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“Non mollare Rafa, non mollare mai!”

I media di tutto il mondo credono che Rafa abbia bisogno di un nuovo coach. Ma questo è impossibile: Toni resterà quasi sicuramente l’unico allenatore di Nadal. Ecco perché.
La sorpresa più grande del torneo di Wimbledon, oltre alla debordante solidità dei due campioni Serena Williams e Novak Djokovic, è stata la conferma dell‘inarrestabile declino di colui che, insieme a pochi altri, ha fatto la storia di questo sport: Rafa Nadal.

Certo è che si parlava in questi termini anche di Roger Federer nel suo 2013, che dichiarare deludente è un eufemismo. Ma Roger, col cambio di racchetta e di coach, ha modificato il suo modo di allenarsi e la sua programmazione ed è tornato al numero 2 delle classifiche, per due volte a un passo dalla vittoria di uno Slam.

Potrebbe essere questa la risposta alla crisi di Rafa? Lo spagnolo ha davvero bisogno di un altro coach e cambiare le sue abitudini, oppure siamo di fronte al crollo di un tennista che della fisicità ha fatto il suo punto di forza?
“Non mollare mi diceva, impara a superare le difficoltà ed il dolore. Sforzati di andare oltre i tuoi limiti e non ti fermerà nulla. Se non .si apprende ciò, nessuno sarà mai uno sportivo d’elite”
Queste sono le parole di Rafa Nadal, scritte nel suo libro ‘Rafa, la mia storia’ in relazione a quello che suo zio Toni soleva dirgli quando era ragazzo. Tutti quelli che pensano che Rafa dovrebbe cambiare allenatore, leggendo questo libro dovranno abbandonare tutte le speranze di vedere questa speranza trasformata in realtà.

Nadal, infatti, deve la sua carriera a Toni, che gli ha insegnato tutto ciò che sa. L’unico caso possibile sarebbe quello in cui proprio suo zio Toni decida di andarsene, ma, conoscendo il suo carattere e quello che ha sempre detto a Nadal (non mollare, non mollare) risulta complicato che possa avvenire.

“Combatti e lotta fino alla fine, non mollare mai Rafa. Non mollare mai”
Queste furono le parole dello zio Toni alla vigilia della finale di Wimbledon nel 2008, che sono stampate nella memoria del tennista maiorchino. Il non mollare e combattere sono parole con le quali lo zio Toni ha martellato Rafa fin da quando ha cominciato ad allenarlo, come se fosse una religione. Proprio per questo pare molto improbabile una separazione tra i due. Abituati con queste filosofia del combattere e non mollare mai, nel bene e nel male resteranno sempre insieme, proprio secondo questa filosofia che ha contraddistinto i successi dello spagnolo.


“Ora hai due percorsi da scegliere: o dire a te stesso che hai fatto il massimo e abbandonare, o prepararti al meglio per soffrire e andare avanti. Hai da scegliere se mollare o combattere”
Se Rafa ha deciso di continuare a giocare e soffrire e cercare di uscire da questo tunnel, c’è da pensare che lo farà sempre con suo zio al fianco. Per capirne le motivazioni bisogna conoscere il rapporto che c’è tra i due.

Toni ha trattato suo nipote sempre con mano dura, quasi militare. Lo obbligava a curare il campo, a giocare con palline malandate per migliorare il modo di colpirle. Lo faceva svegliare alle prime ore del mattino incluso il giorno dopo la vittoria di un torneo. Suo zio Toni è ormai entrato nella testa di Rafa, gli ha creato tensione in tutti gli incontri anche in quelli sulla carta facili, sono una cosa sola e difficilmente si separeranno anzi si staranno allenando ancora più duramente secondo la filosofia del non mollare e combattere per cercare di tornare a vincere ancora un Grande Slam. Vedremo se i due riusciranno nell’impresa e nel farci gustare ancora i ruggiti di Rafa.

Gaetano Di Gianvittorio

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