L’ATP Cup è un esperimento ben riuscito

Da una parte colore ed estro tra Spagna e Australia. Dall’altra giacchio e metallo tra Serbia e Russia.  Questa Atp Cup è un esperimento ampiamente riuscito.
Le Atp Cup sono una splendida manifestazione e chi dice il contrario lo fa perché non le sta seguendo.
C’è poco da dire. Vedere ad inizio anno i migliori protagonisti del circuito lottare per portare a casa una partita come fossero le fasi calde di uno Slam è gratificante.
Oggi David Goffin si è riscoperto matador di nobile lignaggio. Opposto a Nadal, quel mostro di rosso vestito che, in rappresentanza della sua nazione, non perde una partita dagli albori della civiltà moderna, ha espresso un gioco dal sapore nettarino.
Saranno stati i dritti, colpiti in anticipo sulle parabole oggi fiacche dell’arrotatore maiorchino, i millimetrici rovesci lungolinea o forse la solita invidiabile leggiadria.
Fatto sta che, il belga sceso in campo, è stata un’espressione vivente di talento tennistico.
Li riconosci subito, quelli nati con un dono nel braccio. Non sono per forza gli interpreti “alla Federer”. Possono essere anche così, come Goffin, semplici e lineari.
David tocca appena il terreno con i piedi delicati, anticipa e disegna. Si muove con fascinoso gaudio. Saluta con garbo il pubblico ed esce dal campo.
Fa sua la partita in due set, 6-4 7-6, dando un lume di speranza al Belgio poi costretto alla resa di fronte alla fatidica prova del doppio. Passa la Spagna, che in semifinale affronterà l’Australia.
Sarà di certo una bella sfida. Lo Stato in fiamme, devastato da una catastrofe che continua ad ardere giorno dopo giorno, prende la propria rivincita con Kyrgios e De Minaur.
Il primo, risvegliato dal torpore, esprime un livello da campione Slam. Il braccio lo ha, tutti lo sanno, la mano pure. Il giorno in cui, svegliatosi dalla parte giusta del letto, decide di applicare la ragione al tennis, i risultati parlano chiaro.
A lui si abbina quel diavolo di De Minaur. Difficilmente si ricorda un ragazzo veloce come lui.
Corre su ogni palla, la agguanta e colpisce passanti che fendono l’aria. Si mise in mostra due anni fa quando, proprio in terra australiana, superò le ottuse pallate di Raonic mettendo in mostra ciò che, nel tempo, sarebbe riuscito ad evolvere. La sua crescita è sotto gli occhi di tutti, teniamolo controllato nel corso della stagione.
Dall’altra parte del tabellone la terribile Serbia, macchinosa e spietata nei confronti degli inermi avversari, ha sovrastato senza pietà le resistenze efebiche del frizzante Canada.
Nulla hanno potuto Aliassime e Shapovalov, nonostante quest’ultimo sia arrivato al tiebreak del terzo set con Djokovic. L’ingrato scontro ha premiato la sostanza, piuttosto che la forma.
Peccato, perché il due nordamericano ha regalato, nel corso della manifestazione, uno spettacolo esaltante. Ad attendere i giustizieri dell’est Europa ci sarà la Russia di Medvedev e Khachanov.
I favoriti, a rigor di logica, dovrebbero essere proprio i due giovani sovietici.
Da una parte colore ed estro tra Spagna e Australia. Dall’altra giacchio e metallo tra Serbia e Russia.
Questa Atp Cup è un esperimento ampiamente riuscito.
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