Rafa Nadal e la fine di un’era (?)

Cari amici e appassionati prendete carta e penna o meglio smartphone e pennino e segnatevi questa data, scrivetela in modo da potervela ricordare. Segnatevi questo 3 giugno 2015. Molti di voi vi domanderete: a che proposito? Altri diranno: “ma si oggi è il compleanno di Rafa!”. Io dico semplicemente che è di dovere ricordarsi questo giorno, un po’ com’è d’obbligo non dimenticarsi il giorno della memoria. Ecco questo può essere antico come il giorno della memoria (tennistica ovviamente).

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La giornata di oggi può segnare il mondo del tennis per sempre, può lasciare un segno che nessuno potrà mai dimenticare, può lasciare un vuoto incolmabile o ancor peggio può segnare la fine di un’Era, quella di Rafael Nadal. Uso ovviamente il condizionale perché come diceva il vecchio saggio “se si cade 7 volte, bisogna rialzarsi 8”. Rafa però al Roland Garros è crollato solamente due volte in 11 anni. La prima nel lontano 2009 per mano di Robin Soderling e la seconda proprio oggi (ecco perché bisogna ricordarsi questo giorno) per mano di Novak Djokovic. Al primo scivolone il campione spagnolo ha risposto vincendo tutte le successive edizioni del RG (5 consecutive) mentre questo, di scivolone, potrebbe non concedere più a Rafa di risorgere.

Il Nadal di questa stagione è lontano, troppo lontano dall’alieno a cui ci aveva abituato, Ci manca quel gancio mancino, capace di curve che solo lui e Valentino Rossi sanno fare, ci manca quel ragazzo che a 17 anni ha conquistato uno dei quattro tornei più prestigiosi. Ma c’è una cosa che fa sperare tutti noi: il fatto che Rafa, nonostante tutto non smetta di crederci, come un bambino continua a sognare e secondo me questa è la sua maggiore forza. Questa sua capacità va al di la del gioco, della corsa, dei titoli vinti e delle sconfitte; come professava Nelson Mandela “Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso“. Questo ragazzo ha una grinta inimmaginabile, il cuore di un leone e un’umiltà unica. Rafael Nadal lo si ama o… lo si ama. punto.

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Oggi, proprio nel giorno del SUO compleanno, in casa SUA. Sulla SUA terra, non poteva arrivare notizia più amara : la sconfitta con Djokovic. Era prevista e quasi scontata, ma nessuno ci credeva per davvero. Tutti ci aspettavamo un’impresa, l’ennesima che avrebbe reso ancora più grande un mostro sacro di questo sport. Invece ora siamo qua che discutiamo o meno la fine di un’era. La fine di Rafa Nadal. Sciocchezze! Rafa è come i rotoloni Regina…

Scherzi a parte l’odierna sconfitta, a mio avviso, non sancisce nulla. Soffermiamoci invece un attimo sul suo avversario: un certo Novak Djokovic. Quel ragazzo che ha vinto tutti i Master 1000 a cui ha partecipato quest’anno, colui che ha vinto gli Australian Open o più semplicemente il numero uno del mondo. Non lo è per caso e oggi più che mai ha evidenziato la differenza tra lui e gli “altri”. Ha dominato lo spagnolo in lungo e in largo. Fa strano ma è così. Chapeau a Nole.

nadal finale coppa

A noi comuni mortali “non ci resta che piangere” intitolavano il loro film Benigni e Troisi. Invece no. Non dobbiamo smettere di credere in Rafa Nadal, soprattutto per rispetto nei suoi confronti e per rispetto del suo passato perché “una montagna di ricordi non eguaglierà mai una piccola speranza“, la speranza di rivederlo nell’olimpo dei grandi. Oh Capitano, mio Capitano noi siamo con te!

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