di Andrea Mariotti
Dopo la vittoria contro John Isner negli ottavi di finale, abbiamo potuto assistere a un Roger Federer sempre più convincente e in continuo miglioramento. Sembrerebbe un’utopia, visto che stiamo parlando di King Roger, l’ uomo capace di vincere 17 titoli dello Slam, e di realizzare il career Grand Slam a soli 26 anni. Numeri spaventosi se aggiungiamo anche 18 su 19 finali raggiunte, fra Wimbledon 2005 e Australian Open 2010, oltre a 23 semifinali consecutive, sempre nel circuito dei 4 Major, dove detiene un record di 26 finali e 37 semifinali disputate. Nonostante questi numeri leggendari, lo svizzero non è piu al vertice della classifica, dove è preceduto da Djokovic.
Tornando al match contro Isner, un match molto insidioso quello contro il gigante americano(208cm), dotato di uno dei servizi più devastanti del circuito, che agli Us Open non subiva un break da 2 edizioni. Neppure Federer ci è riuscito per i primi due set, che hanno avuto il loro epilogo al tiebreak. Poi, avanti 2-0, lo svizzero è riuscito a strappare il servizio a big John (prima volta dal 2013 a New York), e ad aggiudicarsi il match senza problemi. Molto deluso Isner a fine match” Abbiamo giocato un match alla pari, che si è deciso in pochi punti cruciali, ma li ha vinti tutti lui, e non a caso è Roger Federer, e lo è ancora a 34 anni…”
Ma qual è il segreto di questa longevità, che permette a Roger di dominare da un decennio? Sicuramente un insieme di fattori: oltre all’ indiscusso talento, una notevole componente atletica, lo svizzero infatti ha sempre beneficiato di un’ ottima forma fisica, e non ha mai sofferto di particolari infortuni. Ma da non sottovalutare anche la grande forza mentale, che lo accompagna da sempre: se pensiamo a tutti gli altri giocatori, ci vengono in mente scene di rabbia, racchette rotte, sfuriate contro l’ arbitro, o il pubblico. Ma non Federer, sempre composto, e sereno, anche dopo un errore banale, l’ abbiamo visto quasi sorridere, come se stesse pensando”tranquilli, sono un essere umano anche io, posso sbagliare”. E il fatto di riuscire a non sprecare energie mentali, in questi momenti, a volte può essere una vera e propria arma, un dono che pochi grandi campioni hanno.
Ora stiamo assistendo a una nuova evoluzione di Federer, che nei suoi match sfoggia un gioco più che mai aggressivo, con continue variazioni, discese a rete, e serve and volley, un gioco aggressivo anche quando è in risposta, con scambi che diventano molto brevi. Questa nuova versione del gioco di Federer è probabilmente figlia della strategia, e della necessità di accorciare gli scambi. Nei tornei dello Slam, sulla distanza dei 5 set, lo svizzero parte sfavorito in un eventuale confronto con Djokovic, ma questo Roger in versione attaccante, e la recente vittoria a Cincinnati lasciano aperta ogni possibilità.