Tennis. Se nell’universo maschile del tennis stiamo assistendo ad una vera e propria seconda giovinezza per moltissimi Over30, dalla parte femminile della barricata i ricambi naturali delle più datate tenniste al vertice sembrano esserci eccome. Non mancano le giocatrici un po’ in la con gli anni, tra Serena e Venus Williams, Na Li, Jelena Jankovic, Flavia Pennetta, Roberta Vinci, Svetlana Kuznetsova, Samantha Stosur e molte altre ancora. Vogliamo metterci dunque ad elencare anche le giovani rampanti del circuito WTA?
Eugenie Bouchard, Sloane Stephens, Garbine Muguruza, Madison Keys, Bojana Jovanovski, Kurumi Nara, Camila Giorgi, Coco Vandeweghe, Elina Svitolina, Caroline Garcia, Christina Mchale, Heather Watson, Lauren Davis, Zarina Diyas, Ajla Tomljanovic, Belinda Bencic, Monica Puig, Annika Beck, Anna Schmiedlova, Kristina Mladenovic, Donna Vekic, Alison Van Uytvanck, Kiki Bertens, Shelby Rogers, Teresa Smitkova, Victoria Duval, Luksika Kumkhum. Solo per prendere in considerazione l’attuale Top100, senza negare una menzione particolare anche per Ana Konjuh, Allie Kiick e Danka Kovinic, candidate ad essere tra le prossime new-entries.
Resta ancora da vedere se le suddette campioncine in erba saranno effettivamente in grado di sostenere il salto di categoria tra i primi turni dei vari WTA International, che vedono di solito come protagoniste giocatrici non a livelli altissimi, e gli eventi che contano, tra cui Premier e tornei Slam. Sarà dunque ardua l’impresa che ogni singolo allenatore dovrà compiere per portare la propria assistita a primeggiare sulle altre numerose contendenti per un posto tra le prime dieci, e se il livello di gioco ed il talento non sembrano rappresentare un problema, più difficile potrebbe rivelarsi la gestione della sfera emotiva, da sempre cartina al tornasole delle effettive potenzialità di un’atleta in campo di tennis femminile.
Il fisico, la testa, il cuore. Nell’immenso calderone del circus femminile potrebbe essere sufficiente un semplice infortunio o un impedimento fisico a bloccare una giovane carriera (può fungere da tristissimo esempio il caso di Victoria Duval alla quale è stato diagnosticato il linfoma di Hodgkins), oppure una partita persa male volta a minare le certezze consolidate fino a quel momento. La linea è sottile e parlare troppo presto di fenomeni, a fronte di qualche vittoria, o di bidoni, dopo un legittimo periodo no, può rendere gli organi di stampa e tutti i media in generale il peggior nemico in assoluto di ogni singola carriera in divenire.
La commercializzazione dell’universo tennistico ha favorito la diffusione di partite che in tempi passati sarebbero state assolutamente inaccessibili per i mezzi di un amante dello sport qualsiasi e, cosa più importante, ha dato la possibilità alle associazioni a capo di questa disciplina di disporre di maggiori fondi che sarebbero poi stati destinati ai prize money, permettendo a giocatori e giocatrici di poter credere anche con l’aiuto di sponsor alla realizzazione professionale nel tennis. D’altro canto il pericoloso potere del mercato rischia di plasmare macchine da soldi invece che tenniste a tutto tondo, anche perché dove ci sono televisioni e fotografi, di conseguenza ci sono anche esibizioni, apparizioni pubbliche e spesso mancanza di una fondamentale tranquillità e serenità nel lavoro di tutti i giorni.
Viene da pensare che a fare il salto di qualità saranno quelle ragazze che riusciranno a schermarsi dalle insidie sopracitate, ad apparire continuamente su riviste e siti specializzati mantenendosi comunque lucide e determinate in campo, con Maria Sharapova da prendere come esempio di professionalità in questo campo.
Lasciamo dunque parlare i courts di tutto il mondo e trattiamo con le dovute precauzioni tutti i vari step della crescita personale e professionale di queste stelline che tanto in bene fanno sperare. Magari un giorno ci troveremo a parlare di oggi, di quando ancora non erano nessuno o quasi, e sarà piacevole appurare di quanta hanno fatto in così poco tempo. Il viaggio è tanto importante quanto il raggiungimento della meta finale, in fondo.