John Millman: il giustiziere DownUnder del mito Roger Federer

Australiano, maturo e professionale: ecco John Millman, il giustiziere venuto da lontano per battere il suo mito Roger Federer nella Grande Mela

“Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni.”

-Eleanor Roosevelt

Anna Eleanor Roosevelt, ex First Lady americana, moglie del celebre Presidente degli States Franklin Delano Roosevelt, è sempre stata accanto dei più deboli, cercando di andare a favore di chi crede fermamente in quello fa, nella vita, dunque nello sport. Ed è proprio una frase di colei che presiedette la commissione che delineò e approvò la “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, che calza a pennello su un giocatore che già nell’ultimo periodo, e in particolare stamattina, si è preso le copertine dei giornali di tutto il mondo. John Millman, il giustiziere di Roger Federer, suo mito, venuto da lontano e che attraverso sacrificio e dedizione ha ottenuto il suo successo più grande, all’età di 29 anni.

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MILLMAN, JOHN MILLMAN: PROVENIENZA, AUSTRALIA- Nato nel 1989 a Brisbane, la stessa città dove 6 anni dopo nascerà un certo Nick Kyrgios, John Millman partecipa già da Juniores a diversi tornei DownUnder, tra cui gli Australian Open, vincendo anche 3 tornei. Il giovane australiano comincia la propria carriera da professionista a Bucarest, partecipando a Futures, perdendo in finale, ma ottenendo la propria rivincita ad ottobre 2008 a Traralgon, dove ottiene una wild card, e dunque il titolo. Nel 2009 ottiene un titolo Futures sempre DownUnder, dunque perde altri tre finali: ma il suo debutto in un torneo ATP risale al 2010 quando ottiene una wild card a Brisbane dove viene pero opposto al numero 12 del mondo e campione uscente Radek Štěpánek contro il quale riesce a raccimolare solo quattro game. Raggiunge il turno finale delle qualificazioni agli Australian Open ma viene superato da Illja Marčenko. Nel prosieguo della stagione si impone in due tornei ITF e conquista il suo primo titolo Challenger a Sacramento, in uno degli anni più importanti della carriera. Anche nel 2011 ottiene la wild card a Brisbane ma viene di nuovo superato, stavolta da Matthew Ebden e in tre set, al primo turno. Eliminato al secondo turno delle qualificazioni sia a Sidney che a Melbourne, non raccoglie risultati di rilievo nel resto della stagione; tenta le qualificazioni anche a Wimbledon, ma viene subito eliminato da Wolmarans. Nel prosieguo della stagione, non riesce a giocare altri tornei a causa di un infortunio alla spalla rimediato in aprile: riesce a tornare in campo di nuovo a Brisbane, stavolta superando le qualificazioni, ma perdendo al primo turno del main draw da Santiago Giraldo. Eliminato da Vasek Pospisil nelle qualificazioni degli Australian Open, torna a dividersi tra molti Futures (un titolo a Bendigo e una finale persa in stagione a Bundaberg) e qualche Challenger (finale a Pusan in maggio), chiudendo l’anno entro i primi duecento del mondo, dopo essere rimasto a secco nel 2011.

John Millman

CRISI E RINASCITA- Per la prima volta in carriera, nel 2013 vince un match nel main draw di Brisbane superando per 6-4, 6-1 Tatsuma Ito; al secondo turno trova Andy Murray, numero tre del mondo, al quale, dopo aver ceduto per 6-1 il primo set, strappa il secondo set per 7-5 per perdere al terzo con il punteggio di 6-3. Riesce a vincere il primo match contro Ito agli AO a cui fa acesso tramite wild card, ma soprattutto l’ottimo momento prosegue ai Challenger di Burnie e Kyoto, riuscendo a giocare a Monaco nella tabellone principale. Ottiene un altro invito al Roland Garros ma il riproporsi dei problemi alla spalla lo costringono a cedere il suo posto all’australiano connazionale Nick Kyrgios; il problema fisico lo tiene fuori a lungo, quasi per un anno intero. Quando torna a giocare si ritrova oltre la posizione 800 e, non potendo difendere i punti dell’anno precedente, scivola velocemente oltre la posizione 1100. In agosto coglie due successi consecutivi a livello Futures e in coda di stagione torna ai vertici in tornei Challenger conquistando prima la finale a Tiburon poi il titolo a Treragon e Yokoama; riesce così a rientrare tra i primi duecento del mondo. Ad inizio 2015 torna a vincere un match ATP a Brisbane contro Rhyne Williams e trova nel secondo turno Roger Federer con il quale riesce a vincere nel primo set per 6-4 per poi cedere i due parziali successivi per 6-4, 6-3. Torna, ancora grazie ad una wild card, a giocare gli Australian Open ma perde al debutto contro Leonardo Mayer in tre set. Coglie invece due vittorie in tornei Challenger americani in agosto, Lexington e Aptos, prima di debuttare agli Us Open dove viene battuto al primo turno a Sergej Stakhovsky. Se anche a Metz perde al debutto da Philipp Kohlscheriber, migliori sono gli esiti a Shenzhen (secondo turno, battuto da Cilic) e soprattutto all’ATP 500 di Pechino dove, superate le qualificazioni, batte Robredo e cede solo al terzo set al numero tredici del mondo John Isner. In coda alla stagione supera un turno a Stoccolma e conquista il Challenger di Kobe, chiudendo l’anno al novantesimo posto del ranking mondiale.

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MILLMAN 2.0: 2018 ANNO DELLA MATURITA’- Il 2016 è un anno avaro di titoli, ma ricco di miglior piazzamenti nei Major: a Melbourne giunge al terzo turno, ottenuto anche l’anno dopo, cioè la stagione della risalita. Nell’anno delle Olimpiadi, a cui partecipa, è una presenza fissa nei tabelloni principali dei tornei Atp, mostrando l’ottimo momento di forma, come a Montpellier raggiungendo i quarti di finale e le semifinali a Winston Salem. 
Nel 2017 rientra soltanto a maggio per altri guai fisici, dunque riparte dai tornei minori dopo aver fatto un anno ad alto livello: ottiene una finale a Lexington, raggiunge il terzo turno a Flushing Meadows, e l’atto conclusivo cinese di Ho Chi Minh City. Riesce a vincere a fine novembre Hua Hin: il momento della rinascita del Millman 2.0 comincia dal paese del Dragone.
Il 2018 comincia con un tris di secondo turno DownUnder, ma a fine febbraio vince in Giappone a Kyoto: il vero momento di svolta però, è aprile, proprio come il nostro Marco Cecchinato.
Con una cavalcata d’antologia, ottiene la finale a Budapest, proprio contro l’italiano vincitore da lucky loser: dopo un mese, ecco la vittoria in Francia ad Aix-En-Provence e i quarti di finale di Eastbourne, che fanno da capolinea al capolavoro newyorkese, in una storia simile a quella del nostro Ceck.
La testa di serie numero 54, vince all’esordio contro l’americano Brooksby, dunque, con un triplo 6-1 intervallato da un 6-4, ecco schiantato Fabio Fognini: nel terzo turno più equilibrato contro Mikhail Kukushkin, ottiene il piazzamento più importante degli ottavi di finali di NY. Raggiunto il quarto turno, nella nottata italiana, ha ottenuto la vittoria più clamorosa degli US Open e della carriera: dopo aver perso 3-6 il primo parziale, Roger Federer viene battuto 7-5 7-6 (7) 7-6 (3) davanti ad un pubblico e un silenzio surreale. Next stop: Novak Djokovic, proprio il giocatore contro il quale il palermitano ottenne la prestgiosa vittoria parigina. La Storia si ripeterà?

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