La salute al primo posto. Questo è l’assioma di questo periodo, beninteso. Lo sport si ferma, come è giusto che sia, ma alcune decisioni fanno discutere, come quella arrivata ieri sul rinvio del Roland Garros dal 20 settembre al 4 ottobre. La decisione pare, infatti, non essere stata concordata tra ATP, WTA, ITF da una parte e Federazione francese dall’altra, con le associazioni di tennisti che hanno ricevuto solo nella tarda mattinata di ieri la notizia di questo cambio di date. Probabilmente non saranno state contentissime di apprendere la notizia a cose fatte, anche perché tutto ciò comporterebbe ridisegnare il calendario, con i tornei di preparazione al Roland Garros che sostituirebbero quelli che normalmente si tengono prima degli US Open. Vedremo in queste ore le dichiarazioni delle parti interessate in questo senso.
Sono ben 7 le competizioni, solo nell’ATP, che si dovrebbero svolgere da calendario in quel periodo. Nessun torneo di spicco, tutti tornei ATP 250, oltre alla Laver Cup e ai match di seconda e terza fascia di Coppa Davis. Nel femminile sono invece 12 i tornei in programma, su cui spicca il Premier di Zhengzhou. Poi c’è la questione di coordinamento con gli altri Slam, anche per preservare la salute fisica (e mentale, ci sentiamo di aggiungere) dei giocatori. Paradossale, infatti, è il caso di Rafael Nadal, attuale detentore sia del Roland Garros che degli US Open. Può lo spagnolo difendere entrambi i titoli così ravvicinati?
L’organizzazione degli US Open, infatti, non sembra voler cedere e con una nota diffusa nella serata di ieri hanno confermato che attualmente non si sta pensando ad un cambio di date e che eventuali variazioni saranno concordate con tutte le parti interessate. Quest’ultimo accorgimento non tenuto in conto dallo Slam francese. Anche l’organizzazione del torneo di Wimbledon ha fatto sentire la sua voce, confermando per il momento la data attuale ma puntualizzando che si sta facendo di tutto per monitorare costantemente la situazione.
Situazione, quella attuale, che appare quantomeno paradossale senza che sia stato fatto nulla per tutelare i giocatori che in questo momento non possono giocare. Non parliamo di Nadal o Djokovic (Federer, lo ricordiamo, è infortunato), loro certamente se la passeranno bene anche senza i proventi dei prize money, ma di quei giocatori, i famosi “fuori dai 200”, che non hanno più i guadagni dai tornei essendo tutto sospeso. Non ci è dato sapere se l’ATP e la WTA ha messo a disposizione un fondo di solidarietà per tutti, così come i diversi governi si apprestano a fare per i lavoratori che non possono più lavorare. Qualche organismo scevro da interessi in causa dovrebbe prendere le loro parti, e ridisegnare la stagione per permettere a tutti di recuperare una certa normalità.
Sta di fatto che ora come ora regna il caos, alcuni tornei sono stati rinviati, altri annullati, altri ancora non fanno avere loro notizie. A noi, in quanto italiani, stanno particolarmente a cuore le sorti del Foro Italico, che inverosimilmente si terrà nelle date designate (dal 4 al 17 maggio), anche in virtù del fatto che il Roland Garros è stato rinviato. Verrebbe meno, infatti, la logica del “torneo di preparazione” allo Slam francese. Tutte queste situazioni, speriamo, saranno chiarite presto dagli addetti ai lavori, anche per instillare qualche sicurezza in più nei giocatori, costretti a subire le decisioni che vengono dall’alto, che siano esse giuste o sbagliate.