La scomparsa del serve & volley con l’evoluzione del materiale e del gioco

Con l’avvento del progresso industriale e scientifico verificatosi nel ventesimo secolo, lo sport si è evoluto ed il tennis è mutato in ogni suo aspetto. Lo sviluppo dei materiali ha determinato maggiore funzionalità ed efficienza, caratteristiche che hanno consentito ad intere generazioni di tennisti di affermarsi e di ottenere risultati importanti in carriera.
Il tennis nacque ufficialmente nel 1874 e, a partire da quella data fino ad arrivare ad un non lontano 900, era praticato con le racchette di legno ed il gioco prodotto da esse aveva una velocità medio-bassa poiché non esistevano rotazioni e colpi potenti o carichi di spin ma soprattutto perché i materiali non permettevano di farlo. Solo grazie alla nascita delle racchette in grafite e in carbonio, dotate di corde monofilamento dure, si è giunti a risultati notevoli. I tennisti, infatti, qualora non centrino in modo perfetto il piattocorde, hanno più possibilità di tenere la palla in campo utilizzando racchette costituite da questi materiali piuttosto che adoperando racchette di legno, decisamente più dure e meno maneggevoli rispetto alle prime.

1274042_crop_650x440Parallelamente al cambiamento radicale del materiale, lo stile di gioco “serve and volley”, che consiste nel servire e spingersi verso la rete per ottenere il punto con una volèe o con uno smash, si è a poco a poco estinto. Il serve and volley era una tecnica molto praticata fino alla fine degli anni ’90 dalle più svariate celebrità del tennis come John Newcombe, John McEnroe, Stefan Edberg, Boris Becker e Pete Sampras. Questi giocatori erano soliti avanzare verso la rete subito dopo aver eseguito un servizio veloce, preciso ed angolato che consentiva loro di poter attaccare. Il metodo del serve and volley, seppur altamente spettacolare nell’esecuzione e nella realizzazione ed efficace solo grazie ad un impeccabile servizio, presenta molteplici svantaggi: il primo limite è poter trovare di fronte a sè un avversario solido da fondo campo o forte in fase difensiva che sia in grado di fare passanti e lob; il secondo è il notevole dispendio delle energie di colui che esegue questo schema a causa dei continui ed improvvisi scatti in avanti; il terzo è la superficie: il serve and volley risulta inefficace sulla terra battuta ed, in generale, sulle superfici più lente ove il rimbalzo della pallina è tale da poterla ribattere nel campo avversario.

Nel tennis attuale il gioco è prevalentemente basato sugli scambi da fondo campo, persino sull’erba che è la superficie per eccellenza dei giocatori serve and volley. E’ raro al giorno d’oggi vedere un giocatore scattare verso la rete subito dopo il servizio e chiudere direttamente lo scambio al volo; questo avviene perchè o si ottiene il punto direttamente col servizio o si preferisce ricorrere alla potenza attraverso un palleggio serrato da fondo campo.
Il tennis contemporaneo è uno spettacolo assicurato perché si assiste a scambi interminabili ed avvincenti (basti vedere un match tra Nadal e Djokovic) ma il tennis classico, basato sull’eleganza, la disinvoltura e il tocco di fino è qualcosa di indimenticabile per coloro che hanno ammirato le imprese dei campioni del passato.

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