Chi scrive non ha ancora capito il comportamento di Francesca Schiavone attorno alla Fed Cup. Riepilogando: non è stata convocata, secondo il presidente Binaghi per suo rifiuto. L’atleta scrive una lettera di spiegazione sulla “Gazzetta dello sport” in cui non si capisce granché.
I passaggi chiave sono che, dice Francesca, “Nella vita ci sono momenti in cui non ci si sente pronti per eventi importanti” “per cercare di capire cosa vogliamo fare, per parlare con se stessi e per fare i conti con la nostra coscienza e la nostra vita professionale e personale.” E c’è chi ha pensato al pre-annuncio del ritiro.
Poi la Schiavone si è presentata in platea a Cagliari con una eloquente maglia con scritto “end” ma invece di annunciare l’addio ha fatto tifo e coaching indiavolato dagli spalti ed è salita sul palco con le altre. Che abbia cambiato idea qualsiasi fosse quella che aveva maturato?
Ora leggiamo sul profilo twitter di Giorgio Galimberti, la faconda seconda voce della Coppa Davis su Supertennis oltre che giocatore (è tornato in un future a Lagos) e allenatore, l’articolo che vedete qui sotto e cominciamo ad unire i puntini.
Cosa potrebbe fare una nazionale sanmarinese di tennis con Francesca Schiavone e Gioia Barbieri (22enne romagnola che sotto la guida del Galimba è arrivata al n.265 e sembra pronta a spiccare il volo)?
Potrebbe essere un nuovo stimolo per allungare la carriera della milanese?
Potrebbe essere un pezzo di verità che rende più comprensibile gli altri pezzi del puzzle?
Per chi si chiede se dare un passaporto alle due sia burocraticamente possibile rimandiamo alla storia di Alessandra Perilli, italiana naturalizzata sanmarinese perché non trovava posto nella squadra azzurra, che con la nuova nazionalità ha iniziato a mietere allori.
Potrebbe accadere anche con racchetta e pallina?
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