Roger Federer, lo specchio dove dovrebbe guardarsi Nadal?

“Sono consapevole che questo non è stato il mio anno” ha commentato un deluso Rafael Nadal dopo l’ennesima sconfitta contro Fabio Fognini di un 2015 da dimenticare. Una stagione tutt’altro che positiva per il 9 volte campione del Roland Garros, che a livello Slam ha appena ottenuto due quarti di finale, in Australia e a Parigi.

Una crisi di risultati evidente, la classifica peggiore degli ultimi anni, un livello di gioco ben lontano dal migliore, non devono però sconfortare più di tanto il maiorchino che per risalire potrebbe ispirarsi ad una figura che conosce molto bene, Roger Federer. Il campione svizzero che dopo un 2013 di più bassi che alti ha saputo reinventarsi fino a raggiungere nuovamente l’élite del tennis mondiale.

L’accostamento tra due leggende del nostro sport, due acerrimi rivali, può essere fatto in virtù del ricordo della stagione 2013 del 17 volte campione Slam capace di vincere solo un titolo ad Halle a fronte di numerose sconfitte con avversari più che alla portata come Delbonis, Brands o Stakhovsky per citarne alcuni, scendendo al n.8 del ranking. La stessa involuzione subita da Rafa Nadal. Roger però non si è perso d’animo, trovando nuove soluzioni per competere e per riuscire ancora a sorprendere rivali e appassionati.

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A fianco di Severin Luthi, capitano della Coppa Davis svizzera, e di Stephan Edberg, il campione svizzero ha mutato il suo gioco, cambiando racchetta e diventando più aggressivo. Non ultima l’invenzione della cosiddetta “Sabr”, la risposta anticipata con l’obiettivo di mettere pressione ai suoi rivali. Molto importante in questo senso anche il cambio della racchetta per un Federer che a fine 2014 è andato vicinissimo dal tornare n.1 del mondo e che rimane uno dei candidati alla vittoria in ogni torneo a cui prende parte. Vincere Master 1000 e Atp 500 a 34 anni compiuti ad Agosto non è cosa da tutti. Chiedere a Murray e Djokovic che a Cincinnati non hanno potuto opporre resistenza di fronte ad un’elvetico “on fire” in special modo al servizio.

Con questo chiaramente non si vuole alludere al fatto che Rafa debba sbarazzarsi di Zio Toni, colui che l’ha portato al successo, colui con cui ha condiviso gioie e dolori, tra grandi successi e brutte involuzioni causate da gravi infortuni. Tuttavia però è evidente che il maiorchino deve cercare una soluzione, un appiglio per tornare a trionfare sui campi di gioco. Ciò che era la sua arma migliore, la forza mentale, si sta trasformando nella peggior nemica. Al momento di chiudere gli incontri vengono fuori i fantasmi, la paura di vincere. Qualsiasi avversario percepisce questa situazione e ne approfitta tirando fuori il meglio dal suo gioco per rovinare la giornata ad un Nadal sempre più l’ombra di se stesso.

Il colpo con cui ha costruito i suoi successi non viaggia più, non è penetrante. Zero convinzione e fiducia anche nel match perso contro Fognini a New York, quando il maiorchino avanti di due set e un break si è messo a remare da fondo, prenda delle accelerazioni dell’italiano. Un Nadal ben lontano da quello del 2013 quando trionfò tra gli altri anche a Flushing Meadows contro Novak Djokovic.

È innegabile il fatto che Rafa abbia bisogno di cambiamenti, di adattare il suo gioco ad un fisico che evidentemente non  risponde più come prima. Una nuova racchetta potrebbe essere la soluzione? Federer risponderebbe assolutamente di si, ma Nadal? Lo spagnolo per chi ben ricorda ne provò una a metà stagione con risultati  non proprio esaltanti anche se sperimentare è sempre giusto e necessario.

Il 14 campione Slam è in grado di giocare in modo aggressivo e di comandare gli scambi ma il primo a crederci deve essere lui ispirandosi perchè no proprio a quel Federer che è uscito dal momento buio trovando nuovi schemi per gareggiare alla pari con i più giovani desiderosi di vincere. Insomma Roger potrebbe essere lo specchio dove Nadal potrebbe specchiarsi. Del resto i campioni cercano sempre di migliorarsi.

Fonte: PuntoDeBreak

 

 

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