La maturazione del nuovo Fabio Fognini

Dopo il primo titolo del 2018, il 6º personale, e i piazzamenti di questo primo scorcio di stagione, è lecito domandarsi: il Fabio nazionale è definitivamente maturato?

In una giornata ricca di episodi, l’Italia del tennis torna a sorridere. Tutto si apre con le elezioni politiche per la Camera e il Senato, poi notifiche su cellulari e notiziari sconvolti per la tragica morte di Davide Astori fino ai trionfi azzurri. In serata infatti, sono giunti i trionfi di Sara Errani al 125K di Indian Wells  e di Fabio Fognini all’ATP 250 di San Paolo in Brasile.  Davvero una domenica tricolore, nel bene e nel male, con le dediche al capitano della Fiorentina. Ma in una giornata triste, ci sono anche strascichi di luce. Oggi, lunedì 5 marzo infatti, sono uscite le nuove classifiche, e, come già anticipato ieri, il talento di Arma Taggia è salito #19 al mondo: 30 posizioni recuperate da gennaio 2017 ad oggi. In un weekend dove ci sono state anche le vittorie di Juan Martin Del Potro ad Acapulco, ora 8° al mondo, e di Roberto Bautista Agut a Dubai, nuovo #15 della classifica mondiale, è doveroso parlare anche della maturazione e miglioramento del ligure. È realmente maturato il Fogna nazionale?

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INIZIO DA URLO- Un inizio di 2018 pazzesco: semifinali a Sydney, sfiorando la finale dopo aver vinto il primo set contro il qualificato russo Daniil Medvedev, ottavi a Melbourne con il miglior piazzamento di sempre agli AO contro Tomas Berdych, semifinale a Rio de Janeiro e titolo ieri a San Paolo. 14 vittorie a fronte di appena 4 sconfitte. Pensare che per raggiungere tanti match vinti, l’anno scorso ha dovuto attendere Roma, uscendo agli ottavi contro Alexander Zverev. A distanza di 10 mesi infatti, è un Fognini totalmente rinnovato, che ad inizio 2017 era 49°, riuscendo a scalzare oltre 30 posizioni a distanza di un anno. In questo inizio di stagione il classe ’87  ha perso sempre dopo essere giunto tra gli ultimi 4 del torneo, eccetto in Australia perdendo contro il ceco, molto più in forma a gennaio, e qualche settimana fa a Buenos Aires contro Leonardo Mayer, all’inizio del ciclo sudamericano. Un exploit interessante, che fa riflettere sul miglioramento dell’italiano, che dopo il cambio di staff, dal mentore Jose Perlas all’ex coach di DelPo e di Guadio, Franco Davin. Una promessa mantenuta, nel segno e nella volontà di essere un buon esempio per il piccolo “Perro” Federico o per dedicarle a persone meravigliose, come quella che ci ha lasciato ieri nella notte: Davide Astori e il suo meraviglioso sorriso, che ha sempre contraddistinto la sua onesta e seria carriera. Per Fabio, ora, comincia il vero percorso verso il pieno della maturazione..

TALENTO COSTANTE- Finalmente, Fabio Fognini è costante, soprattutto in quei tornei dove si costruiscono le classifiche: i cosiddetti “tornei minori”, contro quei giocatori che spesso lo hanno messo in difficoltà o sconfitto. Dopo il trofeo vinto ieri sera, il talento sanremese è il 2° italiano più titolato dell’Era Open, dietro al solo Adriano Panatta, a quota 10, l’unico italico in doppia cifra. Pareggiato dunque Paolo Bertolucci, che in qualche modo smentì la nomea di ottimo braccio per il doppio con ben 6 successi, Fogna, ora, può anche staccarlo: 15 le finali giocate in carriera. Una media non perfetta, che ieri poteva addirittura peggiorare dopo il primo set perso per 6-1 contro il cileno Nicolas Jarry in 20 minuti. Ma probabilmente, dopo questo inizio di stagione, Fabio può decisamente puntare a migliorare il proprio best ranking: #13 nel marzo del 2014. Step by step, certo, ma come mostrato nelle ultime apparizioni nei 250, Fognini è pronto e consapevole, finalmente, della propria forza. Dopo aver raggiunto il punto più basso nel 2016, facendo un danno soprattutto a sé stesso, tanto da perdere anche la vetta in Italia a discapito del faticatore Paolo Lorenzi, è riuscito a risorgere. Ma occhio, naturalmente, a non montarsi la testa, perché il pericolo è dietro l’angolo: però, in queste condizioni e con la consapevolezza di poter battere chiunque in tornei del genere, beh, sognare è lecito.

FUTURO- Ora, però, viene il difficile, ma anche il bello della stagione: l’annata comincia davvero con Indian Wells, con il primo 1000 dell’anno, che darà vita all’escalation di grandi tornei, in cui Fognini potrà ben figurare, anche magari dosando le forze, considerando l’età che avanza, purtroppo, anche per il giocatore italiano più talentuoso. Migliorare il 3° turno dell’anno scorso non sarà complicato, soprattutto con un tabellone semplice e un Fabio che conosce alla perfezione il clima degli Stati Uniti del sud, data la sua preparazione annuale a Miami. Già, Miami, proprio lì dove ha fatto semifinale l’anno scorso in un torneo pazzesco. E poi la primavera rossa, su una superficie a lui congeniale, come mostra l’ultimo successo, passando da Montecarlo a Parigi, per Roma, dove magari ci potrà essere un’ultima possibilità. Poi gli Slam, e il proseguo della stagione, ma come detto prima, passo dopo passo, e con un Fabio così e tanti giocatori out o a mezzo servizio, bisogna approfittarne, ora più che mai…

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