sempre contenuto e mai fuori luogo ma che sa trasformarsi nello stadio più caldo con un inglese in campo. Forse l’eccessivo attaccamento al bianco è esagerato, ma per due sole settimane all’anno possiamo accettarlo.

Andrea Lombardo

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